Expo, Padiglione Italia in ritardo Si lavorerà 24 ore su 24
30 marzo 2015 | 15:25
Tra cantieri in ritardo e costi che lievitano, tra gli impegni da rispettare e le indagini della magistratura sulle tangenti per i grandi appalti e sugli appalti per la ristorazione, tra poco più di un mese si aprirà il sipario dell’Esposizione universale a Milano. Ma non tutte le strutture potrebbero essere pronte all’inaugurazione, a cui sarà presente il Presidente del consiglio Matteo Renzi ma non il Capo di Stato Sergio Mattarella. Per l’organizzazione di un progetto così complesso, secondo i tecnici, sarebbe stato necessario più tempo. Tra i padiglioni più indietro con i lavori ci sono quelli di Cina, Turchia, Nepal e Russia.
«La battuta d’arresto c’è stata, ma - sostiene Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa, in una dichiarazione rilasciata all’Ansa - è stata molto limitata. L’Autorità anticorruzione ha preso subito decisioni alle quali ci siamo immediatamente adeguati. Adesso speriamo di recuperare velocemente il tempo che abbiamo passato col fiato sospeso, ogni ora ha il suo senso, perché in effetti dobbiamo proprio correre.
I ritardi, nel dettaglio, interessano soprattutto il cardo sud del Padiglione Italia e Palazzo Italia. Meglio l’Albero della Vita, a buon punto il Padiglione dell’Unione europea e quello del vino, ma le strutture al cardo sud destinate a Coldiretti, Confindustria e Regione Lombardia sono a rischio. Una missione impossibile secondo i tecnici, anche dopo il rinforzo dell’organico. Gli operai sono più che raddoppiati, passando da 70 a 150. Mentre i lavoratori di Italiana costruzioni cureranno gli esterni, ad aprile i tecnici cominceranno ad occuparsi degli interni. Un lavoro affannoso, che tuttavia difficilmente sarà completato per l’inizio dell’Expo. Probabile, insomma, che si comincerà e intanto si seguiterà a lavorare.
Palazzo Italia, stando alle ultime previsioni, dovrebbe riuscire ad essere terminato in tempo. Si lavorerà 24 ore su 24, arriveranno nuovi rinforzi di manodopera e alla fine la scadenza dovrebbe essere rispettata, anche se gli allestimenti dei cinque piani potrebbero concludersi soltanto ad Expo cominciato. Ma i visitatori, assicurano le fonti ufficiali, non avranno l’impressione di trovasi in un palazzo a metà. La sostituzione dei vertici, considerati i ritardi dell’opera, è un’ipotesi al momento lontana, ma sempre possibile. Arriva intanto l’analisi di Confartigianato sulle grandi opere, che mostra i divari tra preventivi di appalto e costi reali, nonché i ritardi nei lavori.
«La battuta d’arresto c’è stata, ma - sostiene Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa, in una dichiarazione rilasciata all’Ansa - è stata molto limitata. L’Autorità anticorruzione ha preso subito decisioni alle quali ci siamo immediatamente adeguati. Adesso speriamo di recuperare velocemente il tempo che abbiamo passato col fiato sospeso, ogni ora ha il suo senso, perché in effetti dobbiamo proprio correre.
I ritardi, nel dettaglio, interessano soprattutto il cardo sud del Padiglione Italia e Palazzo Italia. Meglio l’Albero della Vita, a buon punto il Padiglione dell’Unione europea e quello del vino, ma le strutture al cardo sud destinate a Coldiretti, Confindustria e Regione Lombardia sono a rischio. Una missione impossibile secondo i tecnici, anche dopo il rinforzo dell’organico. Gli operai sono più che raddoppiati, passando da 70 a 150. Mentre i lavoratori di Italiana costruzioni cureranno gli esterni, ad aprile i tecnici cominceranno ad occuparsi degli interni. Un lavoro affannoso, che tuttavia difficilmente sarà completato per l’inizio dell’Expo. Probabile, insomma, che si comincerà e intanto si seguiterà a lavorare.
Palazzo Italia, stando alle ultime previsioni, dovrebbe riuscire ad essere terminato in tempo. Si lavorerà 24 ore su 24, arriveranno nuovi rinforzi di manodopera e alla fine la scadenza dovrebbe essere rispettata, anche se gli allestimenti dei cinque piani potrebbero concludersi soltanto ad Expo cominciato. Ma i visitatori, assicurano le fonti ufficiali, non avranno l’impressione di trovasi in un palazzo a metà. La sostituzione dei vertici, considerati i ritardi dell’opera, è un’ipotesi al momento lontana, ma sempre possibile. Arriva intanto l’analisi di Confartigianato sulle grandi opere, che mostra i divari tra preventivi di appalto e costi reali, nonché i ritardi nei lavori.
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