Imprese fiduciose, famiglie meno. Sulla ripresa pesano tasse e inflazione

Secondo l'analisi Confcommercio, investimenti e miglioramento dell'attività economica rendono più rosea la fine dell'anno per le aziende. Consumatori più preoccupati da reddito, lavoro e prezzi in aumento

11 ottobre 2021 | 12:04

Mancano poco meno di tre mesi alla fine dell'anno e la fiducia su una ripresa dell'economia italiana coinvolge più le aziende che le famiglie. A rivelarlo è un'analisi di Confcommercio secondo cui le imprese battono i consumatori in termini di sentiment relativo al recupero di questo 2021: 42,7% vs. 24,3%. Una maggiore fiducia dovuta al miglioramento della propria attività e a un aumento degli investimenti (che dovrebbe coinvolgere 1 impresa su 3) soprattutto in tema di sostenibilità e innovazione. Dall'altro lato, la forte cautela delle famiglie è generata dai timori per un possibile calo dei redditi (80% del campione) e dei risparmi (68,5%), ma anche dalle previsioni di spesa in beni e servizi negli ultimi mesi dell'anno (sostanzialmente stabili per il 75% del campione).

Sia le famiglie che le imprese, comunque, ritengono che in questa fase della pandemia i principali ostacoli al consolidamento della ripresa siano riconducibili a fattori specificamente economici e finanziari, più che politici e sanitari. Entrambe sono concordi nel ritenere l’aumento delle tasse, l’inflazione e la perdita di posti di lavoro i principali ostacoli alla ripresa economica del nostro Paese.

 

La fiducia delle imprese, in attesa dei fondi europei

Per quanto riguarda la previsione degli imprenditori circa l’andamento della propria attività negli ultimi quattro mesi del 2021, la quota maggiore indica un lento ma costante miglioramento (60,9%), mentre il 30,8% prevede una sostanziale stabilità. Anche in tema di investimenti le previsioni sono sostanzialmente positive con un 60% di stabilità e un 33,8% di imprese intenzionate ad aumentare le dotazioni soprattutto in tecnologia/innovazione e nell’ambito della sostenibilità/green. In ragione delle migliorate condizioni di accesso al credito, e probabilmente in virtù di aspettative in peggioramento sui costi dei finanziamenti, anche a prescindere dalla brillantezza attuale delle vendite e dell’attività economica. Potrebbe non essere estraneo a questa propensione, l’aspettativa di un sostegno alla spesa in conto capitale proveniente dai fondi europei del Next Generetaion Eu. Sul fronte occupazionale, infine, il 75,4% delle imprese prevede di arrivare a fine anno in condizioni di stabilità, mentre il 18,9% prevede di incrementare la forza lavoro, ricorrendo soprattutto a stagisti e apprendisti, e solo il 5,7% indica una possibile riduzione degli occupati nella propria impresa.

 

Famiglie preoccupate da spese e risparmi

Quanto alle famiglie, il minore ottimismo rispetto alle imprese sulla ripresa economica risente maggiormente dei giudizi sulla situazione personale: le previsioni dell’andamento di redditi e risparmi, da qui a fine anno, sono ritenute prevalentemente stabili o in calo (i redditi per l’80% del campione, i risparmi per il 68,5%). Le previsioni di aumento sono, infatti, limitate a un quinto delle famiglie per i redditi e a quasi 1 famiglia su 3 per i risparmi. Anche i consumi negli ultimi mesi dell’anno risentiranno di questi timori con prevalenza di stabilità nella spesa per beni e servizi (esclusi gli alimentari) per il 75,5% delle famiglie e sostanziale parità tra chi prevede un aumento (12,3%) e chi un calo (12,2%).

 

 

Carlo Sangalli: «Tasse, lavoro e inflazione le leve su cui intervenire per incentivare i consumi»

«L’economia è in fase di recupero e c’è più fiducia delle imprese. Prevale, invece, l’incertezza delle famiglie che temono più tasse, inflazione e perdita del lavoro. Incertezza che si traduce in meno consumi e dunque meno crescita. Ecco perché è vitale che la riforma fiscale punti su semplificazione e diminuzione delle tasse, passaggio fondamentale, insieme all’utilizzo efficace del Pnrr, per rimettere in moto il Paese», è stato l'auspicio del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

 

Canali e merceologie di acquisto

Quanto alle tipologie di acquisti, i maggiori cali riguardano il comparto turistico (viaggi e vacanze), quello del tempo libero (spettacoli, concerti, partite allo stadio) e l’acquisto di auto e moto. Tra i canali di acquisto, online e Gdo si confermano tra le modalità preferite dai consumatori, mentre risultano particolarmente penalizzati gli acquisti nelle grandi catene e nei centri commerciali.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024