Tanto per capirci, degli oltre 70.000 ettari di superficie della zona di denominazione, solo circa 9.800 sono destinati a vigneto e di questi circa 6.800 alla produzione del vino Chianti Classico. Una denominazione imprescindibile nel panorama enoico italiano, al cui interno troviamo mille sfumature di terreno e situazioni climatiche e altimetriche così diverse tra loro da creare un universo quasi inestricabile, il cui unico denominatore comune sembra essere rappresentato da quel grande ed esigente vitigno chiamato Sangiovese.
Vitigno che suscita da sempre l’attenzione nostra e delle Guide di settore, spesso discordanti e troppo generose nell’elargire premi e punteggi su vasta scala, che finiscono per annacquare (ci pare il temine più appropriato) la loro presa sui lettori e soprattutto sui consumatori che appaiono piuttosto disorientati. Non è pero il caso del Chianti Classico che ha messo d’accordo un po’ tutti. Particolarmente performante è apparsa la valutazione di una Guida di riferimento come il Gambero Rosso che ha estratto 25 Vini da 3 Bicchieri. E ciò avviene addirittura quando il Consorzio si accinge, il prossimo mese di maggio, a festeggiare il centenario dalla sua fondazione.
Chianti Classico: i frutti di un territorio appassionante, tra le tipologie Gran Selezione, Classico e Riserva
Attacca così l’introduzione fatta dai Curatori della Guida (Giuseppe Carrus, Gianni Fabrizio e Marco Sabellico). “Parliamo della denominazione più conosciuta in Italia e nel mondo. Quest’anno più che in altri emerge l’autorevolezza della Gran Selezione (9 vini premiati) spesso frutto di singole vigne, per vini dal grande potenziale evolutivo, così come la piacevolezza del Chianti Classico annata (8 vini premiati) che solo questa Guida premia con numeri così rilevanti. Tiene bene anche la tipologia Riserva (8 vini premiati).”
Li abbiamo degustati per voi uno per uno grazie alla disponibilità del Consorzio Vino Chianti Classico presieduto da Giovanni Manetti e diretto da Carlotta Gori, con il supporto organizzativo di Silvia Fiorentini e Ilaria Micheli nella sede di Sambuca Val di Pesa (Pi).
Una carrellata effettivamente entusiasmante nella quale la tentazione sarebbe quella di spendersi in schede tecniche individuali, ma ci rendiamo conto che in queste quantità potrebbero risultare indigeste per le inevitabili ripetizioni. Ci pare invece più efficace raggruppare le descrizioni per aree territoriali che costituiscono, con le loro rispettive peculiarità, il vero valore aggiunto in una degustazione. Senza entrare nello specifico, per questioni di spazio, sulla introduzione assai interessante delle 11 Unità Geografiche Aggiuntive (o Uga) che ha l’obbiettivo di accentuare la spinta identitaria dei vini e che sta sortendo i primi effetti positivi sui mercati, possiamo dire che da ogni comprensorio possiamo ricavare indicazioni sorprendenti.
Radda in Chianti
Di ogni vino cercheremo di riportare quello che è nostro avviso il suo tratto distintivo. La parte del leone la fa sicuramente la zona di Radda in Chianti, più fresca della media, dove l’altitudine è mediamente più elevata con forti pendenze e i terreni sono ricchi di scheletro con inserti a galestro. Qui vanno 6 dei 25 premi. Esattamente al Chianti Classico 2021 del Castello di Radda, (frutti rossi) aI Chianti Classico 2021 di L’Erta di Radda (erbe officinali), il Chianti Classico 2020 di Vale delle Corti (toni affumicati), il Chianti Classico Gran Selezione Coltassala 2020 di Castello di Volpaia (tabacco), il Chianti Classico Riserva 2020 di Castello di Albola (cenni tostati) e il Chianti Classico il Campitello Ris 2020 di Monteraponi (scia balsamica, qui i vigneti raggiungono i 550 metri sul livello del mare). In sostanza da questo areale arrivano vini definiti e coerenti, capaci di restare sempre in sintonia con i suoli, i climi e i paradigmi del loro terroir.
Castellina in Chianti
Castellina in Chianti, dove la riduzione dell’altitudine si accompagna ad un aumento di argilla nel suolo che si presenta più sciolto, risponde con 4 vini sul gradino più alto del podio. Si impongono il Chianti Classico 2021 della Tenuta di Lilliano (viola mammola), il Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Capannino 2020 della Tenuta di Bibbiano (tratto sapido), il Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 di Rocca delle Macie (grafite) e il Chianti Classico Gran Selezione Villa Rosa 2019 di Famiglia Cecchi (sottobosco, zona più alta). Da qui tendenzialmente arrivano vini dal bouquet ben profilato. In bocca hanno una silhouette sottile ma articolata con ritmo, terminando in un finale profondo.
Gaiole in Chianti
Anche Gaiole in Chianti, dove nei terreni assistiamo ad un aumento della presenza di tufo e arenaria con variazioni altimetriche importanti, si aggiudica 4 riconoscimenti massimi. Si tratta del Chianti Classico La Porta di Vertine 2020 di Bertinga (toni agrumati, siamo in una conca), il Chianti Classico Gran Selezione Colledilà 2020 Barone Ricasoli (arioso) il Chianti Classico Gran Selezione Vigna Gittori 2020 Riecine (raffinato, zona dove si toccano anche i 600 metri di altitudine) e il Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2020 Maurizio Alongi (tocco silvestre). Decisamente autorevoli, propongono aromi brillanti, dalla trama slanciata, finissima e leggiadra con tannino incisivo ma molto preciso e saporito per un sorso goloso e al contempo articolato.
Greve in Chianti
Si aggiunge al plotone dei magnifici 4 anche Greve in Chianti, dove troviamo suoli più poveri e drenanti a dominante di arenaria, con il Chianti Classico Lamole (Lamole è Uga a sè compresa nel comune di Greve in Chianti) 2021 di I Fabbri (pietra focaia), il Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2020 del Castello di Querceto (toni di radice e i terreni hanno un colore rosso bruno davvero particolare), il Chianti Classico Gran Selezione Le Bolle 2019 del Castello Vicchiomaggio (grafite) e il Chianti Classico La Forra Riserva 2019 di Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari (tabacco). Qui registriamo un elegante corollario aromatico che accompagna e asseconda una trama gustativa che si distingue per ampiezza, profondità e articolazione.
100 anni di Chianti Classico (1924-2024): è il Consorzio più antico d'Italia
La Chianti Classico Collection 2024 celebra i 100 anni del Consorzio
Origin Italia porta le Dop e Igp alla Chianti Classico Collection
La Chianti Classico Collection 2024 celebra i 100 anni del Gallo Nero
Con le Uga, il Chianti Classico Gran Selezione si fa in undici
Castelnuovo Berardenga
Da Castelnuovo Berardenga, dove l’elevata pietrosità calcarea compatta su base di arenaria e/o alberese marca i terreni, arrivano 3 premi che vanno al Chianti Classico Petrignano 2020 di Dievole (melograno), al Chianti Classico 2019 di Castell’in Villa (ematico e terroso, zona più chiusa) e il Chianti e il Classico Riserva 2019 di Vallepicciola. Vini che vorremmo avere sempre nel bicchiere da questa zona. Hanno un naso sfaccettato, complesso, intrigante, per poi offrire una bocca leggiadra, freschissima, di beva appagante e profonda, dal finale pulito e sapido.
San Casciano in Val di Pesa
Da San Casciano in Val di Pesa, zona bassa con buona percentuale di scheletro localmente anche sotto forma di ciottoli silicei, ecco il Chianti Classico Villa Antinori Riserva 2020 Marchesi Antinori (speziato e affumicato) e il Chianti Classico Riserva 2019 Villa Le Corti (erbe aromatiche, zona ben esposta). Netta la vena floreale. In bocca il sorso affusolato e leggiadro, è ben profilato e dal finale solido. Una doppietta niente male.
Barberino Tavarnelle
Dall’UGA San Donato in Poggio, nel comune di Barberino Tavarnelle, sboccia il Chianti Classico Gran Selezione il Poggio 2018 del Castello di Monsanto. Qui le vigne spuntano da un galestro puro. Netti i rimandi di polvere da sparo.
Un mix di territori
Infine, il Chianti Classico Riserva Ducale 2020 di Ruffino. Le uve provengono dai vigneti delle Tenute di Gretole e Santedame a Castellina in Chianti e di Montemasso a Greve in Chianti). Un “ibrido”, se vogliamo, che racchiude in un vino solo tante sfaccettature di una Denominazione baciata dal favore degli Dei. Spiccano rimandi di sottobosco e spezie.
Territorio, vino e persone
Persone appunto. Non ci siamo dimenticati di loro. Meritano un articolo a parte. Intanto troverete a seguire i loro riferimenti. Lunga vita al Sangiovese. Lunga vita al Chianti Classico. Hanno partecipato alla degustazione.
Alberto Lupini (Direttore Responsabile di Italia a Tavola). Guido Ricciarelli (coordinatore del panel, collaboratore e autore di rubriche fisse di Italia a Tavola). Servizio vini curato da Ilaria Micheli. Servizio fotografico curato da Simone Lampredi.
Un vino consigliato per ciascuna delle cantine premiate
- Barone Ricasoli - Chianti Classico Gran Selezione Castello di Brolio 2020
- Bertinga - Punta d’Adine 2017
- Castell’in Villa - Chianti Classico Castell’in Villa Riserva 2017
- Castello di Abola - Chianti Classico Gran Selezione Il Solaio 2019
- Castello di Monsanto - Sangioveto 2019
- Castello di Querceto - Cignale 2019
- Castello di Radda - Chianti Classico Riserva 2018
- Castello di Volpaia - Chianti Classico Gran Selezione il Puro 2020
- Castello Vicchiomaggio - Chianti Classico Agostino Petri Riserva 2020
- Dievole - Chianti Classico Catignano 2020
- Famiglia Cecchi - Chianti Classico Villa Rosa Ribaldoni 2020
- I Fabbri - Chianti Classico Gran Selezione 2019
- L’erta di Radda - Chianti Classico 2019
- Marchesi Antinori - Solaia 2020
- Maurizio Alongi - Chianti Classico Vigneto Barbischio Riserva 2019
- Monteraponi - Chianti Classico 2021
- Riecine - La Gioia 2019
- Rocca delle Macie - Chianti Classico Gran Selezione Tenuta di Fizzano il Crocino 2020
- Ruffino - Chianti Classico Gran Selezione Romitorio di Santedame 2019
- Tenuta di Bibbiano - Chianti Classico Gran Selezione Vendemmia di Montornello 2020
- Tenuta di Lilliano - Chianti Classico Gran Selezione 2020
- Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari - Cabreo il Borgo 2020
- Val delle Corti - Chianti Classico Riserva 2019
- Vallepiccola - Migliore 2019
- Villa le Corti - Chianti Classico Gran Selezione Zac 2019
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024