Marcia su Roma dei balneari contro il Governo
Dopo aver proclamato lo stato di agitazione i sindacati dei balneari Sib e Fiba annunciano una manifestazione a Roma in piazza Santi Apostoli per giovedì 11 aprile per chiedere a governo e parlamento una legge che tuteli le aziende del settore
Dopo i primi malumori era arrivata la proclamazione dello stato di agitazione che ora si sostanzia in una manifestazione. A Roma, in piazza Santi Apostoli, i balneari scendono in piazza per chiedere al governo una legge che le aziende «attualmente operanti e di un modello di balneazione di successo fiore all'occhiello del "Made in Italy"».
Balneari, le motivazioni della manifestazione
«Come è noto dall'inizio della nuova legislatura chiediamo al Governo e al Parlamento di emanare una legge, ma, fino ad oggi, non siamo stati ascoltati», affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti. Insieme a loro scenderanno in piazza anche i sindaci dei Comuni rivieraschi.
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Una manifestazione «non contro il Governo, ma per sollecitare le Istituzioni nazionali a legiferare con urgenza: bisogna superare il caos amministrativo e mettere in sicurezza un importante settore economico di questo Paese formato da 30mila imprese e 100mila addetti diretti». «Saremo in tanti a Roma, provenienti da tutta la Penisola, per salvare il lavoro e le aziende, ma anche per salvaguardare un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia», sottolineano ancora.
Balneari, una manifestazione inevitabile
«L'assenza di atti concreti ed efficaci ha creato una situazione caotica per gli Enti concedenti e pericolosa per il settore del turismo balneare italiano», continuano i rappresentanti delle due Associazioni di categoria più rappresentative.
«Non possiamo permetterci - concludono -, purtroppo, di aspettare ancora. Non c'è più tempo: i Comuni stanno partendo per le gare applicando, in modo ognuno diverso e disparato, la cosiddetta direttiva Bolkestein. Alcuni le hanno già indette, con esiti prevedibili e sotto gli occhi di tutti. Nessuna spiaggia libera in più. Nessuna tariffa più conveniente per i turisti. Si toglie soltanto l'azienda a chi l'ha realizzata per consegnarla al "grande capitale": lo dimostra la vicenda di Jesolo».
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Alberto Lupini
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