“Zero Infinito” di Pojer e Sandri Il nuovo vino totalmente bio
09 aprile 2015 | 10:08
Da Pojer e Sandri, azienda trentina nata nel 1975 dall’incontro dei giovani Fiorentino Sandri e Mario Pojer, fare vino biologico è ormai una tradizione di famiglia, ma una delle novità più importanti è “Zero Infinito”, un vino senza nessun trattamento, senza nessun intervento di alcun tipo sia sul terreno che in cantina, presentato all’ultima edizione di Vinitaly.
«Questo era il nostro obiettivo - spiega Mario Pojer (nella foto) - a cui siamo arrivati dopo 40 anni di lavoro in cantina, con l’aiuto di 80 anni di esperienza in Germania, a Freiburg, dove per incrocio, per impollinazione, si è riusciti ad avere viti resistenti attraverso l’incrocio con varietà selvatiche. 80 anni di incroci per arrivare a Solaris, una varietà molto originale, molto profumata, ideale per essere coltivata in alta montagna. Nel vino si avverte in modo particolare la nota di pesca, tipica del Riesling, ma anche altre note che vanno verso il Sauvignon e il Moscato. È una varietà molto aromatica. Zero Infinito è un vino che presenta i lieviti in bottiglia e può essere consumato in diverse modalità: o con la vecchia tecnica della caraffatura, che permette di berlo limpido grazie all’utilizzo di una caraffa, oppure, come oggi spesso si tende a fare, movimentando la bottiglia (quasi “shakerando”) per arrivare a un vino torbido, che assomiglia quasi ad una birra Weizen, per cui un vino col fondo bevuto torbido».
Portata a termine la ristrutturazione di Maso Besleri a Cembra, sia sotto l’aspetto viticolo che della struttura del maso stesso, è iniziata questa nuova avventura a Grumes ed esattamente a Maso Rella, sempre in Val di Cembra. Avventura che nasce da una ricomposizione fondiaria nata da diversi acquisti di terreno, in parte viticolo ed in parte ad agricoltura mista; terreni abbandonati negli anni ‘50-60, sui quali è stato fatto un progetto di bonifica che prevede una risistemazione del terreno per la maggior parte a vigneto meccanizzabile, tenendo però alcune finestre con vigneto legato alla tradizione del posto con i famosi muretti della Val di Cembra e in parte reimpiantando le vecchie colture frutticole ivi esistenti come castagno, sorbo, noce ecc.
Per il vigneto poi si è deciso di mettere a dimora delle barbatelle di viti interspecifiche, nate a Freiburg (Germania) per incrocio (impollinazione) tra Vitis Silvestre (Labrusca - Amurensis) e Vitis Vinifera (Europea). Il carattere distintivo di queste varietà è la notevole resistenza alle malattie fungine: peronospora e oidio portata dal sangue “silvestre” e la piacevolezza olfattiva, gustativa dovuta alla prevalenza delle varietà Europee all’interno dell’incrocio.
Questo significa ZERO trattamenti in vigna anche perché è ormai assodata in Trentino la tecnica della confusione sessuale. Quindi ZERO fungicidi e ZERO insetticidi contro la tignola dell’uva. ZERO “deriva” in quanto il vigneto è inserito e protetto da un bosco di 50 ettari in montagna a 800-900 metri s.l.m., un “salvagente” che fa da barriera ad eventuali trattamenti fatti dai confinanti. La stessa vinificazione non prevede alcun intervento chimico esterno: ZERO solforosa, ZERO lieviti commerciali liofilizzati, ZERO chiarificanti, ZERO filtrazioni, ZERO antiossidanti (il lievito indigeno diventa l’antiossidante naturale del vino). Una tecnica ancestrale per arrivare ad un vino bianco frizzante, naturale, col fondo, a ZERO impatto chimico, il cui nome è appunto “Zero Infinito”.
Può essere decantato in caraffa per chi lo preferisce limpido o addirittura “agitato prima dell’uso” per chi ama la versione rustica contadina. Nel primo caso il deposito che rimane in bottiglia è l’ideale per un risotto “col fondo” estremamente naturale. Acidi organici, lieviti, ma soprattutto il cremor tartaro (il sale del vino) portano al piatto sapidità senza usare il sale da cucina (cloruro di sodio). Un progetto ambizioso nato nel 2007 che, con la vendemmia 2013, è stato ultimato.
Azienda agricola Pojer e Sandri
via Molini 4 - 38010 Faedo (Tn)
Tel 0461 650342 - Fax 0461 651100
www.pojeresandri.it
info@pojeresandri.it
«Questo era il nostro obiettivo - spiega Mario Pojer (nella foto) - a cui siamo arrivati dopo 40 anni di lavoro in cantina, con l’aiuto di 80 anni di esperienza in Germania, a Freiburg, dove per incrocio, per impollinazione, si è riusciti ad avere viti resistenti attraverso l’incrocio con varietà selvatiche. 80 anni di incroci per arrivare a Solaris, una varietà molto originale, molto profumata, ideale per essere coltivata in alta montagna. Nel vino si avverte in modo particolare la nota di pesca, tipica del Riesling, ma anche altre note che vanno verso il Sauvignon e il Moscato. È una varietà molto aromatica. Zero Infinito è un vino che presenta i lieviti in bottiglia e può essere consumato in diverse modalità: o con la vecchia tecnica della caraffatura, che permette di berlo limpido grazie all’utilizzo di una caraffa, oppure, come oggi spesso si tende a fare, movimentando la bottiglia (quasi “shakerando”) per arrivare a un vino torbido, che assomiglia quasi ad una birra Weizen, per cui un vino col fondo bevuto torbido».
Portata a termine la ristrutturazione di Maso Besleri a Cembra, sia sotto l’aspetto viticolo che della struttura del maso stesso, è iniziata questa nuova avventura a Grumes ed esattamente a Maso Rella, sempre in Val di Cembra. Avventura che nasce da una ricomposizione fondiaria nata da diversi acquisti di terreno, in parte viticolo ed in parte ad agricoltura mista; terreni abbandonati negli anni ‘50-60, sui quali è stato fatto un progetto di bonifica che prevede una risistemazione del terreno per la maggior parte a vigneto meccanizzabile, tenendo però alcune finestre con vigneto legato alla tradizione del posto con i famosi muretti della Val di Cembra e in parte reimpiantando le vecchie colture frutticole ivi esistenti come castagno, sorbo, noce ecc.
Questo significa ZERO trattamenti in vigna anche perché è ormai assodata in Trentino la tecnica della confusione sessuale. Quindi ZERO fungicidi e ZERO insetticidi contro la tignola dell’uva. ZERO “deriva” in quanto il vigneto è inserito e protetto da un bosco di 50 ettari in montagna a 800-900 metri s.l.m., un “salvagente” che fa da barriera ad eventuali trattamenti fatti dai confinanti. La stessa vinificazione non prevede alcun intervento chimico esterno: ZERO solforosa, ZERO lieviti commerciali liofilizzati, ZERO chiarificanti, ZERO filtrazioni, ZERO antiossidanti (il lievito indigeno diventa l’antiossidante naturale del vino). Una tecnica ancestrale per arrivare ad un vino bianco frizzante, naturale, col fondo, a ZERO impatto chimico, il cui nome è appunto “Zero Infinito”.
Può essere decantato in caraffa per chi lo preferisce limpido o addirittura “agitato prima dell’uso” per chi ama la versione rustica contadina. Nel primo caso il deposito che rimane in bottiglia è l’ideale per un risotto “col fondo” estremamente naturale. Acidi organici, lieviti, ma soprattutto il cremor tartaro (il sale del vino) portano al piatto sapidità senza usare il sale da cucina (cloruro di sodio). Un progetto ambizioso nato nel 2007 che, con la vendemmia 2013, è stato ultimato.
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Alberto Lupini
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