La vicenda è tanto
semplice quanto diffusa: vittima è il
Princier Fine Resort & Spa di Viserba - frazione di Rimini - gestito da
Marcello De Sanctis che si è ritrovato una recensione postata da un turista del tutto inventata. Con il turista l’albergo aveva avuto un problema: due giorni prima dell’arrivo per il soggiorno, il cliente aveva disdetto la prenotazione e, nonostante gli sforzi, l’albergo non era riuscito a piazzare la camera ad altri. Dunque, scatta la penale. Ma scatta anche la furia del francese che, dunque, pensa bene di vendicarsi
scrivendo negativamente di un soggiorno in quello stesso hotel, soggiorno che mai era avvenuto.
«Non è stato certo facile ma, alla fine, Davide è riuscito a battere Golia - spiega a Riminitoday Marcello De Sanctis - solo cercare di stabilire un contatto con TripAdvisor è stata un'esperienza allucinante: formalismi, compilazione di “form” preordinati, connessione con centri d’assistenza esteri in cui gli operatori recitano un copione preordinato senza avere la minima cognizione di causa per quanto da loro espresso.
Tuttavia, non mi sono limitato solo a questo ma ho cercato nella mia battaglia di
percorrere tutte le strade possibili affinché potessi trovare l’agnizione delle mie ragioni. Sono arrivato a contattare varie istituzioni come l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nota come Antitrust,
Fipe, Federalberghi Italia e non per ultimo Aia di Rimini, che grazie al presidente Patrizia Rinaldis, mi ha dato sostegno e conforto. Dopo una belligeranza forse anche breve, mi è arrivata la mail che con come una bandierina bianca sanciva il riconoscimento delle mie ragioni, ovvero l’avvenuta cancellazione della recensione negativa che impropriamente il mio hotel aveva ricevuto».
Del resto l’odissea di tanti altri ristoratori e albergatori l’abbiamo raccontata spesso anche se il Gufo e le associazioni di categoria giurano che da ora in poi sarà più semplice essere ascoltati. Da quel
patto sottoscritto proprio questa estate a Londra che è sembrato positivo, ma ancora solo un piccolo inizio.
«TripAdvisor - prosegue De Sanctis - nella sua operosità non esegue alcuna debita verifica dei recensori ed ammette la pubblicazione/diffusione di fatti/giudizi anche mendaci ancorché segnalati e quindi non sempre depennabili. Non di meno per la sua realtà a maglie larghe, risulta essere un valido strumento di minaccia ai danni di operatori economici da parte di soggetti che richiedono sconti come corrispettivo di un giudizio non avverso. TripAdvisor rappresenta altresì fonte di guadagno illecito per taluni impegnati (sotto falso nome) per la pubblicazione dietro emolumento, recensioni fittizie che hanno come scopo l’elevazione della “web reputation” di un’attività, fuorviando l’utente finale in buona fede».
«Ora - conclude - non mi rimane altro che riscattare il danno subìto, per vie giudiziali, con l'autore materiale della recensione. Mi batterò anche a nome di tutti coloro che come me conducono la propria attività “purtroppo” sotto lo scacco di questo colosso web che ammette il verificarsi di quanto sopra edotto. Mi batterò per trovare equità anche attraverso la mia opera professionale come giurista che metterò a disposizione verso coloro i quali dovessero incappare in una “immotivata” recensione negativa».