Il vigneto urbano di Brescia passa nelle mani di Monte Rossa
È il Pusterla: 4 ettari vitati nel centro storico della città. Da questo vigneto Emanuele Rabotti produrrà il Pusterla Bianco, ma allo stesso tempo vuole riqualificare il verde cittadino
15 luglio 2020 | 09:42
di Renato Andreolassi
Il vigneto urbano di Brescia
Nasce qui il "Pusterla" baciato dal sole, dall'alba al tramonto, con l'aria ripulita dalle correnti del monte Guglielmo nella zona dei Ronchi. Uva a bacca bianca proclamata da Slow Food nel 2007 Patrimonio storico della cultura agroalimentare, IGT.
L'Invernenga viene coltivata a pergola sotto il colle del Cidneo, è nota anche come "Brunesta", "Invernesca" e "Bernestia". È un vitigno autoctono coltivato soprattutto nei comuni dell'hinterland; la maturazione avviene tra fine ottobre e i primi di novembre. Uva molto caratteristica, dalla buccia consistente, che annuncia l'arrivo delle brume autunnali.
Il Pusterla Bianco imbottigliato prima del passaggio di proprietà
«Il Pusterla - ha dichiarato Emanuele Rabotti - per me non rappresenta solo un vigneto, è anche una dichiarazione di orgoglio bresciano. Riqualificazione e valorizzazione saranno le parole chiave dei prossimi mesi, voglio regalare alla città un polmone verde, curato e tutto da vivere». Nuova vita insomma per questo gioiellino le cui uve andranno poi a riposare in Franciacorta, nelle cantine del Monte Rossa, a Cazzago San Martino dove Rabotti con la moglie Paola gestisce 70 ettari di vigneti.
Alla famiglia dei Cabochon franciacortini, si aggiunge quindi l'etichetta Pusterla Bianco caratterizzato da «aromi floreali e fruttati - ricorda l'esperto e storico collega Gianmichele Portieri - dal gusto sapido e da un sentore di miele». Quel sentore piacevole che si percepisce ogni volta che si transita nei pressi di questo originale e surreale vigneto urbano rimasto intatto - fra traffico e cemento - nel corso degli anni (seppur con alterne vicende): cattedrale ambientale nel cuore di Brescia, rara testimonianza di un passato ancora presente.
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