Agenzie di viaggio: la crisi morde e il futuro resta una grande incognita. Per le imprese di settore il momento è nerissimo, come del resto lo è per tutto il comparto del turismo. Su circa 13mila aziende sparse in tutta Italia in pochi mesi 2.500 hanno dovuto chiudere i battenti, ma se la situazione non migliora gli addetti ai lavori hanno già detto che potrebbero presto chiuderne altrettante. Giuseppe Ciminnisi vicepresidente di Fiavet-Confcommercio, l'associazione che rappresenta il comparto, è stato lapidario: «Gli aiuti ricevuti finora dallo Stato sono stati insufficienti. E quelli che dovrebbero arrivare con il Decreto sostegni Ter (da poco emanato dal Governo e subito criticato da chi opera nel settore del turismo, ndr) lo saranno ancora meno. In pratica è come se ogni agenzia dovesse ricevere soltanto mille euro di aiuti. Troppo poco per far fronte anche solo al recente aumento delle utenze energetiche». Invece la presidente Ivana Jelinic ha chiesto al Governo di accettare anche il vaccino russo e cinese per il Green pass, finora esclusi, in modo da aumentare la presenza di turisti italiani nel nostro Paese e in particolare nelle città d’arte, fra le più danneggiate in questo periodo.
La crisi delle agenzie di viaggio e dei tour operator
Tra i tanti comparti messi in ginocchio dalla crisi economica, causata dall’emergenza pandemica e dal caro bollette, c’è quello del turismo e in particolar modo quello delle agenzie di viaggio. La situazione per la categoria è drammatica. Negli ultimi due anni agenzie di viaggio e tour operator hanno accusato perdite di volume di fatturato devastanti, secondo i dati di Fiavet-Confcommercio, l’associazione di categoria, si è raggiunto il 90% nel 2020 e il 75% bel 2021. Lo Stato ha provato a dare una mano lo scorso anno erogando 620 milioni per il settore. Nel frattempo sono comunque saltate 2.500 aziende sulle 13.000 presenti in Italia. Poi non è arrivato più nulla fino all’ultimo decreto sostegni (il Ter, emanato a fine gennaio dal Governo). Ma, secondo gli addetti ai lavori, il nuovo aiuto è decisamente insufficiente.
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A chiedere che il Governo si impegni maggiormente per supportare il settore è stato Giuseppe Ciminnisi, vicepresidente nazionale di Fiavet. «In questo momento siamo aperti, ma di fatto è come se non lo fossimo - ha ammesso - Questo significa che stiamo continuando a pagare bollette energetiche salatissime e a pagare anche dipendenti che non lavorano. Duemila e cinquecento imprese hanno già chiuso, significa quasi un quinto del totale; se non arriveranno aiuti concreti dovranno abbassare la saracinesca altrettante. Per non parlare poi di tutta la filiera coinvolta: bar, ristoranti alberghi e guide turistiche che subiranno un contraccolpo». Per Ciminnisi un errore del Governo è stato quello di non prorogare la Cig, ovvero la Cassa integrazione Covid in deroga, ma soltanto quella ordinaria (tra l’altro per soli tre mesi). «La differenza è sostanziale - ha ripreso - Nel primo caso a pagare i dipendenti in cassa sarebbe stata l’Inps, mentre nel secondo caso saranno i datori di lavoro ad anticipare i soldi, ma dove li troveranno se già sono alla canna del gas. E al momento non sappiamo nemmeno quando potremo far partire la Cassa integrazione ordinaria».
Qualche sprazzo di luce per il settore arriva dall’Europa, ma non è sufficiente
Per fortuna la recente direttiva europea, che ha invitato i Paesi membri a togliere l’obbligo del tampone in rientro per i possessori di Green pass che effettuano viaggi negli Stati membri ha di fatto agevolato la libertà di spostamento delle persone che temevano l’eventuale quarantena in caso di positivà. Per le agenzie di viaggio è già qualcosa, specialmente in vista della primavera, quando il settore dovrebbe ripartire, ma non è sufficiente. Per questo è recentemente intervenuta anche Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, che ha chiesto al Governo di inserire nel Green pass anche i vaccini russi e quelli cinesi, che finora sono stati esclusi. Infatti in città come Roma, secondo i dati di Fiavet, il turismo cinese era diventato il terzo mercato per arrivi nel 2019. Il rischio per Fiavet è infatti di svendere il patrimonio turistico dell’italia alle multinazionali straniere.
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Alberto Lupini
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