Pompei e i disabili, grazie Franceschini

02 dicembre 2016 | 17:54
di Alberto Lupini
Gli hotel restano senza una norma nazionale che permetta l’apertura a tutti dei ristoranti interni e l’attribuzione delle stelle che definiscono il livello di ospitalità è variabile da regione a regione. Un sito in cui trovare tutti gli eventi, gli spettacoli e le mostre temporanee della Penisola non c’è neanche nei progetti a lungo respiro. I collegamenti fra ferrovie, aeroporti e scali marittimi sono in ritardo rispetto a qualunque parametro europeo. Le sovrintendenze sono ancora impegnate più a bloccare che a favorire il riutilizzo dei luoghi storici (e anche col terremoto abbiamo visto quanto possano essere dannose). Eppure, nonostante tutti questi handicap, il turismo italiano tiene e si conferma anzi come uno degli obiettivi più ambiti e ricercati dai viaggiatori di tutto il mondo.



A tenere alte le aspettative sono come noto una ricchezza unica sul piano artistico e ambientale, nonché il desiderio di esperienze enogastronomiche. Tutto ciò che alla fine trova una sintesi nel concetto di “stile italiano” declinato sul piano dell’accoglienza e dell’ospitalità.

A tenere alto questo profilo, nonostante le crescenti difficoltà, sono le grandi catene alberghiere e le aziende famigliari della ristorazione, che cercano di marcare la differenza rispetto a strutture spesso con livelli di servizi e offerta un po’ obsoleti o, peggio, condizionati da modelli di franchising che magari poco hanno a che vedere con la nostra tradizione e con la nostra cultura gastronomica.

In un contesto dove l’assenza più vistosa fino a poco tempo fa era quella delle istituzioni, dal Governo sembrano venire finalmente dei segnali di svolta in campo turistico. Dopo le iniziative dei giorni scorsi legate alla settimana di promozione della Cucina italiana nel mondo, in campo turistico è giunta ora una notizia davvero bella: a Pompei, il sito archeologico più visitato al mondo, è stato inaugurato un percorso accessibile ai disabili di circa 3 chilometri. Pompei resta comunque un’occasione persa per garantire realmente qualche frazione significativa di Pil in più (pensiamo solo ai custodi passati spesso alle cronache più per le chiusure che non le aperture del parco...), ma rispetto ad un’immagine di degrado a cui eravamo abituati, questo intervento restituisce dignità ed etica ad un servizio pubblico.

Sia pure per uno spazio limitato, negli scavi non ci saranno barriere. Né mentali né fisiche. “Pompei per tutti” sarà magari uno slogan un po’ eccessivo, ma certo da venerdì 2 dicembre in Italia abbiamo il più grande percorso archeologico accessibile ai disabili. E forse il primo al mondo per estensione. L’accesso vale non solo per chi ha problemi di deambulazione, ma anche per anziani, ipovedenti, persone infortunate o mamme con bimbi piccoli nei passeggini. Insomma, per una volta possiamo dare lezioni di attenzione e dignità. Vista la situazione di inaccessibilità della stragrande maggioranza dei nostri siti turistici, non possiamo che sperare il Ministro Dario Franceschini avvii un piano nazionale in questa direzione, così da aumentare i motivi per cui i turisti vengono in Italia. Per ora un grazie è più che meritato per il Ministro che ha voluto fortemente quest’opera.

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Alberto Lupini


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