Tutti i colori del tequila di Miradiva dal rosa al verde

Miradiva ha già conquistato Nigeria e Ghana e ora punta a Italia, Inghilterra e Grecia. E in futuro? Incrementare del 30% la produzione e allargare la gamma, oggi di 4 referenze, magari anche con un tequila dal colore inedito

30 novembre 2024 | 09:47
di Nicole Cavazzuti

Miradiva parla lo spagnolo messicano, ma i genitori sono italiani: prodotto a Jalisco, nella regione di Amatitán, questo nuovo tequila è un progetto di tre giovani imprenditori di Modena: Marco Chiletti, investitore, Gianluca Burani, responsabile della ricerca di distilleria e master distiller e Andrea Rovinalti, amministratore delegato e mente creativa dietro il design delle bottiglie, realizzate in Messico in ceramica. Sono giovani, entusiasti, con esperienze in altri settori. Il che può essere un limite, ma anche un vantaggio: ragionano senza condizionamenti. E pensano di rivoluzionare il mercato.

Alla scoperta di Miradiva

La gamma attuale comprende quattro referenze: blanco, reposado, añejo e un innovativo tequila rosa, affinato in botti di vino rosso di Borgogna e arricchito con petali di rosa. «È il nostro cavallo di battaglia, la referenza che più ci rappresenta. Non siamo intenditori di tequila, ma abbiamo studiato il mercato e sappiamo sviluppare i brand. Vogliamo proporre qualcosa che non c’è, qualcosa che rompa gli schemi. Proseguiremo in questa ricerca e lanceremo inedite referenze, magari limite edition», ci spiega Andrea Rovinalti.

A curare le ricette, con la supervisione dei fondatori dell’azienda, è il master distiller Hugo Herenas, ideatore tra l’altro di un metodo brevettato per la cottura dell’agave che consente di ottenere varianti uniche. La prima produzione è stata di 2500 bottiglie in totale, ma l’aspirazione è di arrivare a 10 mila nel 2025. «L’ambizione è di crescere del 30% all’anno. Ammetto che siamo ottimisti: ci hanno già chiesto 6500 bottiglie dalla Nigeria», racconta Andrea Rovinalti.

Miradiva, Nigeria e Ghana: mercati di lusso in crescita

Scommettere su Nigeria e Ghana potrebbe sembrare insolito, in realtà questi Paesi stanno diventando uno sbocco importante per i beni di lusso. «La crescita economica e l’espansione della classe media hanno trasformato queste nazioni in mercati ideali per i prodotti premium, alcolici inclusi, anche grazie alla forte influenza culturale di rapper e celebrità locali che li hanno trasformati in status symbol», chiarisce Andrea Rovinalti.

E così oggi Lagos e Accra, con le loro discoteche e locali esclusivi, sono diventate vetrine per brand internazionali come Pernod Ricard che a ottobre 2024 ha partecipato tra le altre cose alla Lagos Cocktail Week (LCW). E presto lo saranno anche per Miradiva.

Le bottiglie di Miradiva

Riconoscibili e appariscenti, realizzate in ceramica con dettagli dorati e una forma vagamente fallica, le bottiglie di Miradiva sono decisamente lontane dalle linee minimaliste ed eleganti tipiche di molti brand di distillati premium. Il tappo, che richiama un calice rovesciato, accentua poi questa sensazione di eccesso. Tuttavia, lo stile è in linea con il target di riferimento di Miravida, ovvero chi ama i prodotti che esprimono lusso in modo visibile e al pubblico delle discoteche chic.

Le strategie di Miradiva

Miradiva non punta solo sulla qualità del prodotto, ma anche su packaging innovativi e una comunicazione accattivante. «Vogliamo rendere il marchio riconoscibile e desiderabile. Non vogliamo investire in pubblicità tradizionale, per ora, ma in attività non convenzionali. Ci sarebbe piaciuto girare per Atene con un Ape a forma di Miradiva, per esempio, in occasione del Bar Show ma non è stato possibile organizzarci», puntualizza Rovinalti. Comunque, non mancano le idee per il futuro: il leit motiv è quello di rompere gli schemi. Tanto che tra i progetti in fase di valutazione c’è un tequila verde, con note di mele e cioccolato. Nulla di concreto, al momento, sia chiaro.

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Alberto Lupini


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