Viognier, vitigno bianco “imparentato” con Freisa e Nebbiolo
22 luglio 2017 | 13:36
di Piera Genta
Nel 2004, un’analisi del suo Dna, effettuata dai ricercatori del Cnr di Torino e dell’Università della California, ha dimostrato la sua origine alpina grazie ad una vicinanza genetica con un vitigno del Piemonte, il Freisa, a sua volta geneticamente imparentato con il Nebbiolo. In Italia il Viognier si va diffondendo soprattutto nelle regioni a clima caldo (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lazio) dove viene generalmente assemblato con altre uve. In Francia è il vitigno da cui provengono le uve con cui si ottengono due vini, il Condrieu, un vino raro costoso e ricercato dagli amatori, e il Château-Grillet, un vino Aoc vinificato da un solo produttore.
Viene coltivato anche in Spagna, Grecia, Svizzera e Austria, è uno dei grandi vitigni bianchi americani, coltivato principalmente in California, dove viene vinificato in purezza o assemblato con lo Chardonnay, lo Chenin bianco o il Colombard. È popolare anche in Australia, dove rappresenta il 70% della superficie coltivata a vitigni a bacca bianca e produce un vino piuttosto economico. Sembra promettere bene anche in Nuova Zelanda e in Sudafrica.
Con le uve del Viognier si producono vini di grande qualità, opulenti, molto profumati, dalle note floreali (violetta) o fruttate (mango, albicocca) molto pronunciate. Allo stadio di maturità ideale, libera dei tocchi di muschio, di pain d’épice e di tabacco. Sensibile all’ossidazione, è un vino che va bevuto giovane, anche se dipende molto dal terreno, dal rendimento e dallo stile di vinificazione. Il vino si apprezza in abbinamento con i pesci di fiume, i crostacei o la carne bianca. È indicato anche con un formaggio di capra, la Rigotte de Condrieu, o anche con gli asparagi. Per le note fruttate si accompagna ai cibi speziati della cucina thailandese e vietnamita. Consigliato con il sushi e il sashimi.
Foto: tongueexplorers.com
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Alberto Lupini