Il turismo italiano cresce, ma servono più investimenti e meno tasse

L'ospitalità italiana ha ripreso a crescere con un incoming di 51,688 miliardi di euro nel 2023, superando i livelli pre-pandemia. Le previsioni per il 2024 prevedono un aumento del 3,6% per un totale di 447 milioni di presenze

12 giugno 2024 | 09:29
di Francesco Guidugli

La Banca d’Italia ha certificato che lo scorso mese di febbraio la bilancia dei pagamenti turistica dell’Italia ha registrato un avanzo di 0,3 miliardi di euro, in linea con quello dello stesso mese del 2023; e le entrate turistiche pari a 2,4 miliardi e le uscite pari a 2,2 miliardi sono aumentate del 18%. Considerando i tre mesi terminanti in febbraio 2024 i flussi in entrata sono cresciuti del 29% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre quelli in uscita del 16%.

La crescita dell’industria dell’ospitalità italiana è ripartita nel 2022, dopo l’arresto nel 2020 e 2021, per via della pandemia di Covid 19 e nel 2023 ha raggiunto per l’incoming quota 51,688 miliardi di euro rispetto ai 44,5 miliardi di euro del 2019 e ai 29 miliardi di euro del 2010. I dati sono definitivi e pubblicati sempre dalla Banca d’Italia.

Sembra che il 2024 si dimostrerà eccezionale così come lo è stato il 2023. Sentiamo parlare di nuovi record in arrivo per il settore ricettivo del Belpaese; la crescita di un 3,6% di turisti che ci farebbe arrivare a un totale di 447 milioni di presenze.

Il settore è diventato più solido, le imprese alberghiere investono in sostenibilità e tecnologia, si chiede alla politica di legiferare in favore di questo settore sull’Iva, sui finanziamenti agevolati, che intervenga nelle regioni favorendo una progettazione politica dell’accoglienza e dell’ospitalità che punti alla qualità certificata del territorio oltre che delle strutture di accoglienza, una riduzione della pressione fiscale attraverso la diminuzione delle tasse sugli immobili, al fine di alleviare il carico sulle imprese, specialmente quando sono chiuse o operano a capacità ridotta; l’incentivazione degli investimenti, mediante il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, la revisione delle norme obsolete che limitano la capacità degli alberghi di ampliare l’offerta, per esempio riguardo alla ristorazione per clienti non alloggiati.

Nel frattempo, persiste la tremenda difficoltà di reperire personale sia qualificato che risorse in cerca di impiego che scelgano il settore alberghiero. A questo riguardo sentiamo sempre poche attenzioni da parte delle istituzioni e non solo. Chi lavora nel settore alberghiero è un ingranaggio indispensabile per il conseguimento dei risultati non solo per le strutture dove operano, che siano alberghi, ristoranti, bar, stabilimenti balneari ecc.., ma proprio per il turismo in generale, in termini di “presidio”, qualità dei servizi, passaparola positivo della struttura, del territorio e del nostro Paese, per l’occupazione che può garantire agli attuali professionisti ed ai futuri professionisti dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Buona parte degli imprenditori ed aziende hanno capito che devono creare aziende in cui le persone vogliano restare; non solo per mantenere un impiego ed assicurarsi un guadagno, ma anche per aumentare le proprie competenze, trovando un ambiente lavorativo in cui si viene considerati e stimati e in cui l'imprenditore investe sul capitale umano creando opportunità di carriera.

Abbiamo finalmente un Ministero del Turismo con portafoglio, il Governo ed il Parlamento debbono legiferare a favore dell’industria dell’ospitalità considerandola un’industria strategica, per il presente e per l’avvenire aiutando la formazione professionale rendendola sempre più funzionale e coerente con i bisogni del settore oltre che con le aspettative di chi vi lavora.

Le risorse umane vanno formate e valorizzate tramite percorsi di formazione e formazione continua per l’intera vita professionale dei singoli, esaltando i valori dell’accoglienza e ospitalità, imponendo una laurea per poter dirigere o gestire una struttura ricettiva soprattutto defiscalizzare gli oneri sociali per premiare ed incentivare il lavoro nel turismo.

Questa è la strada che indichiamo perché Solidus Turismo e le associazioni appartenenti sono consapevoli del valore dei professionisti che operano nel mondo alberghiero italiano e del loro ruolo nel mondo del turismo italiano.

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Alberto Lupini


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