Vino di Sicilia, il 2022 sarà l’anno del rilancio
Il nome “Sicilia” sta diventando un brand e un punto di riferimento per l’enoturismo, una garanzia. Il desiderio post pandemia di vivere all’aria aperta in contesti sani favorirà i consumi nell’Horeca e le vendite
Sicilia è sempre più un marchio, un nome commerciale, un’indicazione di successo che riporta alle bellezze turistiche, architettoniche e paesaggistiche dell’isola, nonché alla bontà dei suoi prodotti agricoli, alimentari, culinari delle specialità tradizionali e di quelle moderne. Inoltre Sicilia sempre più si identifica con biologico, con sostenibile, in quanto è la regione europea e forse al mondo con la più vasta percentuale agricola bio. Nell’agricoltura la parte del leone, il prodotto più diffuso e con maggiore fatturato è il vino e sempre più alla parola vino si affianca il nome Sicilia. Anche il consumatore della più sperduta landa comincia a identificare Sicilia con vino, affianca a Bordeaux, Borgogna, Napa Valley, Toscana, Veneto, anche la Sicilia. Compra sempre più spesso una bottiglia dove c’è scritto Sicilia, anche a prescindere dal produttore. Il vino siciliano, che fino ad alcuni anni fa si vendeva principalmente sfuso, oggi è maggiormente acquistato di qualità, possibilmente con un marchio di tutela che può essere Doc o anche Igt e questo è un enorme valore economico aggiunto.
Incremento di vendite
Purtroppo la pandemia, specie nel 2020, ha condizionato anche il vino siciliano che in totale ha avuto una produzione di 4,46 milioni di ettolitri, di cui quasi 700mila nella Doc Sicilia che chiaramente rappresenta di gran lunga la più estesa tutela isolana. Ancora i numeri dell’annata 2021 non si conoscono, ma per fortuna c’è stato un forte incremento di vendite, sia in quantità che in prezzo, in quanto, anche con le limitazioni, il settore Horeca ha avuto una buona ripresa.
Come si pensa che andrà il vino siciliano nel 2022? Quali sono le sue tendenze? Come si orientano i produttori per far fronte alle nuove richieste di mercato? Lo abbiamo chiesto ai principali operatori: Consorzio Doc Sicilia, Docg Cerasuolo di Vittoria, Doc Monreale, Strada del vino Valle dei Templi, Ais e Fisar Palermo, enoteche. Per tutti c’è una speranza che è quasi certezza, la pandemia sta rallentando grazie alle vaccinazioni, si stanno aprendo anche le discoteche e specialmente sempre più gente desidera recuperare il tempo perduto; quindi si comincia ad andare più al ristorante, al wine bar, oltre alla convivialità casalinga. Mediamente ci sono stati cali produttivi che vanno dal 15 al 20%, per fortuna la qualità dei vini 2021 è buona, in alcune zone addirittura ottima, anche perché nonostante il caldo estivo molte aziende si sono attrezzate con l’irrigazione di soccorso.
Il Consorzio Doc Sicilia guarda all'export
Il Consorzio Doc Sicilia si sta sempre più impegnando a diffondere la comunicazione all’estero per cui l’export dovrebbe aumentare nonostante la concorrenza di sempre più Paesi; i vini a suo marchio sono in costante aumento partendo da 95.594.310 bottiglie prodotte nel 2020, magari a discapito dell’Igt Terre Siciliane. L’impegno del Consorzio e l’attrattività del nome Sicilia faranno sì che sempre più le altre Doc vi aderiranno per goderne i benefici. L’obbligatorietà delle fascette di Stato sulle bottiglie aumenterà la garanzia di qualità. È unanime la previsione che oltre ai vini Doc Sicilia, gli incrementi riguarderanno la Docg Cerasuolo di Vittoria e la Doc Monreale che in questi giorni avrà l’approvazione del nuovo disciplinare che intelligentemente limiterà il marchio a soli quattro monovarietali: Perricone, Syrah, Catarratto e Insolia. La Doc Etna ha già raggiunto grande successo e date anche le poche superfici gli incrementi ci saranno ma per forza limitati.
L'introduzione delle fascette
«Avere obbligato i produttori ad aderire a una Doc per il Nero D’Avola e per il Grillo è stata una mossa vincente, perché i prezzi sono in aumento in quanto il consumatore ne associa la qualità e si sente più garantito, garanzia che da quest’anno aumenterà con l’introduzione delle fascette che faciliterà i controlli e complicherà la vita a quei pochi che avrebbero voluto fare i furbetti - dichiara il presidente del Consorzio Doc Sicilia Antonio Rallo - Andranno bene i rosati da Nero d’Avola e i Grillo, anche le bollicine, pur essendo volumi ancora marginali perché mancano apparecchiature e l’esperienza tecnica. Nei rossi Perricone e Frappato avranno buon successo, come un po’ tutti i bianchi».
Una meta enoturistica
Assovini Sicilia, associazione che riunisce 91 aziende vitivinicole si prepara a promuovere il nome “Sicilia” come punto di riferimento per l’enoturismo; il desiderio dei turisti di vivere all’aria aperta in contesti sani favorirà attività come visite e degustazioni, wine-trekking, picnic tra i filari e corsi di cucina. L’obiettivo per i prossimi anni è sicuramente quello di confermare l’isola come meta enoturistica di eccellenza. Molti ritengono che nel 2022 i consumatori tenderanno più a consumare i vini con un prezzo in genere tra le 10-15 euro e quelli di alta gamma oltre i 30, tanti altri invece constatano che la Sicilia sta vendendo tutto, dallo sfuso ai top. Le tipologie che continueranno a crescere sono i bianchi, i frizzanti e spumanti, i rosati, quelli di facile beva, sempre più richiesti dal popolo degli aperitivi, dei wine bar.
I canali di vendita
Per quanto riguarda i canali di vendita si nota la tendenza della Gdo ad accrescere l’offerta di vini non solo economici, gli scaffali si riempiranno di più cantine, di più etichette, entreranno in concorrenza con le enoteche, che per difendersi dovranno svolgere un servizio di informazione e di cura del cliente sempre più professionale. La pandemia ha portato positivamente le cantine ad attrezzarsi con la vendita diretta che con l’enoturismo in crescita avrà maggior sviluppo. Non dimenticando che anche nel vino non si potrà trascurare la vendita online dei siti specializzati che ormai si sono ben attrezzati anche nell’informazione.
Per quanto riguarda la ristorazione si spera che con la normalizzazione e l’aumento dei clienti non si ricarichino troppo le bottiglie, ci sarà un incremento della razionalizzazione della cantina, utilizzando sommelier e camerieri competenti sul vino, si dovrà tendere a far consumare maggiormente pur mantenendo il plafond di spesa. I ristoranti con svariate centinaia di etichette dovranno rivedere la loro politica; meno etichette significherà prezzi più accessibili e quindi maggiori vendite.
Comunicare il vino
La crisi pandemica è servita come momento di riflessione per molte aziende che hanno capito che per rilanciarsi non basta fare ottimi vini, bisogna saperli comunicare, ecco allora che ci sarà più presenza nei social, nei giornali online che stanno soppiantando per importanza le guide di settore, nella presenza agli eventi, ai concorsi. Alcune stanno rinfrescando il packaging e l’immagine delle etichette.
Obiettivo sostenibilità
Altra tendenza in aumento, oltre al biologico certificato, è la ricerca di sostenibilità complessiva a cominciare dai consumi energetici sempre più orientati al rinnovabile, al riciclo dell’acqua, all’alleggerimento delle bottiglie. Molte aziende si iscriveranno alla Fondazione SOStain che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo etico e sostenibile nel settore vitivinicolo siciliano. «Fare previsioni nei dettagli non è facile - annota Laurent Bernard De La Gatinais, presidente di Assovini Sicilia - Dipende da come si evolveranno le restrizioni da pandemia e se la ristorazione non avrà problemi sarà il settore con maggiore incremento, altrimenti si dovrà ripuntare sul consumo domestico».
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Alberto Lupini