Migliaia di agricoltori a Montecitorio No alle imitazioni del Made in Italy

05 luglio 2017 | 09:55
Sono già migliaia gli allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della società civile e cittadini che sono giunti dalle diverse regioni a Roma a manifestare in piazza Montecitorio per fermare il trattato di libero scambio con il Canada, che per la prima volta nella storia dell’Unione europea accorda a livello internazionale il via libera alle imitazioni dei prodotti italiani più tipici e spalanca le porte all’invasione di grano duro e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero.



L’iniziativa è della Coldiretti insieme ad un’alleanza tanto inedita quanto importante con altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch) che chiedono di procedere senza fretta ad una discussione approfondita in Parlamento prima di assumere una decisione di ratifica che porterebbe ad un'indiscriminata liberalizzazione e deregolamentazione degli scambi con una vera e propria svendita del made in Italy. È stato esposto per la prima volta su un banco della Coldiretti il “maxipacco” con le imitazioni delle specialità nazionali più prestigiose, dai formaggi ai salumi, realizzate in Canada che il paese nordamericano sarà legittimato a produrre e vendere ai consumatori di tutto il mondo.

Ai rappresentanti delle istituzioni, della politica e della società civile gli agricoltori stanno distribuendo sacchetti di grano canadese con scritto “Così si uccide il Meridione” ma sono anche mostrati coupon di Facebook di una nota catena distributiva per acquistare pomodori San Marzano made in Canada. Nei cartelli si legge “No alla Fontina Made in Canada”, “Non svendiamo i nostri marchi storici”, “Il Parmesan canadese umilia l’Italia”, “Il prosciutto di Parma si fa solo in Italia”, “#stopCeta per salvare il Made in Italy”. In piazza anche moltissimi gonfaloni dei Comuni che hanno aderito alla mobilitazione.

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Alberto Lupini


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