Vendemmia 2024: l'Italia riconquista il primato produttivo mondiale

Con 41 milioni di ettolitri, la vendemmia 2024 segna una crescita del 7% rispetto al 2023, ma rimane inferiore del 12,8% rispetto alla media quinquennale. Le condizioni climatiche hanno fortemente influenzato la produzione , ma la qualità delle uve risulta buona. L’Italia supera la Francia e si conferma primo produttore mondiale di vino

24 settembre 2024 | 14:27

Le previsioni ufficiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), presentate all'Expo Divinazione a Ortigia durante il G7 dell’Agricoltura, stimano per la vendemmia 2024 un raccolto di 41 milioni di ettolitri. Questo dato segna un incremento del 7% rispetto ai volumi eccezionalmente bassi della vendemmia 2023, ma rimane ancora ben al di sotto della media produttiva degli ultimi cinque anni (-12,8%). Il risultato finale non raggiunge l’obiettivo ottimale di 43-45 milioni di ettolitri auspicato dalle imprese vinicole, ma l’Italia riconquista comunque il primato mondiale della produzione vinicola, superando la Francia, che ha registrato un calo drastico (-18%) nei volumi.

Vendemmia 2024, l’impatto del cambiamento climatico

Come già evidenziato nelle annate precedenti, i fenomeni climatici estremi continuano a influenzare pesantemente la viticoltura italiana. Al Centro-Nord, le piogge eccessive hanno favorito lo sviluppo di fitopatie come la peronospora, mentre al Sud si è aggiunto lo stress da siccità e alte temperature. Tuttavia, nonostante il calo quantitativo, l’annata 2024 si presenta complessivamente di buona qualità, con alcune aree che hanno prodotto uve di eccellenza.

Secondo Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, questa è stata una delle vendemmie più complesse degli ultimi anni: «Le condizioni meteorologiche hanno influenzato significativamente sia la qualità che i tempi di raccolta delle uve, rendendo cruciale il lavoro degli enologi per ottimizzare il risultato finale».

Vendemmia 2024, un’Italia a più velocità

Il Nord Italia ha registrato una leggera crescita (+0,6%), mentre il Centro ha mostrato un recupero significativo (+29,1%). Il Sud, seppur in crescita (+15,5%), rimane lontano dai livelli medi di produzione del quinquennio, con una flessione complessiva del 25,7%. I dati regionali sono vari: il Piemonte segna un aumento del 10%, ma la Lombardia (-30%) e la Sicilia (-16%) subiscono cali significativi. Il Veneto si conferma ancora una volta la principale regione produttrice, con 11 milioni di ettolitri, rappresentando il 27% del totale nazionale.

Vendemmia 2024, Italia primo produttore mondiale: sorpasso sulla Francia

La vendemmia 2024 segna un importante ritorno dell’Italia al vertice della produzione mondiale di vino, superando la Francia, la cui produzione è scesa a 39,28 milioni di ettolitri (-18%). La Spagna, con 39,75 milioni di ettolitri, ha anch'essa superato i volumi francesi, prendendo la seconda posizione nella classifica globale. A livello europeo, le condizioni climatiche avverse e l’aumento delle fitopatie hanno penalizzato anche altri importanti produttori come Germania (-2%) e Portogallo (-8%).

Sul fronte del mercato, il 2024 ha visto una lieve contrazione dei consumi interni e segnali contrastanti sui mercati esteri. Gli spumanti continuano a trainare le esportazioni, con un aumento dell'11% in volume e del 7% in valore, mentre il segmento dei vini sfusi ha registrato un calo. Il settore deve quindi affrontare sfide complesse, tra cambiamenti nelle dinamiche di consumo e un contesto climatico sempre più imprevedibile.

Sfide future e prospettive del settore

Nel contesto del cambiamento climatico e della flessione dei consumi, le istituzioni e le associazioni di settore lanciano un appello alla necessità di innovare e adattarsi alle nuove sfide. «La gestione del vigneto e la valorizzazione del prodotto in cantina sono stati cruciali quest'anno» ha sottolineato Cotarella. Livio Proietti, presidente di Ismea, ha poi aggiunto: «Dobbiamo continuare a investire in tecnologie e innovazione, per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e mantenere alta l’attrattiva del settore, soprattutto per le nuove generazioni».

Anche Lamberto Frescobaldi, presidente di Uiv, ha evidenziato l’importanza di un «vigneto Italia a fisarmonica», flessibile e capace di adattarsi alle annate produttive altalenanti, contrastando sia il fenomeno delle eccedenze sia le annate di scarsa produzione. «Gli espianti non sono la soluzione per il nostro Paese, sarebbe un rischio sociale ed economico», ha aggiunto Frescobaldi. Gaya Ducceschi, del Comité Européen des Entreprises Vins, ha infine sottolineato l’urgenza di preservare la competitività del settore, evidenziando come i cambiamenti nelle abitudini di consumo richiedano una maggiore attenzione alla promozione del vino come parte di uno stile di vita sano.

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Alberto Lupini


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