Valle dei Templi, dove grandi vini e sapori si uniscono alla cultura

Luigi Bonsignore, presidente della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, in questa intervista parla del ruolo del vino (e del cibo) nell'ambito di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025 . Ultima nata tra le Strade del Vino in Sicilia, l'obiettivo è trasformare un luogo, come la Valle dei Templi, in un territorio dove la cultura si intreccia ai grandi vini e ai grandi sapori

11 gennaio 2025 | 09:30
di Antonio Iacona

Aggiungere bellezza alla bellezza già esistente. Fare di un territorio già unico al mondo, un piccolo paradiso indimenticabile per prodotti e prelibatezze enogastronomiche. Offrire un sogno che parte dalla realtà e che ritorna piacevolmente, con insistenza, nella nostra memoria sottoforma onirica. Il tutto consigliando un percorso affascinante sulle tracce della storia, del mito, della leggenda e… del gusto. “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025” è un'occasione che non solo non va sprecata, ma va sfruttata in ogni minimo dettaglio, perché ciò che sarà seminato il prossimo anno possa restare per qualche decennio come scia positiva sul comparto turistico e, soprattutto, enoturistico.   Non a caso, vogliamo inaugurare il nostro viaggio alla scoperta di “Agrigento Capitale” proprio da uno dei suoi aspetti fondamentali: l'enogastronomia. E lo facciamo intervistando il presidente della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, Luigi Bonsignore. Egli stesso produttore vitivinicolo e olivicolo, già da tre anni ricopre questa carica, per guidare l'ultima nata tra le Strade del Vino in Sicilia.  «Una Strada - dice Bonsignore - nata con una volontà ben precisa: quella di trasformare un luogo, come la Valle dei Templi, in un territorio dove la cultura si intreccia ai grandi vini e ai grandi sapori».

Strada del Vino della Valle dei templi, il territorio al centro

Insomma, mettere al centro proprio il gusto e le tradizioni della tavola, sullo stesso piano degli altri aspetti affascinanti del territorio. Già, perché il popolo agrigentino non va fiero e orgoglioso “soltanto” di ciò che la storia e la natura gli hanno lasciato in eredità, ma anche di ciò che l'uomo riesce a produrre e a plasmare con il suo lavoro, tra queste campagne silenziose e operose, solitarie e assolate, e anche molto romantiche in tutte le stagioni dell'anno.

«Il nostro grande protagonista, al centro della scena enologica, è senz'altro il Nero d'Avola - aggiunge il presidente della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi -, principe nell'isola delle uve a bacca rossa, che nella nostra zona gode da decenni di una produzione rinomata. Ma siamo orgogliosamente fieri anche del nostro Grillo, altro principe siciliano a bacca bianca, che gode anch'esso di produzioni prestigiose in questo areale. Senza dimenticare, naturalmente, Insolia e Catarratto».

Strada del Vino della Valle dei Templi: cultura ed enogastronomia

Presidente, come vi siete preparati per affrontare questo importante 2025 alle porte?
Abbiamo lavorato e stiamo lavorando tuttora per far sì che quel numero importante di circa 1 milione e 200mila turisti, che ogni anno vengono a visitare la Valle dei Templi, possa godere anche della nostra cultura enogastronomica.

Le grandi produzioni dell'agroalimentare, insomma, accanto alla storia e alla cultura?
Certamente. Abbiamo messo insieme una serie di esperienze uniche, che in questa parte di territorio prendono un fascino particolare. Oggi è possibile fare da noi, ad esempio, il tour sulle tracce dei vari aspetti del Nero d'Avola, andando in giro per cantine a provare e a degustare le varie espressioni di questo vitigno, oltre che dei suoi compagni di viaggio tra le vigne. Abbiamo ideato e daremo vita, per migliaia di turisti e di visitatori, al tour denominato “Olio, Barocco e Vino”, che li porterà a gustare non solo le prelibatezze del nostro paniere, ma anche le bellezze della nostra storia più recente, come l'arte e l'architettura barocche, tra paesi storici e cittadine antiche, come Naro e Palma di Montechiaro.

Strada del vino della Valle dei templi, l'obiettivo quiet luxury

Numeri importanti, insomma, già ancora prima della nomina a “Capitale della Cultura”?
Sì. Considerate che già solo la Valle dei Templi ha presenze significative ogni anno. Da noi, nel nostro territorio, sono ogni anno oltre 500mila i turisti stranieri che vengono in visita. Se saremo appetibili, e quindi capaci di soddisfare oggi e domani la domanda del turismo internazionale, avremo vinto la sfida.

Cosa cercano oggi quelle migliaia di turisti, o almeno la maggior parte di essi?
Rispondo in inglese: una quiet luxury, esperienze immersive all'insegna del relax, della spensieratezza, dei grandi servizi di accoglienza. Dunque, magari posti non troppo battuti, non troppo affollati, con un'attenzione particolare proprio alle tradizioni culinarie e, ovviamente, ai grandi vini.

Da qui, la risposta della Strada del Vino?
Infatti. Abbiamo messo su questi pacchetti, con l'obiettivo condiviso dal nostro socio fondatore, l'Ente Parco della Valle dei Templi, cercando la migliore condivisione possibile dei diversi siti, tra la Valle, i siti archeologici, le località storiche come Canicattì, Naro, Favara. Ovviamente, fondamentale è fare rete, un gioco di squadra che coinvolga e supporti tutti: noi, gli albergatori, i ristoratori, i produttori, le istituzioni, per garantire la nostra offerta di alta qualità, suggerendo al turista e al visitatore proprio quel percorso tra cantine, aziende, oleifici, ristoranti e siti culturali, fidelizzando migliaia di persone con Agrigento Capitale della Cultura.

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Alberto Lupini


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