Venezia, conto salato per gli hotel Disdetto il 35% delle prenotazioni
La Laguna inizia ad asciugarsi ed è il momento della conta dei danni. Come si temeva è il turismo il settore che rischia di pagare il pegno maggiore alla luce delle rinunce di molti turisti . Federalberghi Venezia ha stimato i “no” incassati dalle strutture alberghiere precisando che si tratta di valutazioni per difetto
19 novembre 2019 | 12:40
Dopo il tragico maltempo dei giorni scorsi, Venezia mette il naso fuori dall’acqua alta (altissima, con picchi a 187 centimetri) e si guarda attorno per fare la conta dei danni e tornare a vivere in maniera regolare. Il settore che rischia di essere più danneggiato è proprio il turismo, uno dei motori potenti dell’economia lagunare, non solo per i danni agli hotel ma anche per il timore dei potenziali turisti che non ci hanno pensato due volte a disdire le loro prenotazioni.
Ma il maltempo non ha flagellato solo Venezia. Dopo i danni di quest’estate, le piogge torrenziali e i forti venti si sono abbattuti anche sulle spiagge e sugli stabilimenti balneari. Soprattutto sul litorale laziale (Focene e Fregene le località più colpite). A Santa Marinella e a Civitavecchia invece i sindaci hanno ordinato la chiusura delle scuole. A Nettuno, Parco Palatucci chiuso per la caduta di alcuni alberi.
Secondo quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati Eswd, a novembre in Italia sono più che raddoppiate le tempeste di pioggia, vento, neve, grandine e trombe d’aria, con un aumento record del +121% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il maltempo da Nord a Sud ha devastato le campagne aggravando un bilancio dei danni che negli ultimi dieci anni sono costati all’agricoltura italiana 14 miliardi di euro.
Il 35% delle prenotazioni sarebbero già andate in fumo
Secondo le stime di Federalberghi Venezia il 35% dei turisti ha già mandato “a monte” la propria vacanza tra i canali. «Una stima sicuramente per difetto - ha detto il direttore Claudio Scarpa - quanto ai danni, almeno 30 milioni di euro agli immobili raggiunti dalla marea. In questi giorni le strutture alberghiere sono subissate di richieste di informazioni da parte di turisti che vogliono essere aggiornati sull'emergenza. In realtà solo l'ondata di martedì scorso, con i suoi 187 cm, può definirsi realmente eccezionale. Negli altri due casi l'acqua alta è arrivata intorno ai 150 cm, una quota molto importante ma non emergenziale. Da sottolineare poi che non c'è mai stato un pericolo serio e reale per le persone ma solo danni materiali alle strutture». Visto anche il miglioramento della situazione sotto il profilo meteorologico, «stiamo avviando una campagna promozionale per far capire che l'emergenza è finita e che si può venire tranquillamente a Venezia - conclude Scarpa - per vivere serenamente da turisti la città».Ma il maltempo non ha flagellato solo Venezia. Dopo i danni di quest’estate, le piogge torrenziali e i forti venti si sono abbattuti anche sulle spiagge e sugli stabilimenti balneari. Soprattutto sul litorale laziale (Focene e Fregene le località più colpite). A Santa Marinella e a Civitavecchia invece i sindaci hanno ordinato la chiusura delle scuole. A Nettuno, Parco Palatucci chiuso per la caduta di alcuni alberi.
Secondo quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati Eswd, a novembre in Italia sono più che raddoppiate le tempeste di pioggia, vento, neve, grandine e trombe d’aria, con un aumento record del +121% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il maltempo da Nord a Sud ha devastato le campagne aggravando un bilancio dei danni che negli ultimi dieci anni sono costati all’agricoltura italiana 14 miliardi di euro.
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Alberto Lupini
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