Formaggi, origine garantita Anche al ristorante
Così come negli ultimi anni è accaduto per il vino, diventato specchio di una ristorazione di qualità, anche per i formaggi andrebbe utilizzata maggiore attenzione per indicare sempre al consumatore la provenienza
30 ottobre 2017 | 17:05
di Alberto Lupini
La denuncia fatta da Berni sulla scarsa attenzione ai prodotti tipici da parte dei ristoranti è netta quanto circostanziata. «Su 100 kg di formaggio vaccino grattugiato e utilizzato nelle cucine professionali - dice - non più di 56 kg sono di formaggi a denominazione, il resto proviene da produzioni casearie similari. Mentre nei consumi domestici i formaggi similari già grattugiati vengono acquistati in proporzioni nettamente inferiori, il 12% delle bustine. Questo vuol dire che le famiglie sono più propense a scegliere la qualità Dop rispetto al prezzo, negli esercizi invece il prezzo guida le forniture».
Eppure, per restare al campo caseario, in Italia il 50% dei formaggi e derivati dal latte sono a denominazione, mentre un competitor come la Francia ne ha soltanto il 14% di certificati. Come dire che di spazio per valorizzarli anche al ristorante ce ne sarebbe. Così come si fa con il vino che è diventato negli anni uno dei simboli del nuovo modo di intendere la ristorazione di qualità (dalla cura delle carte agli abbinamenti, anche nelle trattorie e nelle pizzerie), sarebbe tempo di alzare l’asticella con tanti altri prodotti.
La questione è di garantire il consumatore riguardo alla provenienza. E non a caso questo è uno degli obiettivi indicati con chiarezza da Cesare Baldrighi, presidente di Aicig, l’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, che non a caso ha richiesto al ministero delle Politiche agricole un intervento affinché nei 330mila locali italiani dove si somministra cibo (e dove si consuma il 35% della spesa alimentare nazionale) siano indicate con chiarezza le provenienze dei prodotti utilizzati. Se ne avvantaggerebbe tutto il sistema a livello di salute pubblica e molti consumatori forse comprenderebbero come a volte si spendano davvero male i soldi, anche per menu che sembrano più che convenienti...
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Alberto Lupini