Etichetta a semaforo anche in Francia Il criterio boccia l’85% del Made in Italy

05 aprile 2017 | 15:59
Anche la Francia, dopo il Regno Unito, si appresta ad apporre sugli alimenti l’etichetta a semaforo che indica con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri. La pubblicazione del decreto con cui il ministero della Salute francese è attesa per aprile e autorizzerà appunto l'uso volontario sui prodotti alimentari dell'etichetta “NutriScore”. Secondo indiscrezioni locali inoltre, anche in Belgio starebbe pensando all'introduzione di sistemi equivalenti.



L'etichetta NutriScore è stata scelta tra quattro diverse tipologie dopo una sperimentazione iniziata nel settembre 2016 e durata 10 settimane in 60 punti vendita di 4 regioni francesi. L’Italia sin dalle prime voci circa l’introduzione dell’etichetta a semaforo aveva espresso il suo parere fortemente negativo nei confronti di questa scelta a partire dal Ministro Maurizio Martina. Lo stesso pensiero è stato espresso anche da alcuni addetti ai lavori.

L’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in Europa boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea deve invece tutelare e valorizzare. È quanto è emerso da uno studio della Coldiretti illustrato dal presidente Roberto Moncalvo all’incontro “Il Paese più sano del mondo - L’Italia e il suo modello di qualità alimentare” a Strasburgo in cui sono stati esposti i primi esempi concreti di prodotti simbolo dell’Italia criminalizzati ingiustamente dall’etichettatura con i bollini a semaforo raccolti nei supermercati europei.

«L’Unione Europea - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - deve intervenire per impedire un sistema di etichettatura, fuorviante discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Denunciamo le distorsioni provocate dal sistema di informazione visiva. Ad essere bocciati dal semaforo rosso ci sono tra gli altri le prime tre specialità italiane Dop più vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea che ha garantito all’Italia di classificarsi tra 163 Paesi al vertice del “Bloomberg Global Health Index” per la popolazione maggiormente in salute a livello mondiale».

Un risultato reso possibile dalla varietà della Dieta mediterranea fondata principalmente su un equilibrio flessibile dei diversi alimenti senza censure che ha consentito agli italiani di conquistare valori record nella longevità con 80,3 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne. Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea. In gioco c’è la leadership italiana in Europa nelle produzioni di qualità con 289 riconoscimenti di prodotti a denominazione (Dop/Igp).

Rischia però di essere messo all’indice solo nelle produzioni a denominazione di origine (Dop) un sistema di eccellenza del Made in Italy che genera un volume di affari al consumo di 11,5 miliardi di euro, con 70mila operatori, ma il conto è in realtà ben più salato e riguarda interi settori chiave che vanno dai salumi ai formaggi fino all’olio di oliva.

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Alberto Lupini


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