L’etichetta a semaforo? Un boicottaggio del cibo italiano

L’etichetta a semaforo introdotta da inglesi e francesi “boccia” alcuni prodotti italiani fondamentali nella Dieta mediterranea e finge di non vedere prodotti grassi, francesi e inglesi. Un paradosso che sa di complotto

23 aprile 2018 | 10:13
di Guerrino Di Benedetto
Se penso ai colori della tavola non posso non pensare al genio di Gualtiero Marchesi e a tanti cuochi che con i colori del cibo disegnano piatti e sapori unici. Ma come si dice a volte la realtà supera la fantasia, e questo accade anche nel cibo; e qui il genio inglese e francese che di cibo e cucina dovrebbero saperne, hanno avuto la bella idea di creare il “Nutri-Score”, ovvero un sistema di colori, esattamente cinque, dal verde intenso (il cibo che fa bene) al rosso scuro (il cibo che fa male), che dovrebbe tutelare la salute dei loro cittadini.



Come direbbe il filosofo dell'Ovvio, Massimo Catalano di Quelli della Notte, il verde è la frutta e la verdura e il rosso i formaggi e la carne. La bella idea però è che i prodotti francesi e inglesi sono esentati dai colori, sono quindi incolore; peccato che poi la Francia sia il Paese con i formaggi più grassi del pianeta, sicuramente più grassi di una mozzarella o di una ricottina. Gli inglesi hanno creato i semafori che però non fermano il “Parmesan cheese” della multinazionale alimentare Tesco, ma il semaforo della vecchia Londra ferma la ricotta fresca e il bitto di alpeggio, fatti con latte vero e non in polvere. Possiamo veramente dire che se ne vedono di tutti i colori nel mondo del cibo.

Ma non è finita qui; ecco quello che io chiamo il French-English paradox, il paradosso franco/inglese. Le due nazioni europee sopra citate sono, secondo la classifica Bloomberg sulla aspettativa di vita e di salute dei Paesi europei, ai vertici per mortalità causata da colesterolo e ipertensione a causa dei grassi, degli zuccheri e del sale presenti nella loro dieta quotidiana. Ebbene questi Paesi boicottano con degli stupidi colori i prodotti del Paese, l'Italia, che nella stessa classifica viene promosso come simbolo di salute e benessere per la sua alimentazione e per la qualità dei suoi prodotti.

Mi spiace soprattutto per gli amici francesi che per anni ci hanno preso in giro con il loro paradosso francese sul vino che li aiutava a stare bene; ora però questi colori li aiutano solo a tenere alta la bandiera e le azioni di borsa delle loro multinazionali a discapito del buon cibo e del benessere delle persone. Un consiglio lasciate i colori del cibo ai cuochi.

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Alberto Lupini


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