Vini Alto Adige Doc Si rischia lo strappo

Clemens Lageder, dell'omonima cantina, ha prodotto le ultime due annate con la denominazione Igt Vigneti delle Dolomiti, invece che utilizzando la Doc. Il presidente Kofler però spegne le polemiche

04 marzo 2021 | 19:00
Non proprio uno strappo, ma uno… stiramento per usare un termine medico. Il produttore Alois Clemens Lageder - che fa parte del consiglio direttivo da dicembre - ha annunciato che le due nuove annate dei vini delle linee "Capolavori" e "Composizioni", in commercio nei prossimi mesi, non saranno più Doc Alto Adige, ma Igt Vigneti delle Dolomiti.


Clemens Lageder e Andreas Kofler

Le motivazioni di Lageder
«La decisione - spiega Lageder a Cronache di Gusto - non arriva all'improvviso per noi. Negli ultimi anni abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vino Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano. Nel corso del processo, abbiamo scoperto di avere idee diverse in alcuni punti essenziali, sia in viticoltura sia in vinificazione».

La risposta di Kofler
Se di primo acchito potrebbe sembrare una bomba, la reazione del presidente Andreas Kofler riesce a detonarla: «Non è di certo una notizia che ci coglie impreparati - dice Kofler alla medesima testata - Lageder ci aveva avvisati per tempo di questa sua idea. Tra l'altro noi siamo anche vicini di casa e ci conosciamo molto bene. I nostri rapporti sono buoni e rimarranno invariati - dice Kofler - Il nuovo assetto del consorzio è appena entrato in carica e non credo che Lageder eletto a dicembre voglia di già abbandonare il suo ruolo. Credo che il suo sia stato un gesto per tentare di accelerare nella direzione del cambiamento».

Disciplinare in evoluzione
Un dibattito che arriva proprio mentre sul tavolo del ministero delle Politiche agricole c’è la documentazione per modificare il disciplinare: «Modifiche che - assicura Kofler - sono già nella Capitale da tre anni. Si tratta di modifiche importanti che stravolgeranno il mondo del consorzio del Trentino e quindi è ovvio che ci si impieghi un po'».

«Credo - prosegue - che ognuno deve avere la libertà di fare i vini come meglio gli pare - dice Kofler - Aumentare la gradazione alcolica da 10 fino a 16 gradi, per esempio, non credo dia grandissimi problemi. Il vino deve essere solo fatto bene. Se c'è chi lo vuole fare a 11, 12, 13, o 14 gradi, faccia pure. Basta che li faccia con grande equilibrio e professionalità. Di certo l'alcol non è un parametro fondamentale per stabilire se un vino è di qualità oppure no».

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024