L'inaspettata eiliminazione della nazionale di calcio, sconfitta per 1-0 dalla Macedonia a Palermo, oltre a essere una vero e proprio dramma sportivo (per la seconda volta consecutiva l'Italia non parteciperà ai Mondiali), a catena inevitabilmente si ripercuoterà a livello economico su tutti i comparti legati al mondo del pallone, compreso quella della ristorazione. Si ipotizza già un calo del 20% del fatturato, ma il danno potrebbe anche essere maggiore. Stavolta, infatti, i Mondiali di calcio si sarebbero svolti in inverno. Di conseguenza difficilmente la gente si sarebbe riversata nelle piazze per assistere alle partite sui maxi-schermi, come abitualmente avviene in estate. Se ne sarebbe stata al coperto e al caldo, cenando o bevendo birre al bancone di un bar o al tavolo di un ristorante. I locali avrebbero quindi avuto un maggior afflusso di tifosi.
Ma non c'è solo questo aspetto da considerare; oltre che economica la mazzata per il settore, uscito con le ossa rotte dall'emergenza pandemica, è anche psicologica. Affossa ulteriormente una ripartenza che stenta a decollare, azzoppata dal caro energia, dall'inflazione e dalla conflitto in Ucraina. Ma c'è anche chi invita comunque a guardare avanti, a trovare alternative da questa mancata opportunità. Ovvero, a organizzare eventi che spingano la gente a uscire per andare nei bar e nei ristoranti per vivere a qualcosa di diverso del tradizionale bar sport.
L'esclusione dell'Italia dai Mondiali è un danno per tutti
L'aver mancato l'accesso ai Mondiali di calcio, che si disputeranno dal 21 novembre in Qatar, è un danno che a cascata si ripercuoterà su molti settori dell'economia italiana, legato a tutte le aziende che in qualche modo hanno a che fare con il calcio. Fra queste inevitabilmente ci sono bar, ristoranti, pizzerie, ma anche centri commerciali (per l'acquisto di alcolici e bevande). Tutti esercizi che durante le partite dell’Italia a un Mondiale hanno possibilità di guadagno maggiori rispetto a un normale giorno lavorativo. Nel 2017, quando l'Italia venne eliminata dalla Svezia e non riuscì a qualificarsi per i Mondiali che si svolsero in Russia nel 2018, si stimarono mancati guadagni complessivi sull'ordine di 5/6 milioni di euro a partita. Adesso si ipotizzano mancati introiti pari al 20%; soldi in più che avrebbero potuto fare comodo al settore della ristorazione uscito malconcio dall'emergenza pandemica e la cui ripresa è stata finora azzoppata dall'inflazione, che ha portato al caro materie prime, e dal caro energia. Criticità che si sono ulterioremente acuite a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina.
Fipe: «L'esclusione dell'Italia dai Mondiali di calcio è anche un danno sociale»
Per Aldo Cursano, vice presidente della Federazione italiana pubblici esercenti, al di là delle ricadute economiche per il settore della ristorazione, l'eliminazione dell'Italia provocherà anche un'immediata crisi sociale. «Questa eliminazione in un momento complesso come quello che stiamo vivendo non ci voleva - ha spiegato - In queste situazioni serve speranza, entusiasmo positività, stimoli che ci facciano credere nel futuro. E i Mondiali di calcio sono anche questo: sono dei grandi contenitori di emozionalità. Sono momenti in cui si condivide, si sta insieme, gioendo e soffrendo davanti a uno schermo. Il nostro Paese in questo momento ha visogno di sogni e speranze. Ora è diventato tutto molto più complicato».
«Da un'opportunità mancata si possono trovare delle alternative»
Per Fiorenzo Colombo, barista, socio fondatore di Abi professional, l'Associazione dei barmen italiani, il danno ipotizzabile causato dalla mancata qualificazione al Mondiale per l'Italia per bar e ristoranti è di almeno il 20% in meno di ricavi. Però, al tempo stesso, invita a guardare avanti. «Non dobbiamo fermarci a questa sconfitta - ha premesso - Dobbiamo trasformare una mancata opportunità di guadagno in alternative. Dobbiamo pensare a come far tornare di nuovo la gente nei bar e nei ristoranti. Il Covid ha aumentato la paura nelle persone e di certo l'inflazione non aiuta a uscire di casa. Per questo in questo momento serve ingegno e ingegno. Bisogna organizzare serate ed eventi alternativi a quelle dove abitualmente ci si limitava a trasmettere le partite in televisione. In questo modo avremo imparato un po' di più a fare fronte alle emergenze e a trasformare le sconfitte successi».
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Alberto Lupini
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