Vino, Loris Biatta (Le Marchesine): «In crisi, ma pensiamo al domani»
Il titolare dell’azienda di Passirano, in Franciacorta, racconta dell’impatto che il virus ha avuto sulla sua attività: «Se l’Horeca non si rialza, dovremo vendere alla grande distribuzione»
28 aprile 2020 | 09:10
di Roberto Vitali
Loris Biatta
La nuova struttura, moderna e multifunzionale, al passo con i tempi, in grado di soddisfare un mercato sempre in evoluzione come quello del turismo enogastronomico, nasce a fianco della cantina storica e dovrebbe essere inaugurata verso fine 2020. Neanche il tempo di terminare la domanda su come sta andando il lavoro, che Loris Biatta risponde: «Non va bene. È arrivato il Coronavirus e senza preavviso ci ha licenziati, tutti a casa». La sua è una risposta provocatoria ma fa capire lo stato d’animo dell’imprenditore costretto ad interrompere una attività produttiva che lo vede protagonista su tutti i mercati nazionale ed esteri, con oltre 500 mila bottiglie di Franciacorta Docg.
Quali sono i rischi che sta correndo la sua azienda e cosa sta facendo per sopperire alle mancate vendite nei bar, ristoranti, enoteche ed alberghi?
I rischi sono molti, ma penso sia così anche per le altre cantine. Fortunatamente l’azienda è sana e noi siamo tranquilli, perciò abbiamo la possibilità di ripresa. Per adesso ci siamo organizzati per fare delle consegne con vendite on line rivolte ad alcuni settori che hanno la possibilità di rimanere aperti.
Come è cambiata la sua vita nel quotidiano e come trascorre le sue giornate con il “restiamo a casa”?
«La mia vita è cambiata completamente, è stravolta. L’aereo era diventato la mia casa. Mi addormentavo a Milano e mi risvegliavo a New York oppure a Rio de Janeiro o in Canada ad Ottawa, insomma sempre in giro a promuovere le mie bollicine. Sono passato dall’essere uomo di mondo all’uomo di casa e questo in un certo qual modo è positivo, perché in questi giorni riscopro il calore della famiglia, lo stare con i miei figli e nipoti, con mia madre che mi segue come fossi ancora un bambino. Stare in azienda è come riscoprire antichi valori: lavorare la terra e curare i vigneti, andare in cantina e vedere pile di bottiglie che riposano in penombra in attesa di dare allegria sulle tavole. Tante cose dimenticate per la frenesia del lavoro e che oggi fa piacere ritrovare, come per esempio coltivare l’orto o prendere il trattore per lavori di manutenzione e fare vita all’aria aperta, dove il profumo della campagna penetra nei polmoni ed è bello respirarla. Sto riscoprendo quanto è bella la vita in campagna».
I vini dell'azienda Le Marchesine
Cambierà qualche cosa nelle strategie di vendita?
«Al momento è difficile pensare a dei cambiamenti, anche perché non sappiamo quanto durerà questa epidemia e in quale forma ci sarà la ripresa delle attività. Speriamo che il Governo con la Regione Lombardia sappiano prendere delle decisioni rapide per dare la possibilità a tutti di riprendere a lavorare. A noi preme la ripresa del canale Horeca. Mi auguro che avvenga prima dell’estate, almeno riusciamo a vendere i nostri vini, altrimenti bisognerà prendere altre strade, una delle quali potrebbe essere quella della grande distribuzione. Ma al momento la escludo. E poi pensare alla vendemmia, cercare le persone che vengano a raccogliere le uve, la loro sistemazione, mangiare e dormire. Tutti problemi logistici da risolvere. Ma in quale modo? Dobbiamo pensare al domani, che sono i prossimi mesi. Per i prossimi anni c’è tempo».
Sarà tutto come prima?
«No, non credo, dovranno passare alcuni anni per ritornare alla normalità, ma certamente cambierà il nostro stile di vita».
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini