Dazi, Giansanti scrive all’Ue «Avviare un negoziato con gli Usa»

Il presidente di Confagricoltura si è rivolto al Commissario europeo al commercio, Phil Hogan, in vista della sua missione negli Stati Uniti, che avrà inizio il 14 gennaio

10 gennaio 2020 | 12:54
Il pericolo di nuovi dazi su prodotti del Made in Italy ha spinto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti a rivolgersi direttamente al Commissario europeo al commercio, Phil Hogan, in vista della sua missione negli Stati Uniti, sollecitando l’avvio di un negoziato con l’Amministrazione americana per scongiurare nuovi rincari già dalle prossime settimane su vini e olio d’oliva italiani. Attualmente i dazi applicati nell’ambito del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus sono già in vigore sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi e agrumi.
 
Massimiliano Giansanti

Le consultazioni con gli operatori economici promosse dall’amministrazione statunitense per questa seconda tornata di dazi si concluderanno lunedì prossimo, 13 gennaio, il giorno prima della missione di Hogan. Le nuove tariffe potrebbero scattare al massimo nel giro di un mese. Per l’Italia significa andare a colpire due comparti che rappresentano 2 miliardi di euro, la metà dell’intero valore delle esportazioni agroalimentari verso gli States.

«Sono convinto che il sistema agroalimentare in Italia e a livello europeo - scrive Giansanti - abbia molto da perdere nell’eventualità di un inasprimento delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Pertanto il nostro auspicio è che possa essere avviato un negoziato diretto per evitare l’aumento dei dazi e le inevitabili misure di ritorsione. La firma della ‘fase uno’ dell’accordo con la Cina e l’intesa raggiunta con il Giappone, che riguarda anche i prodotti del settore agroalimentare, fanno ritenere che, con tutta probabilità, le pressioni degli Stati Uniti si concentreranno ora sull’Europa. Ogni possibile iniziativa va posta in essere da parte dell’Unione - evidenzia il presidente di Confagricoltura - per evitare questo scenario fortemente negativo”.

Un inasprimento delle tariffe già in essere su formaggi, salumi e agrumi, e l’applicazione di nuove tasse su vino e olio, spingerebbero i nostri prodotti fuori mercato rispetto alla concorrenza dei Paesi terzi, con danni economici enormi per le imprese italiane e anche per il sistema americano basato sul florido business agroalimentare con l’Italia.

Confagricoltura ribadisce che, in via precauzionale, occorre accelerare le procedure per il varo delle misure compensative che si rendessero necessarie per i settori produttivi più colpiti. «I negoziati diretti possono dare risultati positivi anche per il settore agricolo - conclude Giansanti - in attesa dell’auspicabile rilancio del sistema multilaterale di gestione del commercio internazionale. Ovviamente, dal nostro punto di vista, esistono alcuni punti fermi non negoziabili, quali la massima sicurezza alimentare, la protezione delle risorse naturali e la salvaguardia della normativa europea in materia di indicazioni geografiche protette».

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Alberto Lupini


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