Il turismo “gay friendly” parte a Firenze Anna Paola Concia vuole sensibilizzare

31 luglio 2017 | 09:27
di Andrea Radic
«Il Paese si è imbarbarito, piccoli passi avanti con la legge sulle unioni di fatto e poi casi di omofobia inaccettabili. Siamo il Paese al primo posto tra le mete ambite dal turismo Lgbt e scendiamo all'ottavo posto come Paese effettivamente meta delle loro vacanze. Dobbiamo fare un grande lavoro di sensibilizzazione». Anna Paola Concia, assessore al Turismo della città di Firenze, commenta così i recenti casi di omofobia avvenuti in Calabria, dove il proprietario di un agriturismo ha esposto il cartello "Vietato l'ingresso ai gay" e a Milano dove un locale pizzeria è stato imbrattato con scritte e insulti e ieri in Salento a San Foca dove il proprietario di un appartamento non affitta ai gay, "neppure se uniti civilmente" recita il sito web. 

Anna Paola Concia

«Queste notizie fanno in fretta il giro d'Europa, la comunità Lgbt ha un forte passaparola, due amici tedeschi hanno letto della Calabria su un sito di news internazionale e hanno deciso di non venire in Italia. Dobbiamo evitare queste situazioni imbarazzanti: perché mai il turista omosessuale deve sentirsi respinto? Perché deve sentirsi a disagio? Perché non può stare tranquillo anche lui, come tutti? Manca la cultura del rispetto per la diversità».

Cosa di può fare?
Abbiamo deciso di intervenire, di fare qualcosa per portare Firenze ad essere una città che dia l'esempio del rispetto. Ho incontrato il presidente dell'Associazione italiana turismo gay e lesbica, Alessio Virgili e con lui abbiamo deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione verso albergatori, ristoratori, operatori del settore turistico, attraverso un calendario di incontri a partire da settembre. Vorrei che Firenze diventasse un luogo aperto e friendly dove il turismo Lgbt possa trovare rispetto e sensibilità. Firenze meta preferita per i matrimoni gay, un "wedding arcobaleno"».

Altre città la seguiranno?
Me lo auguro davvero. Lanciamo un hastag per sensibilizzare gl italiani. Come è stato fatto a Venezia con #enjoyrespect, un invito ai turisti a comportarsi meglio nei confronti della città. Giusto, facciamone uno anche noi che inviti a comportarsi con rispetto verso i turisti.

Ci sono ancora chiusure culturali?
Le dimostra chi ha comportamenti omofobi. Siamo un Paese per certi aspetti ancora molto diffidente verso la diversità, manca la cultura del rispetto che è presente in altri Paesi come la Spagna.

I turisti LGBT sono ottimi clienti per gli operatori del settore. Non a caso il governo spagnolo investe molto per attrarre questo target di turisti, con grandi campagne di promozione delle spiagge e delle città d'arte che compaiono in tutta Europa. Il turismo Lgbt è fatto di persone colte, di qualità, che spendono, e rappresenta un ottimo veicolo di mercato. Turisti che amano star bene, concedersi svaghi, stare in bei posti, mangiare bene, fare shopping. Persone con questo stile e questi mezzi, perché dovrebbero andare dove vengono respinte?

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Alberto Lupini


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