Sostenibile e sano: ecco perché il tè disseta l’anima
Il 21 maggio si celebra la Giornata mondiale del tè, bevanda amata tutto il mondo. Tra storia, benefici e falsi miti, ecco le preferenze degli italiani e alcune ricette di dolci e cocktail a base di tè
Forse, come in molti altri aspetti dell’esistenza, sono le popolazioni occidentali a non concedere al Tè i suoi giusti valori spirituali. O forse è stata solo l’antica frenesia mostrata per secoli e che caratterizza gran parte dell’Occidente, a non far considerare questa diffusissima bevanda sotto altri aspetti che non fossero semplicemente quelli materiali. Eppure adesso anche ad Ovest del mondo si sono moltiplicati negli ultimi anni corsi, eventi, masterclass e degustazioni guidate proprio sul Tè, mentre il 21 maggio se ne celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale.
I punti chiave:
- La giornata mondiale del tè per un infuso poetico
- La storia del tè
- La cerimonia del tè
- Regione che vai, tè che trovi: la mappa delle preferenze italiane
- Tè nero, l'infuso dal gusto "british" più acquistato in Italia
- Tè in bottiglia? Non solo limone o pesca, si fa spazio anche il thè verde
- Tra benefici e falsi miti: tutta la verità sul tè
- Dolci e cocktail a base di tè
La Giornata mondiale del Tè per un infuso poetico
È pura poesia quella che giunge dalla pianta Camellia sinensis (o Camellia thea o Thea sinensis): non solo all’olfatto, alla vista, al palato… perfino all’udito, se ne ascoltiamo in religioso silenzio lo scivolare lento dei suoi infusi nelle tazze. Ma è poesia anche leggerne e ripercorrerne la storia, il mito, le leggende. Perfino la sua botanica non è risparmiata dalla poesia che questa pianta riesce ad esprimere: le sue foglie, infatti, sono sempreverdi e al contempo coriacee, come vorremmo fosse un amore o magari una fede, sempre giovane e sempre in grado di difendersi. I suoi fiori sono bianchi e ricordano all’odore i gelsomini. Deve essere anche una pianta orgogliosa e piena di sé, dato che, se è lasciata allo stato selvatico, può raggiungere i dieci metri di altezza, anche se nelle piantagioni viene recisa spesso durante le potature. Di essa vengono raccolti i germogli e le foglie giovani, da cui poi derivano, in base ai diversi trattamenti ed alle varie lavorazioni, le tipologie più famose di tè: verde, giallo, bianco, oolong, nero e post-fermentato.
La storia del tè
Che il Tè, però, fosse naturalmente e da subito associato al mondo contemplativo, lo si intuisce dai Paesi d’origine: il Tibet, la Cina, la regione dell’Assam. Solo nel 500 (VI secolo dopo Cristo) viene coltivato in Cina; nell’XI secolo arriva nel vicino Giappone; in India, invece, soltanto nell’Ottocento, per puri scopi commerciali dell’Impero britannico. In Europa giunge nel XVI secolo ed era una merce preziosissima sui banchi degli speziali.
Ma è, soprattutto, quella spirituale la “strada” più affascinante tracciata da quest’antica e leggendaria bevanda. «La prima tazza mi inumidisce le labbra e la gola, la seconda infrange la mia solitudine, la terza fruga nei miei sterili visceri per trovarvi soltanto quasi cinquemila volumi di ideogrammi confusi. La quarta stimola una leggera traspirazione… Alla quinta coppa mi sono purificato; la sesta mi assume al regno degli immortali…». Sono gli splendidi versi di un poeta della dinastia dei Tang, YouQiang, vissuto nel IX secolo. E, se torniamo indietro di qualche anno, sempre sotto la stessa dinastia, troviamo un’opera fondamentale che spiega il valore anche simbolico del Tè: “Ch’a ching” ossia “Il canone del tè”, nella quale un poeta cinese associa il gesto di preparare la bevanda e di servirla all’ordine stesso che regola tutto l’universo.
La cerimonia del tè
La più famosa “cerimonia del tè” giapponese nasce nel XV secolo e ha inizio nel machiai, un porticato dove far attendere gli ospiti prima di farli entrare. Da qui, poi, si percorre il roji, che attraversa un giardino e che simboleggia l’allontanamento dal mondo esterno verso un ordine superiore. Anche l’ingresso nella stanza dove si berrà il tè avviene simbolicamente e spiritualmente attraverso una piccola porta, che obbliga inevitabilmente ad un inchino per poter entrare. All’interno ci si reca verso il tokonoma, il posto d’onore, e sukya può significare “Dimora della fantasia”. Infine, alla presenza di non più di cinque ospiti, sarà il padrone di casa a “celebrare” il rito, in assoluto silenzio. Siamo nel puro mondo del teismo, che unisce zen e taoismo, mentre l’acqua sta bollendo nel bricco di ferro e la luce è soffusa, come nelle chiese occidentali. Del resto, non ci sarebbe bisogno di altri arredi o altri oggetti: nel vuoto c’è tutto!
Regione che vai, tè che trovi: la mappa delle preferenze italiane
In base ai dati di Everli, il marketplace della spesa online, che ha analizzato gli ordini effettuati sul sito e via app nel corso del 2022, sembra che in alcune aree italiane si apprezzi particolarmente una fumante tazza di tè caldo mentre in altre si preferisca un più rinfrescante e pratico bicchiere di tè freddo già pronto. Nello specifico, in Lombardia e in Veneto, come dicevamo, si opta per il “fai-da-te” e si acquista maggiormente il tè in formato bustina: entrambe le regioni annoverano infatti due province nella top 10 di quelle con la spesa maggiore per questa categoria di prodotto, rispettivamente Milano (2° posto) e Varese (10°), Padova (4°) e Verona (7°). Al contrario, il tè in bottiglia è maggiormente consumato in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia: la classifica delle 10 località che più hanno speso per questa bevanda già pronta vede infatti una predominanza di province piemontesi e friulane, ossia Torino (2°) e Vercelli (7°), Trieste (3°) e Gorizia (9°). Ex aequo in Emilia-Romagna, regione con due province presenti in entrambe le graduatorie. Eppure, se Bologna sembra apprezzare entrambi i formati – tanto da posizionarsi al 6° posto della classifica delle province con la spesa maggiore in tè in bustine e in 4° posizione per quello in bottiglia – Forlì-Cesena si schiera dalla parte dell’infuso tradizionale, mentre a Rimini si beve maggiormente la versione fredda e già pronta.
Tè nero, l’infuso dal gusto “British” più acquistato in Italia
Gli italiani che preferiscono il tè in bustina sembrano tutti concordi sulla tipologia preferita: il tè nero. Infatti, se si guarda alle 10 province che secondo Everli hanno speso di più per questo formato, tutte nel 2022 hanno acquistato prevalentemente tè dal colore scuro e dal gusto forte e deciso. Entrando maggiormente nel dettaglio, nelle province lombarde, emiliane e romagnole sembra esserci una predilezione particolare per i sapori speziati e fruttati propri della miscela di tè nero di Ceylon e di Assam, mentre in Veneto si beve maggiormente il tè nero aromatizzato al limone (il più acquistato dai veronesi) o al bergamotto (il preferito a Treviso). Al secondo posto nel cuore – e nelle tazze – del Bel Paese c’è il tè verde, che con il suo sapore agrumato si è fatto spazio nei carrelli della spesa online, soprattutto a Milano, Trieste e Genova. Infine, c’è chi non vuole rinunciare a una tazza di tè ma neanche eccedere con la caffeina, per questo la terza tipologia di tè più acquistato su Everli è quello deteinato, comprato in particolar modo a Roma, Milano e Bologna.
Tè in bottiglia? Non solo limone o pesca, si fa spazio anche il tè verde
Nella sempre viva “lotta” tra chi preferisce il tè freddo al limone e chi quello alla pesca, sembra non ci siano dubbi: è il tè in bottiglia al limone a vincere. Infatti, nella top 10 delle province che spendono maggiormente per l’acquisto di tè imbottigliato secondo Everli, sono sei le città a scegliere la versione al limone, mentre solo milanesi e bolzanini rientrano tra i sostenitori del tè freddo alla pesca. In questa speciale sfida tra tè in bottiglia, però, compare anche un rivale inaspettato: il tè verde, in cima alla lista della spesa a Bologna e a Pesaro-Urbino.
Tra benefici e falsi miti: tutta la verità sul tè
Come spiega la nutrizionista di MioDottore, Francesca Maria Laguzzi, il tè gode di sostanze estremamente positive per l’essere umano, come polifenoli, in particolare catechine e flavonoli, che «hanno la capacità di alterare la patogenesi di alcune malattie grazie alle loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiproliferative, antibatteriche e antivirali». Nello specifico, “il consumo di tè è associato a una riduzione delle patologie cardiovascolari, alla modulazione della glicemia, alla promozione della digestione, a un effetto tonico e alla protezione da patologie neurodegenerative», commenta l’esperta.
Forse è proprio perché si tratta di una bevanda con molti benefici per l’organismo e consumata fin dall’antichità che, negli anni, attorno al tè si sono creati alcuni falsi miti. A questo proposito, la nutrizionista di MioDottore fa luce su 5 credenze ricorrenti:
- 1. Il tè non fa dimagrire ma, poiché più salutare di altre bibite zuccherate o gassate, è possibile annoverarlo tra le bevande “dietetiche”, sempre che non venga arricchito con zucchero, miele o sciroppi.
- 2. Bere tè con il limone non ne potenzia gli effetti positivi, può però essere un buon espediente per stimolare la funzionalità epatica, soprattutto se consumato appena alzati prima della colazione.
- 3. Il tè deteinato non è sempre la scelta più salutare, perché potrebbe essere prodotto tramite l’utilizzo di solventi non propriamente salutari.
- 4. Il tè verde non è per tutti, anzi può interferire con il metabolismo di determinati farmaci, poiché le catechine in esso presenti inibiscono degli enzimi, come il CY3A4.
- 5. Il tè non è dannoso per la salute epatica, o meglio, le normali quantità di assunzione non ne compromettono la funzionalità, ma è bene non esagerare: la presenza di tannini può interferire con la corretta assunzione del ferro, soprattutto se lasciato a lungo in infusione.
Dolci e cocktail a base di tè
Non soltanto infuso: il tè viene anche usato come ingredienti per dolci e cocktail. Ecco alcune ricette da seguire se vuoi stupire i tuoi ospiti con idee creative e originali:
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Alberto Lupini
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