Cibo sempre più caro per l'inflazione: nei supermercati è boom di furti

Il carrello della spesa diventa sempre più caro e sono 5,6 milioni gli italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta e che non possono garantirsi l'acquisto di beni essenziali. Secondo l'Università Cattolica nel 2021 i furti negli scaffali hanno sfiorato i 3,5 miliardi di euro e la categoria alimenti è la più colpita. Per Coldiretti la situazione è destinata a salire drasticamente

14 marzo 2022 | 17:22
di Martino Lorenzini

La drastica impennata dei prezzi dei beni di consumo, provocata dall'inflazione, dal caro energia e adesso anche dalla guerra tra Russia e Ucraina, spinge sempre più persone a rubare nei supermercati. In particolare, a sparire dagli scaffali sono sempre di più i beni alimentari. È quanto afferma Coldiretti nell'analizzare i risultati dello studio "La Sicurezza nel retail in Italia", pubblicato dall'Università Cattolica, dove emerge che il costo complessivo dei furti sfiora i 3,5 miliardi. Per Coldiretti ci sono 5,6 milioni di italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta e che non riescono nemmeno a riempire il carrello della spesa coi beni alimentari essenziali. Per l'associazione che tutela gli agricoltori la situazione è destinata necessariamente ad aggravarsi, a causa della continua impennata dei prezzi. L'unico modo per lenire la situazione è sbloccare i fondi ministeriali per acquistare prodotti made in Italy da distribuire agli indigenti.

Fra gli scaffali del supermercato spopolano i furti di necessità

Dallo studio dell'Università Cattolica emerge che i cosiddetti "furti di necessità" sono i più diffusi. «Riguardano quasi i 2/3 della merce rubata a causa dell'incertezza sociale ed economica - ha spiegato Coldiretti -  L'incertezza provocata dalla guerra e dalla pandemia e l'effetto dei rincari  non faranno altro che aumentare il numero di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato, ma anche di quanti sono tentati dalla ricerca di soluzioni illegali per procurarsi i beni di prima necessità. Si tratta della punta dell’iceberg della situazione di crisi in cui si trova un numero crescente di persone, molte delle quali sono costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari». Per Coldiretti, come del resto era successo durante la pandemia, le persone che ricorrono alle mense della Caritas o al Banco alimentare sono persone che finora non avevano dovuto ricorrere ad aiuti esterni per procurarsi il cibo. Quindi si tratta molto spesso di gente che prima aveva un lavoro e che poi lo ha perso.

 

Prezzo del pane più caro a Ferrara

Ferrara oggi è la città dove il prezzo del pane ha raggiunto il livello più elevato. In base alle ultime rilevazioni del Mise, un chilo di pane fresco realizzato con farina di grano costa fino a 9,8 euro (quotazione massima), mentre il prezzo medio si attesta a 5,31 euro al chilogrammo. Al secondo posto si piazza Forlì, dove il prezzo massimo del pane fresco è di 9 euro al kg (4,37 euro il prezzo medio). Carissima anche Venezia, dove un chilo di pane fresco è venduto in media a 5,52 euro (8,5 euro la quotazione massima). I listini superano i 6 euro/kg in numerose città, da Milano a Bari, passando per Ancona, Macerata, Bologna, Bolzano, Modena, Reggio Emilia, Trento e Udine. Le province più economiche risultano essere Napoli (2 euro al kg il prezzo massimo), Cosenza (2,5 euro), Benevento (2,65 euro). Sul fronte della pasta di semola di grano duro Cagliari è la città più cara d’Italia, con i prezzi massimi che raggiungono il record di 4,7 euro al kg (1,95 euro il prezzo medio), seguita da Sassari 3,35 euro (1,80 euro/kg il prezzo medio).

La pasta ha superato i 3 euro al chilogrammo

Il prezzo massimo della pasta supera i 3 euro al kg in 7 città: Bergamo, Brescia, Genova, Grosseto, Macerata, Perugia, Pescara. I listini più bassi si registrano a Messina, dove il prezzo massimo è di 1,86 euro (1,21 il prezzo medio), 2,07 euro il prezzo massimo a Siracusa.

«Sui listini di prodotti come pane e pasta pende oggi la spada di Damocle della guerra in Ucraina che ha fatto impennare le quotazioni internazionali non solo del grano, ma anche del gas e del petrolio, voci che incidono sui costi di produzione e, quindi, sui prezzi finali al pubblico – avverte il presidente Furio Truzzi di Assoutenti –  Esiste il rischio di concreto di nuovi rialzi dei prezzi compresi tra il +15% e il +30% per una moltitudine di prodotti di largo consumo, dalla pasta ai dolci, passando per pane, crackers e biscotti». 

Coldiretti chiede di sbloccare al più presto i fondi ministeriali

Coldiretti ha quindi chiesto al Governo di sbloccare al più presto i 200 milioni di euro di fondi del Ministero delle Politiche agricole «per acquistare alimenti di base di qualità Made in Italy da consegnare agli indigenti». Per il presidente di Coldiretti Ettore Prandini «bisogna accelerare la presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con le risorse stanziate per acquistare cibi e bevande Made in Italy di qualità da distribuire ai nuovi poveri».

La lista dei prodotti per gli indigenti

La lista dei prodotti da acquistare per distribuire ai più indigenti per Coldiretti va dagli omogeneizzati per l’infanzia al latte, dai salumi ai formaggi a denominazione di origine, dall’extravergine Made in Italy alla carne, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai succhi di frutta. Coldiretti, da tempo si è affiancatata all’intervento delle istituzioni pubbliche nelle iniziative solidale. Insieme ad altre associazioni l'associazione ha donato nell’ultimo anno milioni di chili di cibo Made in Italy di alta qualità anche attraverso l’iniziativa la spesa sospesa nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Il valore medio della merce rubata è di 50 euro

Dallo Studio la Sicurezza nel retail in Italia il valore medio della merce rubata o recuperata nei singoli episodi di taccheggio nel 2021 era pari a 48 euro. I modi operandi più utilizzati dai taccheggiatori sono la rimozione delle etichette antitaccheggio e la tecnica del grab and run (termine anglosassone che si traduce in acchiappa e corri). Dallo studio è emerso che in Campania, Abruzzo e Lombardia si è registrata la massima incidenza di taccheggi per punto vendita tra il 2019 e i primi sei mesi del 2021, mentre per quanto riguarda il valore totale degli eventi registrati, le regioni più colpite risultano Lombardia e Emilia-Romagna. I furti sono avvenuti con maggiore frequenza nelle ore serali (dalle 18 alle 20) e nei fine settimana. Alcuni settori come Supermercati, ipermercati e Fai da te però presentano un numero rilevante di eventi anche all’orario del pranzo (dalle 12 alle 14) e durante la mattina.

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Alberto Lupini


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