#NoTripAdvisor arriva in Parlamento e il Governo apre gli occhi
14 marzo 2016 | 11:12
di Alberto Lupini
La campagna di Italia a Tavola per mettere un freno all’anarchia delle false recensioni su TripAdvisor segna finalmente un punto importante: Governo e Parlamento si muovono e in qualche modo ufficializzano che il “far web” dei commenti tarocchi e a pagamento costituisce un problema. E lo fanno proprio partendo dall’analisi e dalle denunce che da anni, primi in Italia, stiamo facendo. Sapevamo benissimo di rappresentare una posizione condivisa dalla stragrande maggioranza delle persone oneste (sia fra i gestori di locali pubblici sia fra i consumatori), ma ancora nessuno a livello politico aveva avuto il coraggio di sfidare il colosso americano, schierandosi con noi.
Giudicandoci quasi delle pulci fastidiose rispetto ad un elefante, molti politici italiani, a differenza di quanto fatto a Parigi o Londra, facevano al massimo finta di non vedere. Ora però non ci sono più alibi. Le denunce di Italia a Tavola sono finite in Parlamento e sul tavolo del Governo. Il merito va al deputato Gianluca Benamati (Partito Democratico) e ad un nutrito gruppo di suoi colleghi che hanno presentato un’interrogazione urgente partendo da una delle tante iniziative di Italia a Tavola: l’iscrizione sul portale americano di un ristorante, “La Scaletta”, mai esistito, a Moniga del Garda, fatto balzare in pochi giorni in cima alle classifiche di gradimento grazie a commenti falsi.
Secondo i parlamentari scesi in campo a tutela del libero mercato, è opportuno regolamentare il mondo delle recensioni online per evitare che grazie all’anonimato sia possibile screditare o avvantaggiare qualche ristorante o hotel facendo concorrenza sleale. Proposte che ricalcano alla lettera le posizioni espresse da Italia a Tavola e che ci danno nuovo impulso per proseguire nel nostro impegno.
Ora sappiamo che noi, la Federazione albergatori o l’Unione consumatori abbiamo fatto breccia nel muro di omertà o indifferenza della politica. E anche qualche associazione o sindacato che col dialogo ha cercato - finora senza successo - di cambiare alcune procedure di TripAdvisor, avrà più forza se vorrà capire che il vento sta cambiando.
Per ora una cosa è certa: la nostra battaglia continuerà e l’idea di essere Davide contro Golia potrebbe non essere solo un’illusione. Nel frattempo sono sempre di più i ristoratori che denunciano il sistema di TripAdvisor, e che per questo motivo aderiscono alla campagna #NoTripAdvisor contro anonimato e commenti fasulli in rete.
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Alberto Lupini