Il testo del decreto - firmato dal ministro delle Politiche agricole e del Turismo, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico - detta le condizioni per l’utilizzo del riso e i criteri per la verifica della tracciabilità, stabilendo il “protocollo” che devono seguire gli operatori della filiera se vorranno utilizzare la denominazione “Riso classico”. Il marchio è valido sul territorio nazionale, a differenza di Dop e Igp che sono invece legati a un sistema di tutela della qualità riconosciuto dall’Unione europea. È un provvedimento vuole «difendere gli agricoltori», ha dichiarato il Ministro Centinaio in un tweet.
Alcuni risicoltori però guardano al provvedimento con una certa diffidenza, lamentando da un lato un possibile aumento di costi e pratiche burocratiche, dall’altro il rischio che i consumatori continueranno a ritenere i nomi delle grandi aziende produttrici più importanti rispetto al nuovo marchio.
Ma quali sono i requisiti per ottenere il marchio “Riso classico”? Come riportato da
La Provincia Pavese, i risicoltori dovranno utilizzare sementi certificate secondo la normativa in vigore, adottare sistemi per immagazzinare il “classico” separatamente e indicare il nome del marchio nei contratti di compravendita, nei documenti di trasporto e nelle fatture. Entro il 20 luglio (per il 2018 la scadenza sarà il 31 agosto), nell’annuale denuncia di superficie da inviare all’Ente nazionale risi, i risicoltori dovranno indicare i terreni che intendono destinare al “classico”.
L’Ente nazionale risi, inoltre, effettuerà controlli sugli operatori, dalla semina alla vendita, per verificare la congruenza della documentazione presentata e a campione in loco per verificare la documentazione e le registrazioni. Gli operatori coinvolti sono risicoltori, pilerie, confezionatori e commercianti di riso.
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini