Speck, mele e prodotti lattiero-caseari Scoprire l'Alto Adige, adagio e con gusto
Come ogni terra di confine, l’Alto Adige si presenta regione complessa. A partire dalla denominazione biligue: riferirsi ad Alto Adige/Südtirol non è una carineria, ma è un ossequio alla storia
23 maggio 2018 | 09:32
di Guido Gabaldi
In vista della stagione estiva 2018 occorrerà raccontare che cosa questo territorio, in teoria poco abitabile ed accessibile, offra a turisti e gourmet: a tal fine l’Idm, azienda speciale della Provincia e della Camera di Commercio di Bolzano, ha utilizzato lo slogan “Adagio con Gusto”, titolo della serata di metà maggio presso la Dream Factory di corso Garibaldi, a Milano.
«I tempi lenti ce li impone la natura - sottolinea Thomas Aichner, responsabile marketing di Idm - provate voi a percorrere le nostre montagne di fretta o di corsa, tanto per capirci. O fate mente locale alla fatica di chi raccoglie le mele a mille metri di altitudine, o alleva le mucche a duemila. Tutto ciò che è intensivo non ce lo possiamo permettere: abbiamo capito ben presto che i nostri prodotti, frutto del lavoro di aziende medio-piccole e spesso isolate, non possono competere sul piano della quantità, ci rimane solo quello della qualità. Il che implica costi più alti e maggiori difficoltà nello spiegare al consumatore la differenza tra un prodotto altoatesino, meno diffuso e più caro, e la concorrenza».
Thomas Aichner
La coltivazione della Mela Alto Adige Igp, ad esempio, che la degustazione milanese ha reso disponibile nella macedonia, nel risotto, al naturale e in tanti altri modi, deve essere spiegata con cura per poter comprendere tutte le caratteristiche, anche organolettiche, del frutto: il succo, il colore, l’equilibrio fra dolcezza e acidità delle tredici varietà altoatesine si ottengono grazie al clima, all’altitudine, al rispetto dei criteri di coltivazione integrata e alla tenacia dei melicoltori, alle prese con i capricci del tempo e con gli attacchi dei parassiti.Problemi simili, ma anche opportunità, sul fronte lattiero-caseario: gli allevamenti altoatesini hanno una numerosità che difficilmente supera i venti capi e perciò, in termini di sostenibilità ambientale, proprietà organolettiche e caratteristiche nutritive, la differenza con quel che viene fuori dagli allevamenti intensivi è sostanziale.
«E adagio, con la lentezza dei montanari, arrivano i cambiamenti anche da noi - dice Joachim Reinalter, presidente di Mila, azienda altoatesina leader del settore - i nostri allevatori, in gran parte, stanno accettando la sfida del latte-fieno, che è una Specificità tradizionale garantita e regolamentata dall’Unione Europea, sulla falsariga della tutela fornita dai marchi Dop e Igt. Si tratta di un metodo d’allevamento che recupera un modello tradizionale a salvaguardia della salute e dell’ambiente. Secondo il disciplinare, le mucche devono nutrirsi in estate di specie erbacee fresche, e nel periodo invernale di fieno essiccato, per una quota non inferiore al 75%. Il resto è costituito da crusca di cereali e piante proteiche, rinunciando completamente agli insilati (mangimi fermentati)».
Il latte, la mozzarella, lo skyr e i formaggi a pasta dura ottenuti con questa nuova metodica hanno un sapore più pieno, rotondo, e consentono di presentarsi ai consumatori con una filosofia produttiva che ripropone sistemi di allevamento tradizionali: in Südtirol, su quelle montagne, per secoli i bovini hanno mangiato solo fieno.
Il terzo protagonista di “Adagio con gusto” è lo Speck Alto Adige Igp, che in Italia e nel mondo è ormai un simbolo della salumeria di qualità, grazie alla lenta stagionatura di almeno ventidue settimane e al mix di spezie che ne arricchisce la lavorazione, di solito sale, pepe, rosmarino, alloro e ginepro. Ma altrettanto importante è la pignoleria con cui i consorziati si sottopongono ai controlli imposti dal disciplinare di produzione, a garanzia del proseguimento di una grande tradizione. Il disciplinare prevede la rigorosa selezione degli animali, provenienti solo da allevamenti controllati, e poi le varie fasi in cui la carne viene salata, speziata, affumicata e stagionata all’aria di montagna, prima di essere marchiata con un sigillo impresso a fuoco.
Con l’aiuto di tre protagonisti di rilievo come questi, proponibili in una gamma di pietanze e stuzzichini quasi infinita, non dovrebbe essere un problema raccontare un territorio così complesso per orografia, storia, cultura e gastronomia. Motivo in più per augurare a turisti e gourmet, che sceglieranno l’Alto Adige/Südtirol per le vacanze, di inserire una marcia bassa, procedere “Adagio con gusto” e trovare il tempo per godersi con calma la scoperta di un territorio unico, in grado di abbinare clima mediterraneo e paesaggi nordici.
I numeri...
La Mela Alto Adige Igp
- 18.400 ettari di terreno coltivati
- 7mila aziende familiari
- 1 milione di tonnellate di raccolta totale
- 85% mele da tavola
- 10% mele biologiche
- 10% mele per uso industriale
- 13 varietà di mele
Lo Speck Alto Adige Igp
- 29 produttori autorizzati
- 22 settimane di stagionatura media
- 20° di affumicatura
- 5%, il massimo di sale contenuto
Il latte e i prodotti lattiero-caseari
- 5mila aziende agricole
- 75mila mucche
- 2 mungiture al giorno
- 24 ore l'arco di tempo durante il quale il latte passa dalla stalla alla lavorazione
- 9 latterie altoatesine
- Ogni seconda confezione di yogurt consumata in Italia è yogurt altoatesino
Per informazioni:
www.mila.it
www.idm-suedtirol.com
www.speck.it
www.melaaltoadige.com
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini