Il Tullum, una piccolissima Docg che nasconde antiche testimonianze

Un viaggio tra storia, terroir e vini d'eccellenza alla scoperta dei segreti di questa piccola denominazione abruzzese e dei vini di Feudo Antico, frutto di ricerca e passione

09 aprile 2024 | 12:36
di Fosca Tortorelli

Sempre più interessanti le scoperte e i collegamenti che si riscontrano tra la cultura agricola e l'archeologia: connessioni affascinanti che aiutano a comprendere spesso la vocazione di tanti micro-areali. È il caso di Tollo, la piccola cittadina abruzzese, sospesa tra il mare e la montagna, su una collina ai piedi dell'Appennino abruzzese, in provincia di Chieti, dove da un lato si scorgono il maestoso massiccio della Majella e il Gran Sasso e dall'altro l'azzurro dell'Adriatico. Da sempre vocato alla produzione agricola, ha visto nascere nel 2008 la Doc Tullum, divenuta Docg dei vini «terre tollesi» il 4 luglio 2019 e annoverata tra le più piccole denominazioni d'Italia, che conta appena 18 ettari.

Le tracce di questa antica vocazione si ritrovano in forma tangibile nei ritrovamenti delle celle vinarie e dei dolia da vino e da olio, rinvenuti in diverse contrade di Tollo e oggi prevalentemente conservati al Museo archeologico nazionale di Chieti.

Un terroir unico per un vino d'eccellenza: il Tullum Docg

A questi ritrovamenti si aggiungono quelli di San Pietro di Tollo, dove sono stati rinvenuti resti (cisterne, dolia da vino e torcularum) che testimoniano l'esistenza di una villa rustica romana, oggi visibili all'interno della nuova sede - museo di Feudo Antico, azienda che rientra nella Docg e che rappresenta il compimento del progetto di archeo-enologia tollese. Qui il clima è influenzato dalle brezze marine e dalle escursioni termiche tra il giorno e la notte, mentre la varietà dei suoli, sciolti vicino al mare e franco argillosi in collina, fa sì che il territorio si presenti diverso nelle singole frazioni, motivo per cui la Docg Tullum identifica le tipologie in base alla loro collocazione sul mappale. Ed è proprio per questo che le connessioni tra l'ambiente pedoclimatico, il vitigno e la storia, rendono riconoscibile il vino prodotto in una specifica area. La scelta fin da subito di questa micro-denominazione e del suo consorzio, composto dai produttori Feudo Antico, Vigneti Radica e Ccdd - Cantina coltivatori diretti Tollo, è stata quella di utilizzare il riconoscimento della Docg Tullum, proprio per migliorare le condizioni produttive ed economiche di una zona da sempre vocata a “fare vino”.

I dati significativi sono quindi molteplici, infatti al fascino dei ritrovamenti archeologici, si affianca la ricerca che ha visto tra il 2011 e il 2013 - sotto la guida del professor Attilio Scienza - lo svolgimento di uno studio di zonazione che ha premesso di qualificare ulteriormente il territorio. Zonazione che sicuramente va considerata come un processo dinamico, come spiega Riccardo Brighigna, che è alla guida del team enotecnico di Feudo Antico. Brighigna mette anche in luce che con il cambiamento climatico in atto le condizioni sono mutate, ma la ricerca è continua e costante e oggi va avanti con l'ausilio della zonazione satellitare.

Feudo Antico: ricerca e innovazione per un vino d'eccellenza

Non solo zonazione, ma anche attenzione verso i varietali così l'azienda vitivinicola Feudo Antico, già nel 2004 - anno della sua nascita - ha dato vita a un progetto sperimentale di archeo-enologia nel territorio di Tollo, con l'intento di rivitalizzare le coltivazioni autoctone, dal Montepulciano alle varietà bianche di Pecorino e Passerina. Una continua ricerca non solo sulle migliori zone, ma anche sulle differenze espressive di ciascun varietale derivanti anche dal diverso affinamento, che ha visto negli ultimi anni l'uso delle anfore di terracotta, come ulteriore richiamo alla storia, dando vita al progetto InAnfora, dove viene seguito un sistema di vinificazione che prevede minimi interventi e che fa uso di piccolissime dosi di solfiti. Un'idea che ha preso ispirazione dal ritrovamento avvenuto all'interno della proprietà di antiche anfore romane in terracotta.

Per questa linea sono nati il Inanfora Pecorino Tullum Docg Biologico e il Inanfora Rosso Tullum Docg Biologico, quest'ultimo in particolare di grande freschezza e piacevolezza, prodotto da uve Montepulciano in purezza. Non ultimo il progetto che riguarda sempre il Pecorino Igp Terre Aquilane Feudo Antico Casadonna, un pecorino d'alta quota a oltre 800 metri di quota, nato in seguito a una sperimentazione iniziata nel 2010 sui monti della Maiella, che ha trovato spazio a Castel di Sangro, tra l'Alto Sangro e l'Altopiano delle Cinque Miglia, dall'incontro con lo chef tristellato Niko Romito.

Feudo Antico Srl
Contrada San Pietro, 25 - 66010 Tollo (Ch)
Tel 0871 9625253
info@feudoantico.it

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Alberto Lupini


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