Anna Lapini: «Il turismo in Toscana? Gli alberghi devono offrire più servizi»
07 aprile 2016 | 18:04
Trasformare gli alberghi in “hub” del territorio. È la proposta che lancia Confcommercio Toscana, inserendosi nel dibattito sulla modifica della legge regionale 42/2000, destinata a riordinare il sistema turistico. «Gli alberghi possono diventare poli - spiega la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini (nella seconda foto) - che fungano da vetrina e da centro di smistamento di tutti i prodotti e servizi a terra che una certa località può offrire. Dobbiamo quindi premiare le strutture che attuano politiche di comarketing stringendo accordi e convenzioni con altre imprese o professionisti del territorio per offrire ai clienti, insieme al posto letto, servizi aggiuntivi che vanno dal noleggio bici alla visita guidata, dal wine tour al pomeriggio relax in un centro termale».
«Non si tratta di trasformare gli alberghi in imprese “mangiatutto” - prosegue la presidente dell'associazione di categoria - né tantomeno in agenzie di viaggio, ma di incentivare forme di collaborazione che siano premianti per tutti. Il turista in arrivo ha nell’albergo il suo primo punto di riferimento, anche a livello informativo. Quindi, perché non sfruttare questa potenzialità per presentare l’intera gamma di offerte del territorio? È il mercato che lo chiede, anche i grandi player del turismo mondiale vanno nella direzione di abbinare al pernottamento servizi aggiuntivi, vedi Booking».
Secondo Confcommercio, «con la riforma della legge regionale, la Toscana ha l’opportunità di imprimere una svolta decisiva ai modelli di business finora sperimentati nel turismo, che ormai hanno mostrato tutti i loro limiti. Il settore dell’ospitalità ha bisogno di linfa nuova per svecchiarsi, restando però sempre nell’ambito delle regole di concorrenza leale. Nessuna deroga al principio “stesso mercato, stesse regole”».
Il riferimento va al mondo della sharing economy, che anche nel turismo ha introdotto attività ai limiti tra impresa e scambio di beni e servizi. «In attesa della legge Quintarelli attualmente in discussione, che sarebbe la prima in Italia a normare il mondo della sharing economy - precisa la presidente di Confcommercio Toscana - anche nella legge regionale sul turismo si possono inserire criteri qualitativi e quantitativi per distinguere le attività professionali da quelle che non lo sono. È un atto dovuto, in considerazione del proliferare di attività ricettive che è sotto gli occhi di tutti. Speriamo che vengano inclusi nell’elenco delle strutture ricettive anche gli affitti turistici, in modo che possa essere applicata anche ai loro clienti la tassa di soggiorno là dove è prevista. Sarebbe riportare equità nel mercato, riequilibrando tassazione e competitività».
Confcommercio indica poi la necessità di riportare l’attività di “albergo diffuso” nell’ambito esclusivo della valorizzazione di borghi rurali e centri storici minori: «È il motivo per cui è nata questa tipologia ricettiva - continua la presidente Anna Lapini - che attualmente invece viene autorizzata, in maniera generica, in tutti i centri storici, a Firenze come nel piccolo borgo di montagna. Bene invece applicarla solo in Comuni con meno di 15mila abitanti, nelle grandi città fa nascere solo una disparità di trattamento con le altre imprese ricettive”.
Più in generale, secondo Confcommercio Toscana la legge regionale sul turismo deve prevedere un nuovo modello di governance, pur sempre in continuità con quello sperimentato finora. “Proponiamo alla Regione di creare sistemi territoriali omogenei che elaborino il quadro triennale ed annuale dello sviluppo turistico locale. Siamo favorevoli al mantenimento degli Osservatori territoriali di destinazione, che si sono dimostrati in alcuni casi buoni laboratori di confronto e di idee, ma vorremmo che fosse dato loro solo il potere consultivo. Le decisioni siano affidate a cabine di regia professionali dove siedano enti pubblici e associazioni di categoria delle imprese che, a seconda delle occasioni, possono anche includere soggetti diversi come istituzioni o associazioni culturali particolarmente importanti. Penso al Carnevale per Viareggio, ad esempio”.
Per quanto riguarda Toscana promozione, infine, «ci piace - conclude la presidente - che si occupi solo e soltanto di turismo. Sarebbe auspicabile a questo punto che lo gestisse in toto, assorbendo tra le sue competenze anche la gestione della piattaforma digitale sul turismo ora affidata a Fondazione sistema Toscana».
«Non si tratta di trasformare gli alberghi in imprese “mangiatutto” - prosegue la presidente dell'associazione di categoria - né tantomeno in agenzie di viaggio, ma di incentivare forme di collaborazione che siano premianti per tutti. Il turista in arrivo ha nell’albergo il suo primo punto di riferimento, anche a livello informativo. Quindi, perché non sfruttare questa potenzialità per presentare l’intera gamma di offerte del territorio? È il mercato che lo chiede, anche i grandi player del turismo mondiale vanno nella direzione di abbinare al pernottamento servizi aggiuntivi, vedi Booking».
Secondo Confcommercio, «con la riforma della legge regionale, la Toscana ha l’opportunità di imprimere una svolta decisiva ai modelli di business finora sperimentati nel turismo, che ormai hanno mostrato tutti i loro limiti. Il settore dell’ospitalità ha bisogno di linfa nuova per svecchiarsi, restando però sempre nell’ambito delle regole di concorrenza leale. Nessuna deroga al principio “stesso mercato, stesse regole”».
Il riferimento va al mondo della sharing economy, che anche nel turismo ha introdotto attività ai limiti tra impresa e scambio di beni e servizi. «In attesa della legge Quintarelli attualmente in discussione, che sarebbe la prima in Italia a normare il mondo della sharing economy - precisa la presidente di Confcommercio Toscana - anche nella legge regionale sul turismo si possono inserire criteri qualitativi e quantitativi per distinguere le attività professionali da quelle che non lo sono. È un atto dovuto, in considerazione del proliferare di attività ricettive che è sotto gli occhi di tutti. Speriamo che vengano inclusi nell’elenco delle strutture ricettive anche gli affitti turistici, in modo che possa essere applicata anche ai loro clienti la tassa di soggiorno là dove è prevista. Sarebbe riportare equità nel mercato, riequilibrando tassazione e competitività».
Confcommercio indica poi la necessità di riportare l’attività di “albergo diffuso” nell’ambito esclusivo della valorizzazione di borghi rurali e centri storici minori: «È il motivo per cui è nata questa tipologia ricettiva - continua la presidente Anna Lapini - che attualmente invece viene autorizzata, in maniera generica, in tutti i centri storici, a Firenze come nel piccolo borgo di montagna. Bene invece applicarla solo in Comuni con meno di 15mila abitanti, nelle grandi città fa nascere solo una disparità di trattamento con le altre imprese ricettive”.
Più in generale, secondo Confcommercio Toscana la legge regionale sul turismo deve prevedere un nuovo modello di governance, pur sempre in continuità con quello sperimentato finora. “Proponiamo alla Regione di creare sistemi territoriali omogenei che elaborino il quadro triennale ed annuale dello sviluppo turistico locale. Siamo favorevoli al mantenimento degli Osservatori territoriali di destinazione, che si sono dimostrati in alcuni casi buoni laboratori di confronto e di idee, ma vorremmo che fosse dato loro solo il potere consultivo. Le decisioni siano affidate a cabine di regia professionali dove siedano enti pubblici e associazioni di categoria delle imprese che, a seconda delle occasioni, possono anche includere soggetti diversi come istituzioni o associazioni culturali particolarmente importanti. Penso al Carnevale per Viareggio, ad esempio”.
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Alberto Lupini
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