L’ultimo sos delle agenzie di viaggi: «Aiuti ora o muoriamo a settembre»
Alcune associazioni di categoria hanno dato un ultimatum al Governo chiedendo aiuti concreti e tempestivi; senza di questi a settembre molte attività spariranno, ma prima scatterà una protesta senza precedenti
27 luglio 2020 | 15:51
Le associazioni del turismo organizzato, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi e Fto Confcommercio, plaudono al risultato ottenuto dal Governo in Europa sul Recovery Fund, ma ora si attendono una pronta risposta alle richieste di Tour Operator e Agenzie di Viaggi, le uniche aziende ad essere rimaste sino ad oggi senza alcuna forma sostanziale di aiuto.
Dopo il decreto “Cura Italia” - prima occasione mancata - la politica aveva rassicurato le categorie affermando che il successivo decreto avrebbe previsto misure straordinarie per il turismo. Nel decreto “Rilancio”, invece, nulla è stato previsto, a parte la ridicola e complessa misura del bonus vacanze che, per come è strutturato, non ha raccolto nemmeno il consenso degli albergatori. È stato chiesto di attendere gli emendamenti, ma dopo un intenso scambio di informazioni e dopo l’invio di numerose proposte elaborate dalle categorie, nessuna norma ha dato ossigeno ad un settore tra i più colpiti, che ha zero prospettive di ripresa per il prossimo anno e che, quindi, sta sostanzialmente morendo.
È difficile riuscire a capire come il comparto di Tour Operator, Agenzie di Viaggi e Agenzie di Eventi, con un volume d’affari di 20 miliardi di euro e oltre 80mila dipendenti, sia stato privato di ogni misura di sostegno, nonostante abbia subito una perdita di oltre l’80% del fatturato annuo. Quelle che a marzo erano solo previsioni, ad inizio agosto sono divenuti dati certi che, nella loro crudezza, confermano decrementi che dovrebbero portare qualsiasi Governo a introdurre con urgenza ogni misura utile. Non si è perso solo il fatturato da marzo ad agosto, è a rischio quello di un intero anno.
Molte imprese - vista la stagionalità e le bassissime marginalità di questo tipo di business - oltre all’Italia, programmano mete estere e, su questo fronte, sappiamo che la ripresa sarà lentissima: si stima un ritorno alla normalità, Covid permettendo, a fine 2022. Eppure, non solo non è arrivato un sostegno attraverso lo strumento del fondo perduto, ma sono stati chiusi quasi tutti i corridoi turistici extra UE e, per i pochi rimasti aperti, è stata prevista la quarantena al rientro per soggiorni superiori a 5 giorni, quando la permanenza minima all’estero per turismo è di 7 notti. In più, non è stato fatto alcun distinguo tra Paesi esteri sostanzialmente “covid free” ed altri.
Ora, da più fonti, si sente parlare di un prossimo decreto dedicato al turismo o di un pacchetto di misure mirate per il settore, a valere sul prossimo scostamento di bilancio. «Auspichiamo - fanno sapere le imprese - un immediato ed effettivo coinvolgimento delle categorie nell’elaborazione di queste misure e, soprattutto, ci auguriamo che il governo non intenda, per l’ennesima volta, riservare le “briciole” al settore più colpito per antonomasia. Invitiamo quindi il governo a non mancare anche quest’ultima chance. Non c’è più tempo. A settembre ci sarà la resa dei conti: molte aziende hanno già previsto di chiudere, molte altre lo faranno sicuramente nei mesi successivi. Migliaia di lavoratori e di famiglie verranno messi sul lastrico, andando comunque a gravare sulle casse dello Stato. E ciò rende ancora più incomprensibile i mancati aiuti a questo comparto».
«In assenza di coinvolgimento e di aiuti concreti - chiude la nota - annunciamo che il turismo organizzato non morirà nel silenzio e non accetterà questo destino senza reagire. Per questo, chiediamo al Governo di dare evidenza pubblica di ciò che intende fare per Tour Operator e Agenzie di Viaggi, anche con riferimento alle aziende sopra i 5 milioni di fatturato, che non hanno nemmeno beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’art. 25 del DL Rilancio. La pazienza dimostrata fino ad oggi da imprese e lavoratori è stata ormai sostituita da indignazione e sconcerto. Aidit, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi e FTO pretendono risposte urgenti. In difetto, le Associazioni si renderanno promotrici di una protesta senza precedenti che coinvolgerà tutto il settore».
Tour operator in rivolta
Dopo il decreto “Cura Italia” - prima occasione mancata - la politica aveva rassicurato le categorie affermando che il successivo decreto avrebbe previsto misure straordinarie per il turismo. Nel decreto “Rilancio”, invece, nulla è stato previsto, a parte la ridicola e complessa misura del bonus vacanze che, per come è strutturato, non ha raccolto nemmeno il consenso degli albergatori. È stato chiesto di attendere gli emendamenti, ma dopo un intenso scambio di informazioni e dopo l’invio di numerose proposte elaborate dalle categorie, nessuna norma ha dato ossigeno ad un settore tra i più colpiti, che ha zero prospettive di ripresa per il prossimo anno e che, quindi, sta sostanzialmente morendo.
È difficile riuscire a capire come il comparto di Tour Operator, Agenzie di Viaggi e Agenzie di Eventi, con un volume d’affari di 20 miliardi di euro e oltre 80mila dipendenti, sia stato privato di ogni misura di sostegno, nonostante abbia subito una perdita di oltre l’80% del fatturato annuo. Quelle che a marzo erano solo previsioni, ad inizio agosto sono divenuti dati certi che, nella loro crudezza, confermano decrementi che dovrebbero portare qualsiasi Governo a introdurre con urgenza ogni misura utile. Non si è perso solo il fatturato da marzo ad agosto, è a rischio quello di un intero anno.
Molte imprese - vista la stagionalità e le bassissime marginalità di questo tipo di business - oltre all’Italia, programmano mete estere e, su questo fronte, sappiamo che la ripresa sarà lentissima: si stima un ritorno alla normalità, Covid permettendo, a fine 2022. Eppure, non solo non è arrivato un sostegno attraverso lo strumento del fondo perduto, ma sono stati chiusi quasi tutti i corridoi turistici extra UE e, per i pochi rimasti aperti, è stata prevista la quarantena al rientro per soggiorni superiori a 5 giorni, quando la permanenza minima all’estero per turismo è di 7 notti. In più, non è stato fatto alcun distinguo tra Paesi esteri sostanzialmente “covid free” ed altri.
Ora, da più fonti, si sente parlare di un prossimo decreto dedicato al turismo o di un pacchetto di misure mirate per il settore, a valere sul prossimo scostamento di bilancio. «Auspichiamo - fanno sapere le imprese - un immediato ed effettivo coinvolgimento delle categorie nell’elaborazione di queste misure e, soprattutto, ci auguriamo che il governo non intenda, per l’ennesima volta, riservare le “briciole” al settore più colpito per antonomasia. Invitiamo quindi il governo a non mancare anche quest’ultima chance. Non c’è più tempo. A settembre ci sarà la resa dei conti: molte aziende hanno già previsto di chiudere, molte altre lo faranno sicuramente nei mesi successivi. Migliaia di lavoratori e di famiglie verranno messi sul lastrico, andando comunque a gravare sulle casse dello Stato. E ciò rende ancora più incomprensibile i mancati aiuti a questo comparto».
«In assenza di coinvolgimento e di aiuti concreti - chiude la nota - annunciamo che il turismo organizzato non morirà nel silenzio e non accetterà questo destino senza reagire. Per questo, chiediamo al Governo di dare evidenza pubblica di ciò che intende fare per Tour Operator e Agenzie di Viaggi, anche con riferimento alle aziende sopra i 5 milioni di fatturato, che non hanno nemmeno beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’art. 25 del DL Rilancio. La pazienza dimostrata fino ad oggi da imprese e lavoratori è stata ormai sostituita da indignazione e sconcerto. Aidit, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi e FTO pretendono risposte urgenti. In difetto, le Associazioni si renderanno promotrici di una protesta senza precedenti che coinvolgerà tutto il settore».
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Alberto Lupini
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