Fase 2, siamo ai dettagli Si lavora già per lockdown di ritorno

Il Governo sta studiando il piano per far ripartire l’Italia dal 4 maggio. Nelle strategie anche un pensiero per correre ai ripari tempestivamente in caso di seconde ondate di contagi

25 aprile 2020 | 10:56
Stanchezza da quarantena, posti liberi negli ospedali, un occhio di riguardo all’attenzione. Tra variabili oggettive e soggettive il Governo sta già lavorando per prevedere un piano di “rientro” nel caso in cui dopo il primo lockdown previsto per il 4 maggio si dovessero verificare aumenti preoccupanti dei contagi.


Al lavoro per ripartire il 4 maggio

Il Premier Giuseppe Conte con i Ministri, i sindacati e la task force di Colao sta valutando un meccanismo che usi insieme all'indice dei contagi anche la capienza degli ospedali sul territorio e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Resta ancora il nodo su decisioni nazionali o regionali; l’ipotesi è che un secondo lockdown potrebbe tornare in vigore solo in alcune aree del Paese, quelle precise in cui il covid dovesse tornare a farsi vivo con insistenza.

Intanto sulla riapertura quasi totale del 4 maggio - seppur condizionata da strascichi di restrizioni - si continua a discutere. La problematica principale resta quella di predisporre locali e mezzi pubblici che sappiano rispondere alle esigenze di sicurezza.


Il piano delle riaperture

Sulle attività produttive l'orientamento resta quello di aprire tutto il 4 maggio e non fare eccezioni per le aziende private, nonostante il pressing delle imprese e delle Regioni, ma riavviare l'edilizia pubblica il 27 aprile, come sollecitato dai Comuni. Dunque nessuna modifica dei codici Ateco ma il confronto finale dovrebbe esserci oggi, sia con le parti sociali sia con gli enti locali che avevano chiesto, con Stefano Bonaccini e con governatori come Luca Zaia, di permettere di riaprire le aziende il 27.

Quanto più in generale al piano della fase 2, Conte si prende ancora del tempo per definire i diversi aspetti, che dovrebbe illustrare al Paese non nel giorno della Liberazione, ma domenica 26 o lunedì 27. In discussione ci sono sia le regole sul distanziamento sociale e sull'utilizzo delle mascherine, sia la gestione dei trasporti. Poi bisogna decidere come scandire l'apertura di ristoranti e bar, con la possibilità che in una prima fase, dal 4 o dall'11 maggio, scatti la possibilità di fare asporto.

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Alberto Lupini


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