I vini biologici di Ruffino Al varo tre nuove etichette

Da un secolo e mezzo Ruffino si dedica alla produzione di vini capaci di raccontare l’Italia nel mondo avvicinando enoappassionati di ogni nazionalità alle sue tradizioni enogastronomiche e al suo stile di vita

14 maggio 2019 | 11:10
Oggi ancora, a 142 anni dalla fondazione, l’azienda è pronta a lanciare un nuovo importante messaggio portando oltre 200 ettari di vigneti in conduzione biologica. Ruffino, che da tempo ha introdotto pratiche sostenibili per la gestione delle sue tenute, nell’ultimo anno ha deciso di compiere un ulteriore passo in questa direzione. Prima con l’acquisizione nel 2018, di Poderi Ducali, oltre 126 ettari di vigneti nell’area del Prosecco Doc tutti a conduzione biologica certificata. Qui si producono due vini Bio: il Prosecco Treviso Doc e il Pinot Grigio delle Venezie Doc. Poi con l’uscita sul mercato Emea del nuovo Chianti Docg Bio.



Quell’anno ha infatti segnato anche l’inizio dell’iter di conversione di due importanti tenute toscane: Greppone Mazzi a Montalcino e Poggio Casciano nel Chianti Colli Fiorentini. Questo passaggio al biologico sul territorio toscano coinvolgerà, al termine del processo, oltre 72 ettari. Nel 2021 il 40,7% dei vigneti di proprietà di Ruffino sarà così a conduzione biologica.

Un importante traguardo per Ruffino Cares, il marchio-contenitore di tutte le iniziative e i progetti che Ruffino dedica alla sempre più importante tematica della responsabilità sociale d’impresa (Csr) e che in Ruffino si incarna in 3 pilastri: la sostenibilità ambientale appunto, il bere responsabile e la beneficenza (“giving back”).



«La tutela dell’ambiente e della sua biodiversità attraverso l’uso di pratiche sostenibili in vigneto e nella gestione della cantina sono diventati negli anni elementi imprescindibili per Ruffino. Già nel 2018 le nostre tenute avevano ricevuto l’attestazione “Biodiversity Friend” della World Biodiversity Association - dice Maurizio Bogoni direttore delle Tenute Ruffino - Amiamo il nostro territorio, questo processo di conversione biologica rappresenta il nostro impegno a voler salvaguardare questi luoghi unici in cui abbiamo la fortuna di operare. Una “naturale” evoluzione delle pratiche che da anni abbiamo instaurato nella gestione delle nostre tenute. Da tempo col nostro team pratichiamo una viticoltura di precisione che ci porta a gestire i diversi vigneti in base alle loro caratteristiche pedoclimatiche. Questo ci ha permesso di ridurre significativamente l’uso di erbicidi e pesticidi rendendo fondamentale il tempismo delle operazioni meccaniche della nostra squadra e il monitoraggio continuo dello stato di salute dei vigneti, al fine di prevenire fitopatologie».

Per informazioni: www.ruffino.com

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Alberto Lupini


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