Presente e futuro del turismo in Valle d'Aosta. La chiave? «Destagionalizzare»

Abbiamo intervistato Giulio Grosjacques, assessore regionale al Turismo. I numeri nella fase post pandemia sono positivi, grazie anche agli investimenti promozionali, ma permangono ancora alcune criticità

17 novembre 2023 | 16:12
di Gianluca Pirovano

Come sta il turismo in Valle d'Aosta? I numeri dicono bene. L'estate 2023 è stata caratterizzata da cifre record. Per intenderci, a giugno la regione ha fatto registrare 109.877 arrivi (+13,01% rispetto al 2022) e 219.103 presenza (+7,60%). Stesso discorso per luglio, con 229743 arrivi (+7,60%) e 624088 presenze (+6,33%). In entrambi i casi si tratta di dati migliori anche rispetto al 2019, ultimo anno prima del Covid e per questo motivo punto di riferimento importante. Si tratta, quindi, di un momento positivo per la regione montuosa, che deve, però, fare i conti con una serie di criticità che sono impossibili da ignorare. In primis, la difficoltà a destagionalizzare i flussi, comune in realtà a molte destinazioni di montagna. E ancora, l'accessibilità, che potrebbe avere un sensibile miglioramento in caso di crescita dell'aeroporto di Torino, il più vicino. E, infine, il problema del personale, che si fa sentire pesantemente anche tra le attività valdostane, nonostante la presenza, tra le altre cose, di una realtà di eccellenza come l’École Hôtelière di Chatillon.

Turismo in Valle d'Aosta: crescita e criticità

Della situazione del turismo valdostano ne abbiamo parlato con l'assessore regionale Giulio Grosjacques.

Partiamo dal presente: come sta il turismo in Valle d'Aosta? Che momento sta attraversando?
Dopo la pandemia ci siamo ripresi molto bene. Solo per stare alle ultime due stagioni, quella invernale e quella estiva, siamo sopra rispetto ai dati precedenti al Covid. Si è trattato di stagioni da record sia in termini di presenze che in termini di arrivi e siamo, peraltro, sopra anche all'ultimo decennio pre pandemico, quindi agli anni compresi tra il 2010 e il 201. Tra gli aspetti positivi, anche la presenza di moltissimi turisti stranieri, siamo intorno al 50% del totale. Il merito è degli investimenti fatti in termini promozionali, ma anche del continuo rinnovo degli impianti da sci, che sta dando ottimi risultati. 

Ma in che direzione guarda la Valle d'Aosta? All'Italia, alla Svizzera, alla Francia...
Il nostro punto di riferimento restano le regioni del Nord, quindi Piemonte, Liguria e Lombardia. Questi potremmo chiamarli i nostri clienti più affezionati. Allo stesso tempo, stiamo lavorando moltissimo sul mercato estero. Come? Partecipando a fiere e collaborando con molte agenzie in Svizzera, Francia, ma anche Belgio e Paesi scandinavi. I risultati di questo lavoro sono già interessanti e proseguiremo con campagne di penetrazione per raccontare il nostro territorio al meglio.

Ecco, in questo senso che ruolo potrebbe avere l'aeroporto di Torino? Potrebbe essere il vostro hub, ma nella realtà i viaggiatori preferiscono Ginevra o Malpensa, vero?
Sì, gli aeroporti di riferimento al momento restano Malpensa e Ginevra, ma il ruolo di Torino è fondamentale. Già abbiamo dei transfer fissi durante le stagioni invernale ed estiva e i piemontesi sono già, come dicevamo prima, nostri clienti affezionati. Per questo motivo ci si capisce, c'è una certa affinità e ci sono già stati degli incontri con l'obiettivo di migliorare e promuovere ancora meglio la nostra regione. Anche perché si tratta, in assoluto, dell'aeroporto più comodo per noi, da qualsiasi parte della Valle d'Aosta si arrivi.

Oltre alla questione aeroporto e, in generale, all'accessibilità della regione, in cosa deve ancora migliorare la Valle d'Aosta?
Credo che sia sulla stagione estiva sia su quella invernale in questi mesi si sia lavorato molto e i risultati lo confermano. Il passo successivo deve essere quello di riuscire a destagionalizzare il turismo. Per farlo, però, serve un lavoro collettivo, che coinvolga tutte le realtà turistiche e ricettive del nostro territorio, che per loro natura e per abitudine in certi periodi chiudono, per manutenzione o semplicemente per riposare. Dobbiamo andare oltre a questa cosa, fare un lavoro in sinergia. E noi, come Amministrazione regionale, dobbiamo abbiamo il compito di riempire queste stagioni "di mezzo" di contenuti, per fornire un ulteriore sostegno alle attività.

Anche voi, però, dovete fare i conti con la carenza di personale nel turismo. Questo nonostante la presenza sul territorio di una realtà d'eccellenza come l'École Hôtelière di Chatillon...
L'École per noi è un fiore all'occhiello, ma sull'aspetto del personale credo ci sia molto da lavorare. Lavorare facendo proselitismo, perché molto spesso i ragazzi che vengono formati all'interno della scuola non si fermano nelle strutture ricettive della Valle d'Aosta, ma proseguono il loro percorso di studio e di lavoro altrove. Questa tendenza, però, sta pian piano cambiando grazie alle realtà turistiche e ricettive valdostane che oltre ai tradizionali stage stanno offrendo ai ragazzi lavoro e percorsi professionalizzanti e in grado di appassionarli a quello che è stato il loro percorso di studi e che potrebbe diventare concretamente la loro attività futura.

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Alberto Lupini


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