Ultimatum all'Harry's Bar di Firenze: sfratto fissato per il 20 luglio

I giudici della Corte di Appello di Firenze hanno respinto il ricorso dei titolari dell’Harry’s Bar e confermato il provvedimento esecutivo fissato dal tribunale di Firenze. L'ultimo tentativo per salvare lo storico locale

17 luglio 2023 | 11:33

Confermato lo sfratto per l’Harry’s Bar, lo storico bar-ristorante di lungarno Vespucci a Firenze, che celebra quest’anno i 70 anni di storia e che vede “schierati” da una parte i fratelli Antonio e Francesco Bechi (quest’ultimo presidente di Federalberghi Firenze), titolari dell’Harry’s Bar, che sostengono anche sia stato ignorato il loro diritto di prelazione per l’acquisto dei locali, e dall’altra Gin srl, società proprietaria dell’immobile, della famiglia fiorentina Olivetti Rason. Ora dopo che i giudici della Corte di Appello di Firenze hanno respinto il ricorso dei titolari e confermato il provvedimento esecutivo l’ultimatum è fissato per il 20 luglio. Nell’Harry’s Bar di Firenze lavorano dodici dipendenti e i giudici hanno validato anche la risoluzione del contratto di affitto. Ma i fratelli Bechi non vogliono mollare: l’attività andrà avanti, mentre martedì, 18 luglio, in Città Metropolitana si terrà un incontro tra tutte le parti, per cercare di trovare una mediazione in extremis. L’obiettivo come dichiarato in una nota è «Faremo tutto il possibile per salvaguardare l'attività e tutelare i posti di lavoro».

Harry’s Bar Firenze, al lavoro per tutelare i posti di lavoro

In ogni caso sembra che la società che gestisce il locale stia cercando un altro fondo, sempre in centro e sempre prestigioso e di alto livello come localizzazione, per trasferirvi l’attività se costretta a farlo. In ogni caso dall’Harry’s Bar fanno sapere che «Il rilascio forzoso disposto dal tribunale non verte sullo sfratto per mancati pagamenti, bensì sulla sentenza che ha deciso sul preteso e leso diritto di prelazione; sentenza impugnata il cui giudizio di riscatto è tutt’oggi pendente dinanzi alla corte di appello». «In attesa della definizione del giudizio – aggiungono - la compagine societaria garantisce comunque la continuità aziendale volta alla salvaguardia dei livelli occupazionali, della storicità del marchio e di tutti i rapporti commerciali in essere».

Harry’s Bar, la diatriba tra i fratelli Bechi e Gin Srl

Dall’altra parte Gin Srl, tramite i propri le legali, ha commentato: «Tutte le sentenze e i provvedimenti giudiziari emessi hanno di volta in volta stigmatizzato le gravi inadempienze contrattuali di Harry’s Bar in danno di Gin che per ben due anni nonostante la cessazione delle restrizioni per Covid non ha incassato un euro di canone nonostante il locale fosse pieno. Il tribunale di Firenze ha negato il diritto di riscatto a Harry’s Bar per grave morosità iniziata prima del Covid che ha determinato la risoluzione per inadempimento del contratto di locazione. La sentenza del tribunale è stata già confermata dalla Corte di Appello di Firenze che ha rigettato l’inibitoria di HB. Le tesi di HB sono state sempre e puntualmente disattese e rigettate dai tanti giudici del Tribunale e della Corte d’appello di Firenze».

Harry’s Bar, locale storico di Firenze

Una faccenda delicata, dunque, anche perché ci troviamo di fronte a un locale storico, vincolato anche negli arredi e nelle insegne. Il che significa che per una diversa destinazione d’uso serve il voto del Consiglio comunale.

Il locale è nato negli anni ‘50 per iniziativa del barman Enrico Mariotti, e deve il nome a Giuseppe Cipriani che suggerì al collega di chiamarlo come il suo locale a Venezia. Negli anni ‘60 si trasferì sul lungarno e alle pareti sono appese foto di Paloma Picasso, Margot Hemingway, Paul Newman, Elizabeth Taylor, Burt Lancaster, clienti del locale. Ma giovedì prossimo se i locali non saranno liberati spontaneamente, potrebbe dover intervenire la forza pubblica…

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Alberto Lupini


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