Dati sul turismo troppo discordanti L'Isvra rivuole l'Osservatorio

02 maggio 2017 | 15:19
Con la Pasqua e i ponti del 25 aprile e dell’1 maggio è cominciata la rituale raffica di annunci sull’andamento del turismo, diffusi soprattutto dalle organizzazioni di categoria. L’ Istituto italiano per lo sviluppo rurale e l’agriturismo (Isvra), ha analizzato le principali previsioni pubblicate quest’anno e nei due anni passati, confrontandole fra loro e, per gli anni passati, verificandole con le cifre ufficiali dell’Istat a consuntivo.



«Emerge - dichiara Mario Pusceddu, presidente di Isvra - che i comunicati stampa di previsione turistica hanno soprattutto lo scopo di dare visibilità a chi li diffonde sui mezzi di informazione e di sostenere o criticare le politiche governative di settore. Così le cifre sono generalmente molto ottimistiche oppure, raramente, eccessivamente negative, risultanti da sondaggi con esiti il più delle volte molto distanti. Quando l’Istat, dopo un anno, pubblica i dati ufficiali, nessuno si ricorda più chi abbia previsto il giusto e chi no».

Quest’anno, prosegue Isvra, gli italiani in vacanza per Pasqua sono stati pronosticati da un minimo di 7 milioni a un massimo di 14 milioni, per alcuni in crescita del 2,3%, per altri in calo dello 0,5% rispetto all’anno passato. Era più o meno uguale la “forchetta” dei valori assoluti lo scorso anno, qualcuno stimava un incremento del 7%, qualcun altro una flessione addirittura del 45%. In realtà (dati Istat provvisori pubblicati recentemente) la flessione c’è stata, ma di circa il 10%.

Non mancano le approssimazioni anche nel commento dei dati, come quella di un’organizzazione degli albergatori che, per il ponte del 25 aprile, ha espresso soddisfazione per l’incremento dei vacanzieri (+2,2%) salvo poi rilevare una diminuzione (-6,4%) di quelli che soggiornavano in albergo corrispondente alla perdita di circa 40mila ospiti. Oppure una associazione di agriturismi che lo scorso anno ha dichiarato il “tutto esaurito” e quest’anno un ulteriore incremento di ospiti del 10%, evidentemente impossibile visto il precedente tutto esaurito.

«Si sente la mancanza - conclude Isvra - delle puntuali previsioni trimestrali dell’Osservatorio nazionale del turismo, molto utili per guidare le scelte degli operatori turistici. La gestione dell’Osservatorio, curata fino al 2013 da Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche di Unioncamere), è poi passata all’Enit, senza che fino ad oggi abbia svolto le attività di ricerca pur stabilite dal decreto di affidamento.

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Alberto Lupini


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