Coronavirus, Assoturismo su marzo Già bruciati 200 milioni di euro
Le prenotazioni andate in fumo non riguardano solo le zone rosse: gli annullamenti a Roma e Sicilia per il prossimo mese sono state rispettivamente del 90% e 80%. La stima non include la spesa turistica dei visitatori
27 febbraio 2020 | 12:50
Il panico da coronavirus sta causando una crisi senza precedenti per il turismo italiano. L'allarme è esploso da poco meno di una settimana ormai, e alberghi, b&b e agenzie di viaggio hanno visto, secondo i dati di Assoturismo, andare in fumo 200 milioni di euro di prenotazioni solo per il mese di marzo. Si capisce quanto sia fondamentale lavorare per arrivare ad una normalizzazione, perché se si continua così un settore che vale circa il 13% del Pil italiano rischia di affondare.
Questa cifra (200 milioni di euro), già molto alta, comprende solo i valori di viaggi e sistemazioni cancellati, non include invece la spesa turistica dei viaggiatori, che avrà anch'essa pesanti ricadute su guide e trasporti turistici, su bar, ristoranti e attività commerciali in tutta Italia.
Sono state investite dalle disdette non soltanto le attività ricettive delle regioni interessate dai focolai: a Roma si registrano picchi di cancellazioni del 90% delle prenotazioni; in Sicilia dell'80%. Ad incidere anche lo stop alle gite, alla convegnistica e agli eventi... Ma pesano anche le cancellazioni che arrivano dai viaggiatori stranieri. Soffrono le città d'arte, dove i turisti provenienti dall'estero costituiscono circa il 50% dei flussi complessivi.
«Se la situazione di panico generalizzato dovesse protrarsi - commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo - migliaia di attività, in particolare quelle di piccole dimensioni, entreranno prima in crisi di liquidità, poi chiuderanno i battenti. Nella storia recente, il turismo italiano non ha mai vissuto una crisi come questa: è il momento più buio, neanche l’11 settembre aveva inciso così pesantemente. Il comparto è già in zona rossa, e come tale va trattato».
«La proposta di un tax credit per le attività colpite può andare bene, ma gli importi devono essere adeguati alla gravità del momento: le mezze misure, in questo frangente così critico, non servono a niente. Anche la sospensione dei pagamenti va estesa. Dobbiamo prepararci ad offrire sostegni più incisivi, in caso la crisi dovesse continuare. Migliaia di imprese aspettano con il fiato sospeso un sostegno per non crollare. Dobbiamo assolutamente trovare soluzioni percorribili. La nostra proposta è di istituire un fondo speciale finanziato anche con risorse europee: dai nostri partner ci aspettiamo solidarietà, è indispensabile per ridimensionare l’emergenza».
Coronavirus, la "desertificazione" dei centri
Questa cifra (200 milioni di euro), già molto alta, comprende solo i valori di viaggi e sistemazioni cancellati, non include invece la spesa turistica dei viaggiatori, che avrà anch'essa pesanti ricadute su guide e trasporti turistici, su bar, ristoranti e attività commerciali in tutta Italia.
Sono state investite dalle disdette non soltanto le attività ricettive delle regioni interessate dai focolai: a Roma si registrano picchi di cancellazioni del 90% delle prenotazioni; in Sicilia dell'80%. Ad incidere anche lo stop alle gite, alla convegnistica e agli eventi... Ma pesano anche le cancellazioni che arrivano dai viaggiatori stranieri. Soffrono le città d'arte, dove i turisti provenienti dall'estero costituiscono circa il 50% dei flussi complessivi.
Vittorio Messina
«Se la situazione di panico generalizzato dovesse protrarsi - commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo - migliaia di attività, in particolare quelle di piccole dimensioni, entreranno prima in crisi di liquidità, poi chiuderanno i battenti. Nella storia recente, il turismo italiano non ha mai vissuto una crisi come questa: è il momento più buio, neanche l’11 settembre aveva inciso così pesantemente. Il comparto è già in zona rossa, e come tale va trattato».
«La proposta di un tax credit per le attività colpite può andare bene, ma gli importi devono essere adeguati alla gravità del momento: le mezze misure, in questo frangente così critico, non servono a niente. Anche la sospensione dei pagamenti va estesa. Dobbiamo prepararci ad offrire sostegni più incisivi, in caso la crisi dovesse continuare. Migliaia di imprese aspettano con il fiato sospeso un sostegno per non crollare. Dobbiamo assolutamente trovare soluzioni percorribili. La nostra proposta è di istituire un fondo speciale finanziato anche con risorse europee: dai nostri partner ci aspettiamo solidarietà, è indispensabile per ridimensionare l’emergenza».
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Alberto Lupini
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