Soccia a Riccione Una bottega d’altri tempi

È un personaggio quasi felliniano Riccardo Parisio, puntuto nelle sue parole quanto determinato nelle scelte attuate nel suo gettonato Bevabbè

23 giugno 2019 | 15:04
di Giuseppe De Biasi
Ricorda i ferri da stiro che nel locale si prestano a fare non solo da arredamento, ma anche da originali schiaccianoci… da tavolo. Dopo essere stato oltre 5 anni fa un pioniere del cocktail-bistrò nella sua attuale patria, la modaiola Riccione, l’estroso quanto burbero “oste” bolognese (perché il suo sogno è sempre stato quello di esserlo a dispetto delle tante deviazioni esistenzial-imprenditoriali) si è lanciato in una nuova sfida enogastronomica.


Riccardo Parisio

Il nome non lascia adito a dubbi, Soccia, espressione tipica felsinea, variamente declinabile e traducibile con “caspita”, usata per esprimere stupore e apprezzamento. Proprio quello che intende suscitare Riccardo con la sua piccola bottega, pensata come un format esportabile, dove poter degustare (e portare a casa) selezionate bottiglie di vino, salumi, formaggi, conserve, pasta, tutti prodotti caratterizzati da artigianalità e produzione limitata e dalla provenienza per lo più emiliana.

Dai vini “Triple A” (artisti, agricoltori, artigiani) distribuiti da Velier ai prosciutti di Parma dei Fratelli Boschi, il 24 mesi, o il 30 mesi di Devodier e Sant’Ilario. O, ancora, il mitico Cotto ’60 di Branchi e la Mortadella “La Favola” di Palmieri. Nella selezione non poteva mancare il re dei formaggi emiliani, il Parmigiano Reggiano, rappresentato nella bottega dall’Hombre Bio 24 mesi della famiglia Panini, uno dei prodotti che può fregiarsi di essere stato accolto nell’esclusiva cucina dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura.


La cantina

Fuori regione un cenno va senz’altro alla ventresca di tonno di corsa e alla bottarga dei Fratelli Pinna di Thiesi e all’Evo Bio, di cultivar taggiasca, della Sommariva di Albenga. Insomma dalla via Emilia un piccolo segnale di resistenza enogastronomica a favore di tutti quegli artigiani che, con le loro spesso eroiche produzioni, alimentano nel mondo la fama dei giacimenti di gusto e delle biodiversitàà della nostra penisola.

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