Vini umbri: cinque etichette simbolo da apprezzare durante l'inverno
Il vino umbro conferma la sua qualità con etichette emblematiche. Dal Montefalco Sagrantino al Cervaro della Sala, cinque vini rappresentano al meglio il territorio, unendo tradizione, innovazione e grande espressività
Con l’inverno che ha già scollinato la prima metà stagionale, si avvicina anche il momento dei bilanci e per il vino umbro possiamo dire che il bicchiere è anche più che mezzo pieno. Si consolidano le posizioni delle denominazioni più titolate e sono le aziende più rinomate a fungere da traino per tutto il sistema. Andiamo ad elencare le 5 etichette che ci sono sembrate fra le più emblematiche in questo senso.
Orvieto Classico Superiore Luigi e Giovanna 2020 Barberani
Orvieto Classico Superiore Luigi e Giovanna 2020 Barberani. Smagliante paglierino. Profumo raffinato, pesca bianca e fiori di camomilla anticipano un respiro di erbe aromatiche e suggestioni salmastre. Santoreggia e pietra focaia si fondono con marmellata d’agrumi e nuance iodate. Sorso di rara proporzione e persistenza, impeccabilmente piacevole.
Spoleto Trebbiano Spoletino Le Tese 2021 Romanelli
Spoleto Trebbiano Spoletino Le Tese 2021 Romanelli. Dorato solare. Al naso intrecci di ginestra e camomilla, papaia, mango e miele. A seguire frutta secca, talco e rosmarino, tè agli agrumi e riverberi di eucalipto. Materico e setoso il sorso, sorretto da un’adeguata spinta acida che bilancia la componente alcolica regalando spessore e lunghezza.
Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2019 Lungarotti
Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva 2019 Lungarotti. Veste diafana, sensuale carminio. Scrigno dapprima cupo, poi libera rosa, confettura di visciola, cannella. Accenti di caffè e pepe nero, tamarindo, timo e rosmarino. Il gusto scorre vellutato e sottilmente balsamico. L’eccellente persistenza conduce a un finale di impeccabile equilibrio.
Montefalco Sagrantino, 25 anni 2019 Arnaldo Caprai
Non può mancare un Montefalco Sagrantino. In questo caso il 25 anni 2019 Arnaldo Caprai. Rubino granata nel calice. Potente e intenso il naso nelle note di amarene e more in confettura, spezie e cacao, rabarbaro e nuance balsamiche. Tannini serafici, morbidezza e lungo finale tostato.
Cervaro della Sala 2021 del Castello della Sala
Chiusura obbligata per un maestoso Cervaro della Sala 2021 del Castello della Sala. Paglierino con screziature verdoline. Caratteriale e severo nella fusione tra bergamotto, cedro, zenzero, papaia e spezie dolci. Brioso grazie alla tensione acido-sapida che imprime grande energia. Nello sviluppo trovano conferma aromi agrumati e tostati. Chiosa salina. Può bastare per un primo piccolo ma indicativo spaccato della realtà umbra.
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Alberto Lupini