Estate senza sagre Più clienti nei ristoranti?
Lo stop ad eventi che comportano assembramenti a rischio di contagi rappresenta per i ristoratori un’opportunità per avere più clientela. Ogni anno sono più di 7 su 10 gli italiani che partecipano alle sagre
12 agosto 2020 | 15:45
Sarà un ferragosto senza sagre, o quasi. Pur lasciando alle singole Regioni la facoltà di valutare la ripresa delle attività, il nuovo Dpcm del Governo ha disposto il prolungamento della sospensione di tutti quegli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, quando non è possibile assicurare il rispetto del distanziamento e delle altre misure di prevenzione di nuovi contagi.
Come ricorda Coldiretti, ogni anno oltre 7 italiani su 10 (73%) partecipano a sagre ed eventi enogastronomici e folkloristici durante la stagione estiva. E se a pagare il prezzo di questo stop saranno soprattutto i circa 34mila operatori ambulanti del settore alimentare, per i ristoratori rappresenta forse una buona notizia: già in sofferenza a causa del lockdown e per il protrarsi dello smartworking che ha sottratto clientela ai locali per la pausa pranzo, i ristoratori ora possono sperare in una maggiore presenza di clienti locali e di turisti, senza la “concorrenza” delle tante sagre e feste di piazza che nella bella stagione animano da nord a sud le serate italiane.
Ma la crisi delle sagre colpisce anche gli acquisti degli italiani, che sfruttano questi eventi per rifornire le proprie dispense di prodotti tipici, e il fenomeno dello street food che ha fatto segnare una vera e propria esplosione negli ultimi anni. Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono, infatti, dedicati a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio nel mese di agosto, con il massimo afflusso dei turisti. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa, spesso prodotti del territorio. Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di 5mila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
L’alternativa alle manifestazioni enogastronomiche cancellate dalla pandemia sono ad esempio i Mercati Europei che riprenderanno a partire dal 21 agosto in molte piazze d’Italia, o gli oltre mille mercati degli agricoltori che si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale insieme agli spacci in fattoria e agli agriturismi. L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore magari in occasione di sagre e fiere è anche un’occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e la tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Acquistare prodotti a chilometro zero direttamente dai produttori è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.
Il cibo è diventato il vero valore aggiunto di gite e vacanze made in Italy, con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 305 specialità a Indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica.
Ogni anno in estate oltre 7 italiani su 10 (73%) partecipano a sagre ed eventi enogastronomici
Come ricorda Coldiretti, ogni anno oltre 7 italiani su 10 (73%) partecipano a sagre ed eventi enogastronomici e folkloristici durante la stagione estiva. E se a pagare il prezzo di questo stop saranno soprattutto i circa 34mila operatori ambulanti del settore alimentare, per i ristoratori rappresenta forse una buona notizia: già in sofferenza a causa del lockdown e per il protrarsi dello smartworking che ha sottratto clientela ai locali per la pausa pranzo, i ristoratori ora possono sperare in una maggiore presenza di clienti locali e di turisti, senza la “concorrenza” delle tante sagre e feste di piazza che nella bella stagione animano da nord a sud le serate italiane.
Ma la crisi delle sagre colpisce anche gli acquisti degli italiani, che sfruttano questi eventi per rifornire le proprie dispense di prodotti tipici, e il fenomeno dello street food che ha fatto segnare una vera e propria esplosione negli ultimi anni. Sagre, fiere e mercati di paese in Italia sono, infatti, dedicati a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio nel mese di agosto, con il massimo afflusso dei turisti. Un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa, spesso prodotti del territorio. Infatti il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di 5mila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.
L’alternativa alle manifestazioni enogastronomiche cancellate dalla pandemia sono ad esempio i Mercati Europei che riprenderanno a partire dal 21 agosto in molte piazze d’Italia, o gli oltre mille mercati degli agricoltori che si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale insieme agli spacci in fattoria e agli agriturismi. L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore magari in occasione di sagre e fiere è anche un’occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e la tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Acquistare prodotti a chilometro zero direttamente dai produttori è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.
Il cibo è diventato il vero valore aggiunto di gite e vacanze made in Italy, con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 305 specialità a Indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica.
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Alberto Lupini
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