Vini rossi dei Colli Euganei, piccola-grande realtà enoica sotto i vulcani

I Colli Euganei, con il loro terroir vulcanico, sono tra i primi in Italia a introdurre vitigni bordolesi. Vini rossi Doc, biodiversità e tradizione: un connubio perfetto per produzioni di qualità

03 dicembre 2024 | 09:30
di Alberto Del Giudice

Vulcani spenti da una manciata di milioni di anni fa, ma fin dalla antichità l’uomo ha intuito quanto i suoli, il microclima e la biodiversità presente sui Colli Euganei fosse un territorio particolarmente vocato per la viticoltura. Già il poeta Marziale ne elogiava il paesaggio con i colli rossi di vigne. Eppure la storia vitivinicola della terra patavina ricomincia con vigore grazie ai “soliti” benedettini il cui motto Ora et labora, includeva nel secondo termine la coltivazione della vite. Una prima tappa da suggerire quindi tra una passeggiata tra i vigneti e una visita in cantina è quindi l’Abbazia di Praglia fondata nell’XI secolo e che ai tempi nostri ancora produce vino. Seconda tappa, inevitabile, la casa di Francesco Petrarca, che si trasferì ad Arquà (Pd) negli ultimi anni di vita, e dal suo buon retiro scriveva in questa e altre lettere parole quali: “Fuggo la città come ergastolo e scelgo di abitare  in un solitario piccolo villaggio, in una graziosa casetta,  circondata da un uliveto e da una vigna,  dove trascorro i giorni pienamente tranquillo,  lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo". Magari accompagnato talvolta da un buon calice di vino.

Colli Euganei, la culla dei bordolesi italiani

Ma la svolta che riguarda più da vicino i vini rossi dei Colli Euganei Doc, come ha ricordato il sommelier e giornalista Andrea Gori, durante una recente e brillante masterclass tenutasi a Milano, avviene intorno alla metà del XIX secolo, grazie alle famiglie nobili venete. Così i Colli Euganei possono vantare di essere tra i primissimi luoghi in Italia dove sono stati introdotti vini di taglio bordolese. Quindi in purezza o negli assemblaggi entrano in quantità variabili Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmènére e Raboso. La produzione non supera il milione di bottiglie, ma comprende non di rado etichette pregevoli, che tuttavia soffrono sul mercato di prezzi non all’altezza dei prodotti, persino riguardo alla categoria delle Riserve. In enoteca difficilmente il cartellino riporta una cifra superiore ai 30 euro. Cornice della produzione vitivinicola sono da un lato l’inclusione delle vigne nel Parco Regionale del Veneto e più di recente il riconoscimento Unesco Riserva Biosfera MAB. E qui troviamo una tavolozza vitivinicola variegata, ma coerente, che a volte ci sorprende piacevolmente.

Colli Euganei, i vini degustati

Per esempio il percorso proposto nel workshop promosso dal Consorzio Tutela Vini Colli Euganei. Undici etichette di annate dal 2023 al 2015. Ci riferiamo a vini, che al netto delle peculiarità di ogni vendemmia, sfiorano appena i 13 gradi o superano addirittura i 15. Pertanto anche negli accostamenti gastronomici abbiamo vini rossi freschi e con una discreta acidità che va a nozze con la Sopressa Veneta e altri tipici cicchetti, che solo nella regione puoi gustare. Ma vi sono anche piacevolissimi rossi da abbinare a risotti e piatti vegetariani. Oppure abbiamo Rossi dei Colli Euganei DOC, riserve o meno che mettono l’acquolina in bocca e ti fanno apparire (sadicamente) come d’incanto una portata abbondante di cacciagione, ma devi aspettare fino a sera per consumarla in compagnia.

I nostri assaggi preferiti:

  • Parco del Venda, Boccon Riserva 2020;
  • Colli Euganei Rosso Scarlatto 2019, Vigna Ròda;
  • Colli Euganei Cabernet Riserva Borgo delle Casette 2019, Il Filò delle Vigne;
  • Colli Euganei Carménère Vinànima 2015.

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Alberto Lupini


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