Vin de Costance e non solo: cosa beveva Napoleone in esilio a Sant'Elena
L'imperatore francese e il suo rapporto con il vino sono al centro delle nuove ricerche dello scrittore e winemaker Gelasio Gaetani Lovatelli dell'Aquila d'Aragona: un viaggio che svela un Napoleone amante del buon bere
Lo scorso 15 agosto sono stati celebrati i 255 anni dalla nascita di Napoleone Bonaparte, un personaggio che ha segnato indelebilmente la storia. Ma oltre alle battaglie e alle conquiste, c'è un altro aspetto meno noto della sua vita: la passione per il vino.
Napoleone e il vino, le nuove ricerche
Gelasio Gaetani Lovatelli dell'Aquila d'Aragona, scrittore e noto winemaker, ha dedicato un intero libro a questo inedito profilo dell'imperatore. «Napoleone per “cultura” e tradizione militare non era un grande amante del vino. Ma a tavola non doveva mai mancare.», racconta Lovatelli all'Adnkronos. Il libro, che uscirà il prossimo anno, si propone di offrire un ritratto inedito di Napoleone, svelando un aspetto più intimo e personale della sua figura. Un viaggio nel tempo alla scoperta di un imperatore che, oltre a conquistare il mondo, sapeva apprezzare le piccole gioie della vita, come un buon calice di vino.
«Aveva un debole per i vini francesi, in particolare per un Pinot Nero della Borgogna e un Sauvignon Blanc dell'Alta Loira», prosegue lo scrittore. Tuttavia, durante il suo esilio a Sant'Elena, l'accesso ai suoi amati vini francesi gli era negato. L'unico che poteva allietare le sue giornate era il Vin de Costance, un vino dolce proveniente dal Sudafrica. «Napoleone lo adorava - afferma Lovatelli -: lo descriveva come un vino di una dolcezza infinita, paragonabile a un bacio romantico».
Napoleone e la passione per il vino
Ma la passione di Napoleone per il vino andava oltre il semplice piacere del gusto. «Era un vero e proprio esperto, continua Lovatelli -: amava assaggiare i vini, analizzarne i profumi e gli aromi. Diversamente dalla sua adorata prima moglie Joséphine Beauharnais, che possedeva una cantina ricchissima con oltre 13mila bottiglie, Napoleone da buon militare sapeva che la sua mente doveva essere sempre lucida, mai offuscata dal buon vino, tanto che spesso lo “allungava” con l'acqua».
«Sono stato - afferma il winemaker - oltre un mese sull'isola di Sant'Elena, una terra lussureggiante in cui era impossibile produrre vino. Aveva un debole per i vini francesi “proibiti” a Sant'Elena all'Imperatore. L'unico di cui potevano rifornirsi le cucine della modesta dimora di Longwood era il Vin de Costance, ancor oggi uno dei vini migliori del mondo, importato però dal Sudafrica e non dall'odiata Francia». Una imposizione anche dovuta alla logistica: proprio il Sud Africa distava due settimane di navigazione, l’Inghilterra oltre un mese.
Che vino è il Vin de Costance, il preferito di Napoleone
Originariamente prodotto nella tenuta di Klein Constantia, in Sudafrica, il Vin de Costance era rinomato per la sua dolcezza e i suoi aromi intensi. Ottenuto principalmente da uve Sauvignon Blanc e Muscat d'Alexandrie, coltivate in un terroir unico caratterizzato da terreni granitici e un clima favorevole. È un vino dolce, con note di frutta secca, miele, albicocca e pesca. Al palato è ricco, corposo e persistente, con un equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità.
Il Vin de Costance era molto apprezzato nelle corti europee del XVIII e XIX secolo, non solo dunque da Napoleone la cui passione per questo vino ha contribuito a renderlo ancora più noto. Ancora oggi viene prodotto a Klein Constantia, ma la produzione è limitata e destinata principalmente ai mercati di nicchia. Oltre al classico Vin de Costance dolce, esistono anche versioni secche e semisecche.
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Alberto Lupini
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