Tutte le Dolomiti sugli sci Il grande Carosello sarà realtà

Per l’edizione 2026 delle Olimpiadi invernali organizzate a Milano-Cortina il governatore del Veneto Luca Zaia ha promesso che 1.300 km di piste saranno collegate grazie a 500 impianti da Cortina al Sellaronda

10 gennaio 2020 | 16:19
Un sogno per gli sciatori che dovrebbe diventare realtà: poter sciare ininterrottamente su tutte le piste delle Dolomiti a cavallo tra Alto Adige, Veneto e Trentino passando da Cortina al “mitico” Sellaronda senza mai togliere gli sci. Cortina d’Ampezzo, per le Olimpiadi invernali 2026 organizzate con Milano, si trasforma nel cuore del più vasto tour bianco del mondo: quasi 1.300 chilometri di piste e circa 500 impianti di risalita tra vette e valli dichiarate patrimonio dell’Unesco.


La Marmolada, uno dei punti più spettacolari delle Dolomiti

Venezia punta ancora più in alto: collegare anche il Comelico bellunese all’Alta Pusteria e alle Dolomiti di Sesto altoatesine attraverso il Passo Monte Croce, piano oggi stoppato dai vincoli ambientali posti da Roma. A svelare il “grande progetto”, il governatore veneto Luca Zaia e il sindaco di Cortina, Gian Pietro Ghedina, che domani inaugurano la nuova cabinovia Freccia del Cielo, gioiello di tecnologia che sale al Col Druscié.

L’investimento previsto si aggira tra 80 e 100 milioni di euro, metà dei quali garantiti dalle società private degli impiantisti. Il resto verrà da fondi pubblici: i contributi offerti ai Comuni di confine del Bellunese e quelli per le Olimpiadi 2026. Il consorzio Dolomiti Superski, grazie ad un unico skipass, offre già l’opportunità di sciare tra i massicci tutelati dall’Unesco.

Per spostarsi da una località all’altra però, passando da Cortina al Sellaronda e al Giro della Grande Guerra, oggi è necessario salire su un bus, o montare in automobile e passare circa un’ora in viaggio. La promessa è sostituire l’asfalto con cabinovie e funivie, veri e propri mezzi di trasporto pubblico d’alta quota, fino a fondere tre e magari quattro tra le più spettacolari zone dell’industria legata a neve e sport: a disposizione degli sciatori in inverno, di escursionisti e ciclisti nelle altre stagioni. Al centro del sistema-Dolomiti torna così Cortina d’Ampezzo, bandiera italiana del pionierismo turistico, poi superata dall’Alto Adige: oggi alle prese con la concorrenza delle località top di Austria, Svizzera e Francia, che vantano piste su ghiacciai oltre quota tremila, per ora sfiorate dal surriscaldamento del clima.

«Saremo pronti per le Olimpiadi 2026 - dice Luca Zaia - le montagne si stanno spopolando, ambiente e turismo possono fermare l’emorragia. Nessuno può offrire la visione completa delle Dolomiti senza togliersi gli sci: e in estate evitare di intasare i passi di montagna con auto e pullman, grazie agli impianti, contribuirà a tutelare la natura».

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Alberto Lupini


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