Dalla peste al Rinascimento La storia aiuta a vincere la sfida
A metà del '300 in Europa morirono 20 miloni di persone. Fu una delle più grandi pandemie di tutti i secoli e avviò la fine del Medioevo. Di fronte al nulla del Coranavirus, al massimo cambieremo Governo
25 febbraio 2020 | 19:27
di Alberto Lupini
La Primavera di Salvini (immagine tratta da Repubblica.it)
Attraverso la Siria, spinta dalle invasioni dei mongoli, in circa un anno la peste nera era arrivata dapprima in Sicilia e Genova e poi si era diffusa in tutta Europa. E questo in un mondo senza aerei o autostrade. Nel corso del 1347 colpì anche la città di Firenze devastandola. Nel 1348 la peste nera aveva infettato la Svizzera passando dai Grigioni e tutta la penisola italiana, risparmiando parzialmente Milano. L’epidemia arrivò in Francia e in Spagna e nel 1349 raggiunse l'Inghilterra, la Scozia e l'Irlanda. E già qui ci sarebbe da chiedersi come sia possibile che in tempi di globalizzazione solo l'Italia segnali oggi i casi più gravi di Coronavirus... E ancor di più si dovrebbe valutare come ancora oggi nella sola Italia ogni anno muoiono 50mila persone per malattie infettive, ma nessun telegiornale ha mai fatto l'apertura su questi casi e nessun quotidiano ci dedica la prima pagina.
Ma torniamo alla peste nera. Solo nel 1353, dopo aver infettato tutta l'Europa, i focolai della malattia si ridussero fino a scomparire. Almeno un terzo della popolazione del continente ne era stata nel frattempo colpita e ci furono circa 20 milioni di vittime, tanto che si scese da 70 a 50 miloni di abitanti. La popolazione dell’Europa (a partire dagli italiani) era stata decimata.
Oltre alle devastanti conseguenze demografiche, la peste nera ebbe pealtro anche un forte impatto nella società del tempo. La popolazione in cerca di spiegazioni e rimedi arrivò talvolta a ritenere responsabili gli ebrei, che furono perseguitati. Erano gli untori, come qualcuno tenta di fare con i cinesi o qualche imbecille politico francese oggi con gli italiani del nord. Altri, in preda all'irrazionalità, attribuirono l'epidemia alla volontà di Dio e di conseguenza nacquero diversi movimenti religiosi che si colpevolizzavano, tipo i "flagellanti". Quasi che un Dio, di qualunque religione fosse, avesse mai bisogno dei ratti o delle pulci per punire i suoi fedeli peccatori.
Anche la cultura fu notevolmente influenzata dalla peste nera. Giovanni Boccaccio utilizzò come narratori nel suo Decameron dei giovani fiorentini che erano fuggiti dalla città appestata. Il soggetto della "danza macabra" è stato poi un un tema ricorrente delle rappresentazioni artistiche del secolo successivo, creando un filone artistico che è giunto fino a noi grazie ad esempio a personaggi come il premio Nobel Dario Fo.
Ma - e questo è forse l’aspetto più interessante - lo sconvolgimento epocale causato dalla peste, proprio per i suoi milioni di morti, creò di fatto le basi del Rinascimento, perchè il mondo doveva comunque ripartire. Dopo tanti orrori, a cominciare soprattutto da Firenze, anno dopo anno ci fu una ripresa generale della vita e della ricostruzione sociale. Dopo tanto dolore e tanti lutti ci si dedicò al bello, all’arte, contagiando prima tutta l'Italia e poi l'Europa. E a beneficiarne fu anche l’economia che si mise in moto ricercando nuovi modelli e nuovi mercati. Ma attenzione: venivamo da milioni di morti e non non certo dai nemmeno dieci decessi di oggi... Allora era di fatto iniziato il periodo che porterà in poco più di un secolo alla fine del Medioevo e all'avvio del Rinascimento. Da noi, al massimo, a Coronavirus archiviato, si assisterà alla fine del Governo Conte e alla nascita di un Governo Draghi o di un Governo Salvini.
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