Viaggio tra vini e locali romani: un'esperienza di gusto e territorio
Insieme ad alcuni esperti, ecco una proposta di itinerario tra alcuni dei ristoranti romani più suggestivi che servono piatti tipici in abbinamento a vini capaci di sospendere ed esaltarli
Una bella panoramica quella effettuata in un fine settimana lungo a Roma. Obbiettivo quello di approfondire la conoscenza dei vini laziali e quale occasione migliore per misurarsi sull’argomento se non quella offerta da un incontro alla tavola sempre appagante di Armando Al Pantheon (il Saltimbocca alla Romana è da manuale) con due figure di riferimento del calibro di Riccardo Viscardi (vice-curatore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia fondata dal Doctor Wine Daniele Cernilli) e Maurizio Valeriani (direttore responsabile di Vinodabere.it).
Ci pare che si possa convenire sul fatto che la storia del Lazio vitivinicolo si caratterizzi per un andamento ondivago nel corso dei secoli. Attraversata da momenti fiorenti in alternanza a periodi di declino, oggi la regione, superato l’ennesimo periodo crepuscolare, ricomincia a produrre vini di pregio. Insomma, pare proprio che il Lazio confermi i suoi pregi e i suoi difetti. Il panorama complessivo rimane quello che segna la regione da diversi anni. Una piccola serie di “one man show”che propongono vini di grande qualità a prescindere dalle condizioni produttive territoriali.
Il primo assaggio
Ed è proprio da Armando che viene il primo bicchiere convincente. Si tratta del Grechetto Poggio della Costa 2021 di Sergio Mottura. I calanchi viterbesi regalano un naso di carattere con sensazioni di erbe aromatiche, salvia, pepe, sedano e gelsomino. La bocca, sulla base minerale, è piena e balsamica, di grande eleganza, senza che questa vada a discapito del corpo e della profondità. L’ottima persistenza si sviluppa su agrume dolce e mentuccia, aromi di limone e pesca bianca. Davvero buono.
Sempre da Armando abbiamo provato il Cesanese di Olevano Romano Silene 2021 di Damiano Ciolli. Naso speziato con note di frutta rossa e sottobosco. Versione più snella del solito, insieme verace ed elegante. Succoso e agile al palato con tannini ben svolti, note di tabacco dolce, rovo, amarene a centro bocca e lamponi sul finale di buona lunghezza. Una goduria assoluta la Trippa alla Romana. Ma il nostro tour in verità aveva preso l’abbrivio con una prima tappa davvero convincente.
Degustazione in terrazza
Paolo De Angelis ci accoglie nella splendida terrazza soleggiata di Ozio Restaurant Sky Bar. Una vista su Roma da mozzare il fiato. E la libidinosa Zuppetta di Ceci, ovvero Maltagliati all’uovo, porcini croccanti in padella e trancetto di baccalà al pepe nero ci porta dritti dritti al Bellone Capolemole 2021 di Marco Carpineti. Connotati floreali e di lavanda, al naso si aggiungono note intense di frutta gialla, pesca, albicocca, poi erbe aromatiche e cedro. In bocca incede sicuro, ottima bevibilità da vino quotidiano sapido e fresco. Lo stridio dolce del Gabbiano Silvio ( così lo hanno battezzato) ci sorvola come una freccia tricolore.
Abbinamenti con l'Amatriciana
Mario Schisano ci accoglie calorosamente da Prati Rione Gastronomico, un ampio locale multitasking dall’offerta articolata e stuzzicante, dove il succulento Polpo alla amatriciana su vellutata di patate danza alla perfezione con il Satrico 2021 di Casale del Giglio. Un blend di chardonnay, sauvignon e trebbiano giallo che al naso evidenzia note di cedro, agrumi dolci, e pesca tabacchiera, per un palato fresco, sapido e succoso, con un lungo finale di grande piacevolezza in cui spiccano toni di frutta bianca e tropicale.
Altra tappa interessante quella al Cipasso, dove Valerio e Loris ci usano il riguardo di una saletta privata.
L’Amatriciana al Cesanese con l’aggiunta di una mousse di burrata affumicata farà storcere il naso ai puristi del genere ma centra il bersaglio con la sua potenza gentile. Il Baccarossa 2020 di Poggio Le Volpi non sarà un Cesanese (è un Nero Buono in purezza) ma si presenta succoso, intenso e fresco. Frutti rossi maturi e macchia mediterranea al naso e ancora sottobosco, humus, caffè e radici. La bocca è morbida, fresca e avvolgente con apertura scura di erbe , china e torrefazione, poi nel lunghissimo finale emergono liquirizia, sensazioni pepate e balsamiche che danno profondità al sorso. Grande vino.
La magia di Roma
Collegio - Cucina, vini&liquori possiamo dire che sia il quartier generale a Roma della famiglia Santarelli, proprietaria di Casale del Giglio. Mirko Celani ci fa da cicerone in un luogo magico in cui si mixano elementi contemporanei e storici con un servizio che gira a meraviglia anche a sala piena. Un cucina diretta, ispirata, che meriterebbe un articolo a parte. Proviamo a sintetizzare. Non possiamo non menzionare almeno le Alici fitte con maionese allo zenzero (in cartoccio, (una tira l’altra), gli Gnocchi ricci di Amatrice ragù di castrato e costine di maiale sanno essere robusti ed equilibrati al tempo stesso.
Poi le Mezze Maniche alla Carbonara , di pregevole cremosità e altrettanto perfetta cottura “al chiodo”. Il Saltimbocca alla Romana trova qui la sua consacrazione con la patata montata all’olio evo. Una struggente Torta caprese con panna montata suggella una cena che rischia di farci dimenticare i vini proposti. Si gioca ovviamente in casa e Mirko estrae dal cilindro oltre al Satrico 2021, di cui abbiamo già parlato, altre tre chicche.
Tappa sull'Agro Pontino
Anthium 2021 è un Bellone. Diciamolo. L’Agro Pontino, la provincia di Latina, è un panorama vinicolo molto spesso erroneamente considerato marginale. Qui c’è un progetto di ampio respiro, in cui trova posto anche questo prezioso recupero varietale da vigne a piede franco. Iodato, agrumato (bergamotto), susina gialla al naso, con un sorso pulito, elegante, sapido, croccante e un lunghissimo finale di frutta bianca. Sensazionale. Il versante rossista della gamma propone il Cesanese Matidia 2020. Rosso rubino luminoso. Naso profondo e elegante, intense note di spezie, tabacco scuro, erbe, sottobosco e freschi accenni di eucalipto. Bocca ricca, tannino elegante e fitto, buona freschezza e lungo finale. Buonissimo.
Aphrodisium 2020 chiude la degustazione in dolcezza. Passito da vendemmia tardiva a base di uve Petit Manseng, Viognier, Greco e Fiano. Colore dorato luminoso, racconta al naso note di frutta secca, albicocca sciroppata, agrumi gialli, miele, fiori di campo, pesca bianca . Il sorso è leggero, avvolgente e dolce, di grande freschezza e dalle note minerali molto persistenti. Delizioso. Un pacchetto veramente consistente quello di Casale del Giglio.
In conclusione, questa non voleva essere certo una rassegna esaustiva sulla realtà vinicola laziale, per i limiti derivanti dal poco tempo a disposizione e anche da una propensione non esattamente trainante nelle carte dei vini incontrate negli altri locali visitati, non sempre inclini alla valorizzazione del territorio. Restano importanti tasselli per completare questo puzzle. Su tutti direi i vini della Famiglia Cotarella. Un motivo in più per tornare sull’argomento.
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Alberto Lupini