A Catania arriva il nuovo menu estivo di “In Via Vela Dieci”

Piatti internazionali, contaminazioni e sperimentazioni. Merito di un imprenditore arguto e sapiente, come Francesco D’Angelo, che da 2 anni porta avanti l'innovativo progetto del locale con l'ausilio di chef Parra

11 luglio 2023 | 16:09
di Antonio Iacona

Il mare, da sempre, parla le lingue del mondo e, da quando è stato solcato la prima volta dall’uomo, la sua parola d’ordine è stata: “contaminazione”. Una rotta precisa, nonostante il dondolio delle onde ci lasci credere, il più delle volte, che è tutto in mano al destino. Così come una rotta precisa segue il ristorante “In Via Vela Dieci”, nell’antico cuore di Catania, pulsante di mille emozioni, spesso contrastanti. La scenografia di questo racconto gastronomico è, infatti, la parte vecchia e storica del capoluogo dell’Etna. Qui i confini terrestri (il Castello Ursino, il centro storico che si incontra con le periferie, la modernità di pub e locali nuovi che si mescola con vecchi ristoranti…) si concludono, a qualche centinaio di metri, nel profilo del mare Jonio, che più in là, sul litorale sabbioso, diventa la famosa e popolare Playa.

Per questo, alla cena evento di qualche sera, organizzata dal ristorante per inaugurare il nuovo menu della stagione estiva, tutta questa internazionalità non ci ha stupito affatto, anzi: ci ha aiutato a parlare nuove lingue, soprattutto nei piatti. Merito di un imprenditore arguto e sapiente, come Francesco D’Angelo, che con il suo socio già da due anni porta avanti l’innovativo progetto di “In Via Vela Dieci”. Tre sale, ciascuna con il proprio carattere e il proprio menu: una dedicata alla cucina mediterranea, l’altra alla pizza gourmet ed un’altra ancora al mondo del sushi e della cucina asiatica, la mediterrasian. Ogni scelta ha uno chef “dedicato”. Una delle caratteristiche del locale è che chi sceglie di desinare in una delle sale, dovrà attenersi rigorosamente al menu della stessa. Le contaminazioni, infatti, che piacciono molto alla filosofia del ristorante, non si devono confondere con la “confusione” in cucina. Un limite? Tutt’altro, un valore aggiunto, visto che proprio la clientela è felice di tale scelta e che gli avventori tornano più volte, proprio per provare le tante proposte alternative.

La proposta mediterrasian di “In Via Vela Dieci”a Catania

Il caldo lunatico e nervoso della sera in città è stato spazzato via da una leggera e gradevole brezza, che ha soffiato per gran parte della cena nel giardino urbano di piante mediterranee del ristorante, costruito secondo l’industrial design tipico d’oltreoceano in quella che prima era una vecchia tipografia. Un luogo ritrovato e recuperato, soprattutto l’esterno, che i due imprenditori catanesi hanno restituito alla città, prima ritrovo di degrado e bivacco di senza tetto. È qui che la proposta mediterrasian di “In Via Vela Dieci” ha avuto inizio, con i piatti preparati dallo chef Enrique Parra, italo-americano del Sud, dal Venezuela, più precisamente, che ha lavorato un po’ in giro per il mondo, compreso il luogo di contaminazione per eccellenza come gli USA, per poi ritrovarsi a Catania, ad esprimere tutta la sua originale creatività. E qui è doveroso aprire una breve ma interessante parentesi, partendo proprio dalla fine della cena, quando solitamente lo chef si presenta ai commensali per commentare insieme a loro i piatti degustati. Enrique Parra ha fatto una cosa insolita per un Cuoco, cioè svelarci il suo quaderno di appunti. Per chi bazzica un po’ nel mondo della cucina, sa bene che gli chef si svelano fino a un certo punto e, parlando sempre di confini (in questo caso umani e psicologici), si tende a mantenere molti segreti sulle ricette. Enrique ci ha invece mostrato alcuni dei suoi appunti e abbiamo gradito molto la confidenza venutasi a creare.

Ma la verità è (…e qui torniamo, dunque, al racconto della serata!) che quella stessa confidenza era stato lui stesso a crearla già all’inizio, con l’arrivo delle portate, senza ancora palesarsi. Otto proposte gastronomiche, praticamente l’itinerario di un giro del mondo attraverso i piatti, con la padronanza di chi tiene dritta la barra del timone e accoglie a bordo usanze e stili differenti, tutti preziosi, come l’equipaggio e i passeggeri con cui si affronta il viaggio. È qui che la cucina nipponica stringe la mano a quella venezuelana, qui che la Colombia guarda al Mediterraneo, che la Sicilia parla un nuovo esperanto gastronomico… Naturalmente, ci sono tutte le esperienze compiute da Parra nelle cucine del mondo. Così, la cena si è aperta passando tra Messico e America settentrionale, con i Cowboy Tacos (carne di maiale brasata, tortilla di grano 00, insalata peruviana fresca con pomodoro, mais e cipolla e maionese al kinchi). Una delizia tra il mondo azteco e il Paese a stelle e strisce, subito affiancata dai giapponesi Pop Corn Gamberi (gamberi in tempura, yuzu, togarashi, erba cipollina e salsa giapponese). L’Asia è, probabilmente, assieme agli USA, l’espressione più popolosa di contaminazione al mondo e allora dalle coste giapponesi la Cina meridionale è vicina, così come la Thailandia. È qui che nasce l’idea dello chef di proporre Verdure saltate al wok con funghi enoki, arachidi e salsa allo yogurt greco su foglia di lattuga; o, ancora, il delizioso Salmon Passion (salmone al grill, insalata fusion thai di mango, pomodorino, salsa di sesamo, patate millefoglie e granita di frutto della passione).

Piatti internazionali, contaminazioni e sperimentazioni “In Via Vela Dieci”

Ma il richiamo della terra natia è forte, anche per un esploratore del gusto come Enrique, abile già a parlare italiano come a sposare in matrimonio i sapori internazionali. Eccoci, dunque, nuovamente in Sud America, precisamente in Perù, con la Ceviche (ricciola marinata con lime, platano, latte di tigre, cipolla rossa, peperoncino jalapeño, mais tostato e granita di frutto della passione). La preponderanza di agrumato la si perdona, perché anch’essa archiviata come contaminazione culturale. E qui, invece, è doverosa una parentesi per due gustosissimi carpacci: il Carpaccio di carne wagyu, con salsa orientale asiatica e yuzu; ed il Carpaccio mix premium, con salmone, tonno, pesce bianco (ricciola, spigola, orata e rombo), gambero rosso di Mazara, capesante, polpo, lamelle di tartufo nero fresco e uova di salmone. Terra… mare… ancora terra… e poi, ancora, mare! Il tutto guidato dall’abilità di un giovane chef.

C’è già il Mediterraneo, poi, che torna spontaneo nel Maru Truffle (croccante di farina 00, maionese kinchi, tonno fresco, tartufo, erba cipollina) e nell’omaggio alla sua Isola più grande, con il Sicilia’s Crunk (fried mozzarella in tempura di panko, basilico, tartara di pomodoro e mayo al pesto di basilico). Finito il giro del mondo “salato”, ricomincia quello del mondo “dolce”. E anche qui, le quinte si sono aperte su gusti originali e sposalizi inediti: con Il Tempo Delle Mele (crumble alla cannella con cioccolato fondente, gelato allo yogurt, chioma di zucchero filato e mousse di fragola e menta). Ed ancora, il poetico Sottobosco (cioccolato, gelato fiordilatte, polvere di te matcha e rametti al cioccolato); la Cheesecake asiatica (Philadelphia, uovo, zucchero, meringa e sciroppo ai frutti di bosco); per finire con l’elegante Madreperla (cioccolato bianco e fondente e crema alla nocciola). È stato così che, tra una portata e l’altra, tra impronunciabili nomi asiatici e gustosissimi abbinamenti internazionali, abbiamo compreso quanto significato abbia quel simbolo stesso del ristorante, quella preposizione “IN” che sormonta ogni cosa “In Via Vela Dieci” a Catania: “IN” come inedito, insolito, intraprendente, internazionale, innovativo, ingegnoso… Un locale che arricchisce e impreziosisce la proposta gastronomica di un territorio sempre più attento a tradurre con la cultura le contaminazioni della vita.

In Via Vela Dieci
Via Vela, 10 - 95121 Catania
Tel 0953288052

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Alberto Lupini


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