Carne bovina made in Italy Dopo 16 anni la Cina rimuove il bando

Dopo 16 anni la Cina ha rimosso il bando sulla carne bovina italiana. Certamente i tempi di ripresa delle esportazioni non saranno brevissimi, dato che le parti devono prima varare un protocollo con i requisiti sanitari . A darne l'annuncio il ministero dell'Agricoltura cinese insieme all'Aqsiq

19 dicembre 2017 | 09:43
- Amministrazione per il controllo della qualità, l'ispezione e la quarantena, a conclusione dei lavori del Comitato governativo Italia-Cina presieduto dai rispettivi ministri degli Esteri, Angelino Alfano e Wang Yi.



La conferma dell'eliminazione effettiva del bando all'export di carne e seme bovino sarà data entro la fine dell'anno. Le autorità dei due Paesi potranno definire un protocollo di requisiti sanirati per l'export verso la Cina di carne disossata di bovini con meno di 30 mesi.

Ad aggiungersi a questo risultato, anche la rimozione da parte del ministero dell'Agricoltura e Aqsis cinesi del bando sul seme bovino italiano per il virus di Schmallenberg imposto nel 2012. A settembre una delegazione di esperti cinesi si è recata in Italia per un'operazione di verifica delle garanzie sanitarie offerte dal sistema produttivo. La svolta è frutto del lavoro di squadra tra ministero della Salute e ambasciata d'Italia a Pechino.

Il Ministro Angelino Alfano ha voluto sottolineare l’importanza dei dossier agroalimentari e dello sviluppo della cooperazione bilaterale nel settore dell’agricoltura e della sicurezza alimentare e della sanità animale. «Perché l’Italia - ha detto il Ministro - può dare molto a una Cina che vuol crescere nella qualità dei prodotti».

Intanto, Italia e Cina, in linea con il Piano d’Azione bilaterale 2017-2020, hanno confermato la priorità nei settori dell’ambiente e dell’energia sostenibile; agricoltura; urbanizzazione sostenibile; sanità; aviazione; tecnologie spaziali e relative applicazioni; infrastrutture e trasporti.


Angelino Alfano (foto: Il Sole 24 Ore)

Dichiarazioni
Cia-Agricoltori italiani
«È positiva la decisione del governo di Pechino - ha dichiarato Dino Scanavino, presidente della Cia-Agricoltori italiani - di rimuovere il bando sulla carne bovina italiana, aprendo a nuove possibilità di mercato per i nostri allevamenti. Adesso è importante che vengano rispettate le regola dalle autorità cinesi».

Coldiretti
«Con l’aumento record del 17% delle esportazioni agroalimentari italiane in Cina del 2017 - ha rilasciato la Coldiretti - è positiva la decisione del governo di Pechino di rimuovere dopo 16 anni il bando sulla carne bovina tricolore, assicurando nuove opportunità agli allevamenti Made in Italy. Una buona notizia per le stalle tricolori dove si producono carni più sane, perché magre, non trattate con ormoni (a differenza di quelle americane) e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali».

La Coldiretti fornisce anche un quadro di segnali positivi per l'Italia nel panorama del commercio internazionale, come il dimezzamento dei dazi all’importazione su alcuni prodotti cardine del Made in Italy a tavola. Si segnalano le riduzioni previste per Parmigiano Reggiano, Grana Padano e altri formaggi stagionati e per il gorgonzola (da 15-12% a 8%); per formaggio grattugiato e fuso e acquaviti di vino (da 10% al 5%); vermouth (da 65% a 14%); pasta e salsicce/salami (da 15% a 8%).

Agri - Confederazione agricola ed agroalimentare
«Accogliamo positivamente la notizia della rimozione del bando cinese sull'import di carne bovina italiana per la BSE e crediamo che il nostro Paese possa rispondere nei prossimi anni con un'offerta adeguata alla crescente domanda di qualità da parte della Cina. In Cina - ha commentato Pietro Minelli, presidente di Agri - Confederazione agricola ed agroalimentare - è stimata una crescita dei consumi di carne bovina nei prossimi 10 anni del 25% ed un forte aumento dell'import. L'Italia ha una grande opportunità per affermare la forte caratterizzazione e tipicità delle proprie realtà produttive sul mercato cinese con garanzie di elevati standard di qualità, tracciabilità e salubrità, ma bisogna fare di più nell'organizzazione dell'offerta, nella promozione e nella distribuzione. Occorre sviluppare sistemi di qualità certificati e differenziare il prodotto, porre in essere campagne di comunicazione per valorizzare il prodotto, dall'origine alla sicurezza, e stare nei circuiti distributivi moderni, anche attraverso la creazione di nuove piattaforme distributive nazionali che sappiamo sfruttare anche le nuove tecnologie d'informazione e commerciali».  

Confagricoltura
«Un risultato importante - ha commentato la presidente della Federazione nazionale di prodotto allevamenti bovini Elide Stancari - ottenuto innanzi tutto per l’impegno degli operatori della filiera che hanno messo a disposizione degli ispettori le loro aziende e stabilimenti ed anche grazie al lavoro del nostro governo e della nostra Ambasciata a Pechino, che apre interessanti prospettive per il settore bovino. Il risultato odierno è la riprova della qualità e della salubrità delle nostre carni e dell’alto standard di produzione dell’allevamento italiano.

«Sono segnali positivi - rimarca la rappresentante di Confagricoltura - sul fronte del commercio internazionale. Nell’era della globalizzazione aprire i mercati con regole giuste è un’opportunità importante per tutto il Made in Italy agroalimentare. È importante ora che l’ottimo lavoro del governo italiano prosegua per autorizzare al più presto i singoli impianti di macellazione e trasformazione per esportare nel Paese, ultimo atto che occorre per attuare la decisione presa».

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Alberto Lupini


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