Sugo di pomodoro “made in Italy” Ma il prodotto è di origine... cinese
29 settembre 2015 | 10:46
Bisogna fare molta attenzione a comprare il sugo di pomodoro pronto al supermercato affidandoci alla indicazione “made in Italy” sulla confezione. Un servizio della trasmissione “Le iene” dimostra infatti che nella maggior parte dei casi, la scritta “made in Italy” significa - come prevede la legge - che «la lavorazione sostanziale è stata fatta in Italia», sebbene il prodotto sia di origine straniera.
Nel caso del pomodoro, gran parte dei sughi e delle passate vengono prodotti a partire da un concentrato importato dalla Cina, in barili da ben 200 kg ciascuno. Il servizio lanciato in televisione mette dunque in guardia il consumatore che ancora una volta viene tratto in inganno. La richiesta, che in questo caso parte da “Le Iene”, ma che viene sostenuta da tempo da molte associazioni del settore e anche da Italia a Tavola, è quella di modificare la legge che permette di segnalare come made in Italy un prodotti di origine straniera.
Già qualche settimana fa abbiamo segnalato che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione degli alimenti. Dal canto suo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha garantito che questa “battaglia” sarà portata avanti anche in Europa, affinché l'etichettatura diventi sempre più chiara e completa.
Con questa intenzione Le Iene ha lanciato una petizione su Change.org rivolta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministero delle Politiche agricole Maurizio Martina e al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi chiedendo che su tutti i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti.
Nel caso del pomodoro, gran parte dei sughi e delle passate vengono prodotti a partire da un concentrato importato dalla Cina, in barili da ben 200 kg ciascuno. Il servizio lanciato in televisione mette dunque in guardia il consumatore che ancora una volta viene tratto in inganno. La richiesta, che in questo caso parte da “Le Iene”, ma che viene sostenuta da tempo da molte associazioni del settore e anche da Italia a Tavola, è quella di modificare la legge che permette di segnalare come made in Italy un prodotti di origine straniera.
Già qualche settimana fa abbiamo segnalato che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione nel nostro ordinamento dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione degli alimenti. Dal canto suo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha garantito che questa “battaglia” sarà portata avanti anche in Europa, affinché l'etichettatura diventi sempre più chiara e completa.
Con questa intenzione Le Iene ha lanciato una petizione su Change.org rivolta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministero delle Politiche agricole Maurizio Martina e al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi chiedendo che su tutti i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti.
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Alberto Lupini
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